ROBERT WYATT ALL'ITALIANA

ROBERT WYATT ALL'ITALIANA IL DISCO-TRIBUTO ROBERT WYATT ALL'ITALIANA Antologia di canzoni rivisitate da Csijovanotti e altri Alle 20 di venerdì 9, all'Auditorium, «The different you: Robert Wyatt e noi», presentazione del disco-tributo realizzato da alcuni gruppi del nuovo rock italiano. Con Wyatt e una band creata per l'occasione da riagnelli. Seguirà la prima del film «The Little Red Robin Hood», sulla vita dell'artista. ROBERT Wyatt torna al Salone della Musica per un bellissimo tributo che lo riguarda. Quand'era venuto la prima volta, lo scorso anno, aveva ricevuto fra gli altri l'omaggio di Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli, l'«ala fiorentina» dei Csi che erano rimasti incantati da quell'incontro con uno dei loro grandi maestri. «Maestro» è meglio di «idolo», rende l'idea di una sapienza che si trasmette, di valori, di cultura e non di semplice suggestione; e per un'intera generazione, ma anche più d'una, Wyatt è per l'appunto un riferimento del genere. Maroccolo e Magnelli lasciarono il Salone «commossi, con il cuore che batteva fortissimo», ma convinti a non fermarsi lì, a un'emozione per quanto grande. Ci meditarono un po' e decisero di organizzare un tributo a Wyatt, un'antologia delle grandi canzoni scritte o interpretate da lui da affidare ad una serie di amici da trovare soprattutto nella nuova scena italiana. Il nuovo rock italiano ha questo di bello: che i ragazzi che lo suonano sentono molti più dischi dei loro «cugini» di qualche anno fa e anche dei coetanei che fanno musiche più leggere. Insomma non è stato difficile trovare adesioni al progetto: Almamegretta, Csi, Cristina Dona, Mara Redeghieri e, yes, Lorenzo Cherubini detto «Jovanotti» non solo conoscevano e amavano Wyatt, ma non vedevano l'ora di cimentarsi con le sue canzoni. Questo per la nuova generazione. Ma poi ce n'era un'altra, quella degli oggi cinquantenni per cui Wyatt non è il cantante degli ultimi album ma il batterista «patafisico» dei Soft Machine o l'ironico provocatore dei Matching Mole, che nei '70 aveva intitolato un suo album «Il piccolo dischetto rosso» raffigurando sé stesso e quelli del gruppo come Guardie Ros^ : del Presidente Mao. Anche questi appassionati della prima ora avevano piacere a partecipare al tributo, ed eccoli arruolati: Franco Battiate Area, Mauro Pagani. Un anno dopo il disco-tributo è pronto e viene presentato proprio al Salone della Musica. Si chiama «The Different You (Robert Wyatt e noi)» e, per la carica di amore e di coinvolgimento che ha, non è uno dei soliti tributi banali e passatempo che affollano gli scaffali dei negozi in questi anni. C'è anche Wyatt, che con il pudore e la gentilezza che lo distinguono non si celebra ma ringrazia chi ha curato il progetto eseguendo un brano dei Csi, «Del Mondo». Un pezzo da brividi, non foss'altro per quella voce fragile e lunare che trova magia ovunque affondi. Al salone Wyatt non canterà (non lo fa in pubblico dal 1975) ma sarà in Auditorium ad ascoltare Francesco Magnelli con una band creata per l'occasione, che metterà in scena alcune pagine del disco; e poi si godrà «Little Red Robin Hood», il film che Carlo Bevilacqua e Francesco Di Loreto hanno montato con rare immagini della sua carriera e ricordi, interviste a Brian Eno, Elvis Costello, Nick Mason, Paul Weller e altri amici famosi, un progetto originale anche questo, e c'è da aver le vertigini: la povera Italietta rock esce ingigantita e chissà che non sia un segnale di tempi nuovi per la nostra scena, verso un futuro Euro e davvero internazionale. Riccardo Bertoncelli Robert ìfrali al Salone noti canterà ma un disco-tributo Io eleggerà comunque protagonista