La previsione? Lunghi anni perché Tokyo si risollevi

La previsione? Lunghi anni perché Tokyo si risollevi La previsione? Lunghi anni perché Tokyo si risollevi TOKYO DAL NOSTRO INVIATO Un titolo di Slato a dieci anni, in Giappone, rende lo 0,70%, al lordo di spese, commissioni, tasse. E' il livello più basso nella storia del capitalismo. E poi c'è chi si lamenta dei Ktp scivolati sotto la soglia del 4%, viene da pensare a Ironie a questi numeri! Ma la caduta dei rendimenti dei titoli di Stato del Sol Levante non è un fenomeno isolalo. In Germania occorre risalire al 1908 per trovare interessi cosi avari sui titoli a 10 anni, ora sotto il 4'V Anche negli Usa, il T-Bond a 30 anni è scivolato al 5"u, i minimi dalla nascita del titolo negli Anni 70. E, per trovare un livello cosi basso dei Gilt britannici, occorre risalire al 1957... PROTEZIONE C'è, pero, qualcosa di diverso, nella sostanza, tra la discesa dei titoli di Stato di Tokyo e quella de! resto del mondo. In Occidente ha ancora senso parlare di «disinflazione», ovvero un fenomeno a cui guardano con favore i ministri del Tesoro e buona parte degli economisti: si ferma la corsa dei prezzi; si abbassano i tassi con effetti benefici sugli investimenti delle famiglie (case e beni durevoli) ti delle imprese'; il risparmio, a causa della caduta dell'inflazione, gode comunque di una protezione reale, anche a interessi cedenti. UN MIX PERICOLOSO «Ma in Giappone - spiega George Magnus, capo-economista di Warburg Dillon Read - è stata già varcata la soglia che separa la disinflazione, che apprezziamo lutti quanti, e la deflazione, che è tutt'altra cosa...». Non c'è un sintomo preciso di una malattia chiamata deflazione; il calo, insistito, dei prezzi delle materie prime, accompagnato da quello dei semiconduttori in Asia e dei prodotti agricoli in Occidente. Questi segnali, da soli, non indicano il passaggio alla deflazione, ovvero alla caduta delle attività economiche, della voglia di investire, della crescita. Messi tutti assieme, però... RISPARMIO Tuo accadere, come capita in Giappone, che un Paese forte di un risparmio delle famiglie che raggiunge quota un milione e 200 mila miliardi di yen (ovvero 15 milioni di miliardi di lire, sei volte il debito pubblico italiano) scopra le proprie banche più importanti prive del credito più elementare: solo 6-7 istituti sono in grado di raccogliere dollari, con un «premium risk» consistente, 60-70 punti base, mentre altre non hanno più credito internazionale. Strano destino, per un Paese che controlla un quarto del risparmio mondiale... FINO AL 23% Questo strano destino ha contagiato il risparmio delle famiglie: a prestare soldi in banca non si guadagna nulla o quasi e la caduta della Borsa si accompagna a quella dei rendimenti dei titoli di Stato. Ed è un pessimo segnale perché, in genere, la caduta dei rendimenti delle obbligazioni e dei titoli pubblici ha sempre spinto la gente a investire in Borsa o a cercare alternative. Nella prima parte del '98, dopo che le Borse avevano toccato picchi stratosferici e le obbligazioni erano ormai scese a bassi livelli, il risparmio, anche in Italia, aveva imboccato la via dei mercati emergenti. Il risultato è stata una corsa ai titoli dell'Argentina, del Brasile o del Sud Africa, per citare tre nazioni molto attive sul fronte dei mercati obbligazionari. Ma è bastata l'esplosione della crisi russa perché i rendimenti medi degli emergenti quasi triplicassero, al 23"ó secondo le classifiche di Morgan Stanley. DEFLAZIONE Visto dal Giappone, il mondo dèi mercati obbligazionari, quindi, appare non meno agitato di quello dei titoli azionari. Ma la situazione giapponese, pur così drammatica, rischia di non essere isolata. Anche l'Europa e gli Stati Uniti rischiano di accusare colpi pesanti, ovvero di passare dalla «disinflazione» alla «deflazione». «Sarà sufficiente un'altra Russia - commenta Stephen King, direttore economico della Hsbc, il colosso bancario britannico con solide radici in Cina - per vedere i mercati finanziari europei entrare in paranoia». «Vero - replica