il cinema degli addii di Gian Paolo Ormezzano

il cinema degli addii il cinema degli addii Prende il via martedì 13 ottobre al Massimo la rassegna «L'ultimo sguardo - La morte al cinema tra testimonianza e ricordo» organizzata da Museo Nazionale del Cinema e Associazione Culturale Luigi Pagliani. Dopo l'inaugurazione, con la presentazione libraria e la proiezione di cui riferisce qui sotto Gian Paolo Ormezzano, il calendario prevede le seguenti proiezioni: «Blue» di Derek Jarman giovedì 22 ottobre, «Il paradiso può attendere» con Warren Beatty il 29, «Salò o le 120 giornate di Sodoma» di Pier Paolo Pasolini il 5 novembre, «E la nave va» di Federico Fellini il 12, «The dead» di John Huston il 19, «Sono affari di famiglia» con Dustin Hoffman e Sean .Connery il 26, «Nick's movie» di Wim Wenders e Nicholas Ray giovedì 3 dicembre, «Totò le heros» di Jaco Van Dormael il 10, «Film blu» di Kieslowski il 17. Proiezioni alle ore 20,30 (unico spettacolo). |L 13 ottobre, alla 20,30 I presso il cinema Massimo ■ (Via Montebello 8) di Torino, verrà presentato un libro strano e per taluni audace. Si intitola «La morte laica», con un sottotitolo che spiega: ('Storia della cremazione a Torino (1888-1920)». Tre gli autori: Augusto Comba, Serenella Nonnis Vigilante ed Emma Malia. Prefazione di Nicola Tranfaglia, che presiederà al Massimo il dibattito sul libro (ed. Scriptorum-Paravia, 220 pagine, 35.000 lire), con Luciano Scagliarmi presidente della Società per la Cremazione - So.Crem. - di Torino, Giovanni De Luna, Alfredo Milanaccio e Franco Remotti. Previsti anche interventi di Giampiero Leo e Bruno Torresio, assessori a Regione e Comune. Seguirà la proiezione di «Jules et Jim», film ad hoc di Jacques Truffaut (1962). Presenti, ovviamente, gli autori. Chi scrive queste righe è ideatore di una rivista sulla morte, intitolata «La Buona Sera» e sottotitolata «periodico di vita, morte e miracoli». La So.Crem. publica «Confini», periodico che si occupa anch'esso della Signora che aspetta tutti noi. Ci sono altre due pubblicazioni del genere, in Italia, si intitolano «Antigone» e «Zeta». Con tutto ciò, la cultura della morte patisce nel Bel Paese diffidenze, paure, terrori assortiti, di genesi profondissima o superficiale. La cremazione è sta- ta per tanti anni, appunto, una «morte laica». C'era già un libro sulla cremazione intitolato «La terra e il fuoco», un altro sulla pratica in Italia, adesso c'è questo sulla cremazione a Torino, che pure in ciò funziona per l'Italia da città cavia, città d'avanguardia, città laboratorio. Le cremazioni in Italia mediamente concludono il 3 per 100 dei funerali, a Torino il 22,6 per 100 (dato del 1997, ora in ascesa). Marco Novarino, responsabile del centro Studi Ariodante Fabretti, nato nel 1992 e intitolato ad un «pioniere», se si può dire così, della cremazione, operante a Torino alla fine del 1800, è l'anima del prossimo evento culturale, come senz'altro sarà la presentazone, al Massimo, di un libro singolare, profondo, faticato, difficile, appassionante. A colpi di pubblicazioni, di dibattiti, non solo l'idea della morte ma anche quella di una specificità nella chiusura della pratica con la vita, sino appunto alla cremazione (ma si pensi anche ai dialoghi con i malati terminali, alle prese di coscienza propiziate da organizzazioni varie, religiose e no), sta ottenendo una sorta di cittadinanza. Servono le riviste, serve il libro, servirà soprattutto la nostra intelligenza. Gian Paolo Ormezzano // umili Beatty nella locandina deljilm «Il paradiso può attendere» in rassegna giovedì 29 ottobre alle 20,30 al Massimo

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