Un dj ad Alcatraz canzoni e parole aspettando la morte

Un dj ad Alcatraz canzoni e parole aspettando la morte [le voci della radio] Un dj ad Alcatraz canzoni e parole aspettando la morte CIAO fratelli. Mi chiamo 3957. Jack Folla. Sono un condannato nel braccio della morte. Vi parlo da un carcere di massima sicurezza scavato nelle Montagne Rocciose. Quelli che mi hanno permesso di condurre questo programma sono gli stessi che mi manderanno sulla sedia elettrica. La mia esecuzione avverrà tra nove mesi esatti. Per loro, il tempo che serve per fare un bambino è uguale a quello per fare un morto». Sta ammaliando il pubblico «Alcatraz», una produzione di Diego Cugia, in onda dal 21 settembre, alle 14,15 su Radiodue. In un carcere di massima sicurezza degli Stati Uniti, un detenuto italiano, in attesa di essere giustiziato, si racconta al pubblico, trasmettendo i dischi della sua vita. Jack Folla è un uomo sulla quarantina che ha vissuto tutto e troppo in fretta. Un dj nel braccio della morte che dice quello che gli pare perché non ha più nulla da perdere. Il condannato alterna momenti di euforia a momenti di depressione. E nella sua feroce analisi del mondo cerca di svegliare la propria generazione, addomesticata dal consumismo e dalla tv, educata all'indifferenza, abbrutita dal denaro. I dischi scelti vanno da Léonard Cohen a Dylan, ai Beatles «e tu intanto conta i giorni. Conta le ore. Conta i minuti. Ma non illuderti. La tua gabbia è solo un po' più grande della mia. Sei ad Alcatraz, tesoro». [Laura Carassai]

Persone citate: Cohen, Diego Cugia, Jack Folla, Laura Carassai

Luoghi citati: Alcatraz, Stati Uniti