UNA VOCE UBERA

UNA VOCE UBERA UNA VOCE UBERA Wole Soyinka, la coscienza critica di un Paese offeso Sabato 10 e domenica 11, al Forum per i 50 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani partecipa il Nobel per la letteratura Wole Soyinka. OUANDO nel 1986 il Premio Nobel per la letteratura venne conferito a Wole Soyinka, molti in Italia si interrogarono perplessi sul valore letterario e sul rilievo di questo scrittore nigeriano sconosciuto ai più, sebbene già tradotto in italiano e pubblicato da Jaca Book. Le perplessità erano totalmente infondate. Nato nel 1934 ad Akè, nella Nigeria Occidentale, figlio di un canonico anglicano ma cresciuto tra lo credenze e le tradizioni dell'etnia in cui è nato, quella Yoruba, studente nell'università inglese di Leeds ma profondamente legato al mondo e ai valori africani, Soyinka, portatore della contraddizione fondamentale e del contrasto fecondo da cui nasce la letteratura post-coloniale, è una delle voci più potenti e originali del secondo Novecento. Di grande interesse è la sua opera narrativa (in particolare «Akè: gli anni dell'infanzia»), così come carica di delicata robustezza è la sua produzione poetica. Ma la sua fama letteraria è soprattutto dovuta ai lavori teatrali. Ancora giovanissimo, nel 1959/60, fu coinvolto nell'attività di quel Royal Court Theatre da cui arrivava buona parte del nuovo teatro inglese (Osborne, Wesker, Arden). Soyinka ne colse soprattutto la spinta a portare sul palcoscenico la realtà profonda del proprio mondo: mentre ancora si trovava in Inghilterra scrisse di getto tre testi teatrali, poi tornò in Nigeria, fondò una sua compagnia e si lanciò in un'atti- vita intensissima di drammaturgo e operatore teatrale che ne ha fatto la figura di maggior spicco del teatro «nero» africano. La dimensione politica è fondamentale nei suoi testi come nella sua vita. Nell'agosto del 1967, nella Nigeria lacerata dalla guerra civile, fu messo in prigione: ne uscì due anni dopo, ma solo per prendere la via dell'esilio. E anche dopo il suo ritorno, avvenuto nel 1976, Soyinka non venne mai meno al ruolo di coscienza critica del suo Paese. Le atrocità del regime militare insediatosi qualche anno fa ne hanno fatto di nuovo un esule. Il recente cambio di regime sembra preludere a un processo di democratizzazione; ma davvero ci sarà spazio per una voce libera come quella dì Soyinka? Paolo Bertinetti

Persone citate: Paolo Bertinetti, Royal Court, Soyinka, Wesker, Wole Soyinka

Luoghi citati: Akè, Inghilterra, Italia, Nigeria