il Pensiero debole

il Pensiero debole il Pensiero debole GUARDA che la vita è strana. Incredibile dictu: sto facendo il cinema. Io. La nana di Cit Turin. Il cinema quello vero! (non quello che evoca mia madre quando vuole che la pianti e urla: Luciana, fa nen tant cine!). Da un paio di settimane ho cominciato le riprese di una commedia a Bologna. ((Allora mambo». Quello che non mi spiego è perché mai, in dieci anni di mestiere, il trucco cinematografico, teatrale o televisivo, sia servito a migliorarmi esteticamente. E quando dico mai dico mai. Mi peggiorano sempre. Mi esaltano i difetti. Si impegnano a ridare vita al mostro che riposa in me. Tanto che poi la gente, quando mi incontra per strada, generalmente sbotta con apprezzamenti del tipo: «Ma non sei così racchia in fondo...» che vi assicuro non fanno certo bene al mio amor proprio. Devo dire che anche i ruoli che mi scelgo sono quelli che sono. Su tre film in due ho fatto la moglie cornuta e nel terzo la prostituta. Mi sembra un bilancio di tutto rispetto. Si vede che ispiro. In un corto per Cinema Giovani, tempo fa, sono stata conciata da prostituta picchiata. La truccatrice mi ha riempito di bozzi e graffi, poi mi ha unto e scompigliato i capelli e, dubitando ancora della buona riuscita del suo lavoro, ha chiesto ad una comparsa: «Così è credibile come prostituta?». E lei: «No, era più credibile prima!». Praticamente com'ero arrivata da casa. E avanti. Qui a Bologna ho girato la mia prima, e suppongo ultima, scena di sesso. Ho la credibilità di Topo Gigio. Io e lui a letto. Sotto le lenzuola, naturalmente in mutande. La macchina da presa appesa al soffitto. Io sotto e lui sopra. Roba da missionario. Io ho l'espressione tipica del rettile. Lui l'occhio da batrace. Io che per coprirmi le tette gesticolavo col risvolto del lenzuolo come la Mondami in «Casa Vianello». Lui che cercava di distrarsi per il terrore che il suo ammennicolo potesse da un momento all'altro prendere vita. Abbiamo girato sei ciac. Poi ho deragliato di testa. Al settimo. Quando il direttore della fotografia ha urlato all'operatore: «Bene, adesso mettiamo il diaframma».

Persone citate: Topo Gigio, Vianello

Luoghi citati: Bologna