Magnus ma prima o poi i mercati entreranno in una giusta dimensione, recuperando il gusto per il rischio». Giusto, prima o poi le cose si risolvono. Nel frattempo, inutile farsi illusioni. IL FONDO LTCM... E non ò facile, nel breve periodo, contrastare la caduta dei rendimenti con iniziative più o meno geniali. Basti, al proposito, citare il crollo della Ltcm, il colosso degli «hédge fund», per ironia i «fondi protezione». Il gioco consiste nello scommettere, grazie ai prestiti di banche, cifre molte volte superiori al capitale disponibile, su un tema operativo, operando allo scoperto. Si può lavorare sui titoli di Stato, le valute, le materie prime lucrando su differenze anche minime grazie alla mole dei capitali investiti. ... SPECULA E PERDE A far precipitare la situazione del fondo promosso da mister John Meriwhether, ex punta di diamante di Salomon Brothers, con l'attiva consulenza dei premi No¬ bel Merton & Scholes (autori di studi sulla formula matematica «infallibile» per definire la natura del rischio dei derivati), è stata una considerazione piena di buon senso: la convergenza, di qui a fine anno, tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, in vista della nascita dell'Euro. Su quest'ipotesi, più che probabile, l'«hedge fund» americano frequentato da una clientela Vip (erano presenti, per svariati milioni di dollari, i presidenti delle grandi società) ha scommesso centinaia di milioni di dollari. QUALITÀ' Ma la crisi russa ha provocato un «volo verso la qualità», ovvero la corsa dei capitali verso i titoli tedeschi, a danno delle emissioni italiane o spagnole. Ne è venuto fuori un disastro per le casse della Long Terni Capital Management, o Ltcm, e un innaturale movimento di mercato a danno dei futures sul Btp italiano. Lo stesso è successo sui titoli danesi, sul pronti contro termine Usa e su decine di altri contratti su cui i cervelli di Wall Street (con clienti in tutto il mondo, anche tra le grandi banche nostrane) avevano provato le proprie formule «infallibili». Non è facile, di questi tempi, sfuggire alla depressione che si aggira in tutti i mercati finanziari. QUATTRO SEDUTE La svolta potrebbe venire, suggerisce a Tokyo Chi Hunk Kwan, cinese di nascita, enfant prodige di 30 anni, genio al servizio di Nomura, da un'inversione della curva dei rendimenti: più liquidità ma anche tassi più alti a breve, per rimettere in circolazione la liquidità che tende a sfuggire dal circuito degli investimenti e ristabilire, dopo tanta paura, un po' di gusto per il rischio. Per chi non si spaventa, del resto, le combinazioni non mancano. Basti seguire alla lettera lo indicazioni sul mercato della Thailandia diffuse da Warburg Dillon Read dopo l'improvvisa ripresa (il 14,5% circa) dei prezzi nell'ultima settimana di settembre, in sole quattro sedute. La proposta ò quella del 3 a 7. Se tu compri 10 azioni del listino di Bangkok, è probabile che almeno in 3 casi la scommessa andrà male. Ma gli altri 7 titoli possono, assicurano gli analisti inglesi, triplicare in valore. RISTAGNO «Nel Far East, per chi sa scegliere - ammonisce il guru di Templeton Frank Moebius - c'è la miniera per cambiar vita. Tra cinque anni molte aziende marceranno meglio che prima della crisi...». Altro che '29, per chi non si spaventa. Ma, per ora, i Bot di Tokyo, in dieci anni, rendono solo il 7%. «Ihche vuol dire - spiega Rpn Bevacqua di Merrill Lynch - che il mercato scommette che per un periodo assurdamente lungo l'economia ristagnerà». E speriamo che le previsioni siano sbagliate... [u. be.] / titoli di Stato a dieci anni del Sol Levante danno solo lo 0,7% al lordo di tasse e spese Ma pure con un costo del denaro così basso manca la voglia di consumare e rischiare mm m bmj c i8 comi «u,« rimiimih?® h§l mqu®q q^"""11111• n,,.n.ft',',,mi(imtv,V$\ -'--'q ■ilmiiiÌmi.JI' iji iiim^VI i ...uhi q ■" ii,yi!>lln ,,...!.„?, mm q « 1995 199* 1997 1998 L'EFFETTO RUSSIA «ROMPE» LE SCOMMESSE DELLA SPECULAZIONE IL FONDO LTCM aveva scommesso sull'awicinamenfo tra Bund e Btp ... poi arrivò la Russia. MAGGIO 1998 > SETTEMBRE