Ultra jazz di Edoardo Fassio

Ultra jazz Ultra jazz SEBBENE, come mi dicono, la lunga «Notte dell'Ultrajazz (in programma sabato 10 ottobre all'Auditorium, con inizio alle ore 21 ) sia proiettata verso il presente e il futuro, è anche un'indispensabile prova di come il meticcio jazz contemporaneo continui ad assimilare proficuamente il passato. Il passato prossimo «in» è rappresentato dagli Anni Set¬ tanta. Eccellenti e quanto mai controversi sono gli impegnatissimi Chris Cutler e Fred Frith, già ossatura del progetto Henry Cow (197178); lo storico gruppo britannico fu avanguardia, tra l'altro, del folk tecnologico che oggi va per la maggiore. Nei vent'anni trascorsi il batterista Cutler e il chitarrista e polistrumentista Frith hanno inseguito con tenacia e lungimiranza nei vari conti- nenti le incessanti, problematiche «concettualità» di quiella musica scomoda, trasversale, permanentemente in opposition. Oggi li ritroviamo in grande fervore artistico, alternando composizione a ricerca e dibattito teorico nel tentativo di definire sempre nuove zone musicali al confine tra minimalismo e improvvisazione, ovviamente free. Dave Douglas, considerato la più bella tromba del postjazz, propone la sua ultima fatica, «Sanctuary», dedicata alla costruzione della Basilica di Santa Maria in Fiore, a Firenze. E qui il legame con il passato trascende generi ed epoche storiche e culturali, accostando lo spirito rinascimentale all'ecletticità del nostro tempo. Appassionato anche ai linguaggi etnici del Centro Europa e klezmer (il suo recente ed «Charms of the Night Sky» è per quartetto di tromba, fisarmonica, violino e batteria), Dave Douglas ritiene che «spiegare la musica sia una perdita di tempo»: la musica, per sua natura struggente e immateriale, deve racchiudere un certo mistero che a parole non si può afferrare. Il batterista Bobby Pravite è un esponente della ricerca più spregiudicata e radicale della scena di New York (dap prima lo Stato, a Niagara Falls e a Buffalo, e poi la me tropoli). Oltre ai suoi impegni istituzionali con la New York Composers' Orchestra, attualmente Previte incide con due gruppi distinti, gli elet trici e bizzarri «Empty Suits» (come a dire «Sotto il vestito niente», critica all'elegante superficialità in jazz e politi ca) e l'acustico «Weather Clear», assieme a Don Byron e ad Anthony Cox. La sua nuova impresa è un omaggio al Miles Davis di «Bitches Brew»: proprio con una lunga ripassata di quella pietra mi liare cavalcherà il concerto alle redini del suo ensemble denominato «The Horses». Edoardo Fassio Ultra jazz In alto, Sanremo '69: Battisti, perplesso, abbraccia Milva, testé eletta «LadyFestival». Qui sopra, il trombettista Dave Douglas

Luoghi citati: Europa, Firenze, New York, Niagara Falls, Sanremo