Storie di città

Storie di città Storie di città TI dicono: «Ci sarebbe da fare il giurato in un concorso di torte casalinghe». Ti tiri indietro, per caso? E il senso del dovere? E lo spirito di sacrificio che ci hanno insegnato a scuola? Dove vanno a finire? Noi che eravamo bambini durante la guerra sappiamo cosa vuol dire fare la fame! Qualcuno, a casa mia, a questo punto direbbe: «Sono cinquant'anni che con questa storia che eri bambino durante la guerra ogni sera mi svuoti il frigo», ma questo è un altro film. In ogni modo non ho detto subito di sì, prima ho domandato dove si svolgesse questa gara di torte. A Castellerò, in provincia di Asti, mi hanno risposto. Dall'enciclopedia apprendo che il Comune di Castellerò si trova sulla strada da Baldichieri a Monale, all'altitudine di 247 metri e conta 292 abitanti. Ora, ipotizzando che un abitante su 30 sia in grado di confezionare una torta da competizione, uno pensa: male che vada ci saranno da mangiare dieci fette di dolci diversi, poco più della dose quotidiana consigliata dai dietologi più severi. Invece no! Le torte in gara sono 33! A Castellerò, delizioso paese con un piazzale a terrazza che permette di affacciarsi su un meraviglioso paesaggio composto da colline ondulate ricoperte da alberi di nocciole, tutti gli abitanti trascorrono il tempo libero a cucinare dolci. Ma io non conosco la viltà della ritirata di fronte a un'emergenza di questo genere; prima di affrontare l'ardua impresa abbiamo preparato il terreno con un pasto leggero ma sostanzioso. Sotto un tendone da circo allestito per l'occasione, noi giurati abbiamo pranzato con gli abitanti di Castellerò e i loro invitati a base di salumi, agnolotti e bollito misto; per gli altri c'era anche il dolce e noi, con un gesto di grande signorilità apprezzato dai presenti, abbiamo rinunciato al dolce chiedendo che c'impacchettassero la nostra porzione per portarla a casa. Poi è arrivata l'ora della verità: ci hanno chiusi in tre dentro una stanzetta al piano terra della casa comunale con tre tavoli sui quali erano disposte le trentatré torte, ciascuna con il suo numero; su un foglio, in corrispondenza del numero, il titolo e gli ingredienti ma non il nome del o della concorrente. Chi non è passato attraverso questa dura esperienza ignora quanto sia difficile e tormentoso dare il voto a una torta; devi valutare l'aspetto, il gusto, la difficoltà dell'esecuzione, l'originalità. Quando sei arrivato alla trentatreesima, ti vengono dei dubbi sulle prime che hai assaggiato e devi ricominciare tutto daccapo; inoltre sapevamo che le torte sarebbero state tutte battute all'asta e il ricavato de¬ voluto alla chiesa di Castellerò, perciò bisognava assaggiarle senza comprometterne l'aspetto. In questi casi bisognerebbe disporre di uno strumento per carotare, come dicono i geologi, ossia estrarre dalla parte centrale del manufatto un piccolo cilindro per assaggiarlo e valutarlo e non doversi limitare, come abbiamo fatto noi a intaccare i bordi. A questo proposito mi sento di dare un consiglio disinteressato a coloro che si preparano a concorrere alle gare dolciarie: preoccupatevi solo dei bordi della vostra opera, il centro potete anche farlo di marmo, di compensato o di trucioli, tanto nessuno fra i giurati se ne accorgerà. Le torte in gara a Castellerò erano tutte buonissime; lo dice uno che ha fama di essere, più che un buongustaio, un autentico lavandino. Però una classifica devi farla; allora scarti quella dove alla cuoca è scappata la mano con il liquore, l'altra dove il caramello è leggermente bruciato, quella fatta con il pan di Spagna comprato. Ma la maggior parte delle torte in gara erano sublimi, roba da chiedere asilo politico in casa di ima di quel¬ le cuoche. Molte erano di nocciole, combinate nel modo più fantasioso con altri ingredienti, non a caso, poiché la gara si è svolta nell'ambito della XVI sagra della nocciola, prodotto tipico di una località dove operano quaranta produttori di una specie che ha un nome poetico, si chiama tonda gentile piemontese. In un convegno che si è svolto la mattina abbiamo imparato un sacco di cose sulla corilicoltura. Sembra facile coltivare nocciole, invece ci vogliono un sacco di attenzioni; intanto la pianta può essere a cespuglio, a vaso cespugliato, ad alberello e a siepe. Poi bisogna prestare attenzione alla gestione del suolo: ai fini della raccolta meccanica il terreno attorno alla pianta dovrebbe essere sgombro ma attenzione: per l'accresciuta sensibilità ecologica, non si dice più diserbo ma gestione delle malerbe. Sentite come suona meglio. Non parliamo poi di quanti insetti sono golosi di nocciole, dalle cimici, al balanino, agli afidi, senza contare i funghi. La nocciola è fondamentale nell'industria dolciaria; abbiamo appreso che una nota ditta di Alba assorbe da sola il 50% della produzione mondiale di nocciole, Giorgio Calabrese ha rivelato che nella nocciola è contenuto un principio attivo estrogenante che rallenta la menopausa. Non so se gli assaggi che ho fatto domenica scorsa mi hanno rallentato qualcosa, so solo che mi sono divertito moltissimo. P. S. La sagra della nocciola di Castellerò dura fino a domenica 11 ottobre ma non garantisco che siano avanzate delle torte.

Persone citate: Giorgio Calabrese

Luoghi citati: Alba, Asti, Castellerò, Comune Di Castellerò, Monale, Spagna