Manna? No, licheni

Manna? No, licheni LA LEZIONE / BIOLOGIA Manna? No, licheni Usati da secoli in farmacologia F IN dall'antichità l'uomo ha imparato a conoscere e ad utilizzare i licheni, e ancora oggi molte specie vengono raccolte per le loro proprietà terapeutiche, alimentari, decorative. Quanti di voi, ad esempio, sanno che i piccoli cespugli e gli alberelli utilizzati nella costruzione dei plastici di edifici in miniatura o venduti nei negozi di modellismo o usati per preparare ghirlande e addobbi natalizi, non sono altro che licheni del genere Cladonia? Quanti sanno che il profumo in commercio con il nome «muschio di quercia» viene in realtà ricavato da alcuni licheni del genere Evernia e Pseudevernia? Anche per i licheni, come pelle piante superiori, esiste una ricca documentazione, anche nostrana, sui loro usi economici passati e attuali, e per dare maggiore forza a questo patrimonio di conoscenze alcuni studiosi hanno azzardato il termine di etnolichenologia. L'uso più antico è probabilmente quello a scopo medicinale: pare risalga agli antichi Egizi. Successivamente si trovano testimonianze in Cina, nelle civiltà occidentali e anche in Italia i medici della Scuola salernitana includevano tra i loro medicamenti alcu¬ ni preparati a base di sostanze estratte dai licheni. All'inizio del XVI secolo, con l'affermarsi della «teoria della signatura» che individuava le presunte proprietà terapeutiche in base all'aspetto esteriore dei vegetali, anche ai licheni vennero attribuite specifiche virtù medicinali a seconda delle loro caratteristiche morfologiche. Per questo Lobaria pulmonaria, il cui aspetto ricorda gli alveoli polmonari, veniva utilizzata nella cura delle affezioni dell'apparato respiratorio mentre la caduta dei capelli, assillo dell'uomo moderno, allora veniva curata utilizzando Usnea barbata, simile ad una fluente chioma. Oggi però il lichene più noto e usato in fitoterapia è Cetraria islandica, meglio conosciuto come lichene d'Islanda (il cui nome deriva probabilmente dal fatto che gli Islandesi e le popolazioni del Nord Europa per primi lo utilizzarono per scopi alimentari e medicinali). In farmacia ed erboristeria la Cetraria viene venduta sotto forma di pasticche, sciroppi dalle proprietà espettoranti ed antitosse, anche se non mancano dentifrici e prodotti cosmetici reclamizzati per il loro contenuto a base di estratti di licheni artici. In medicina omeopatica è invece utilizzata sotto forma di tintura madre e di granuli. Tutt'altro che secondario l'impiego dei licheni a scopo alimentare non solo da parte degli animali ma anche dell'uomo. Numerose specie infatti hanno rappresentato, per molte popolazioni, la salvezza durante i periodi di carestia, integrando o in alcuni casi sostituendo le farine dei cereali. La manna che cadeva ogni mattina per gli Ebrei guidati da Mose e che formava estesi tappeti chiari altro non era che una pioggia di frammenti di Lecanora esculenta. Il fenomeno biblico ha trovato conferme più recentemente nel 1891 in Turchia. Ancora oggi questo lichene si trova in vendita nei bazar di alcune località asiatiche in quanto viene utilizzato per preparare un tipico pane locale. In numerosi trattati di economia domestica, in cui vengono fornite indicazioni, sulla raccolta di vegetali spontanei da utilizzare nell'alimentazione umana, è possibile trovare interessanti ricette che illustrano i diversi metodi per ricavare da alcuni licheni un surrogato della farina di cereali. Se da un lato alcune specie possono far parte della nostra alimentazione, soprattutto in situazioni di emergenza, altre contengono sostanze tossiche causa di gravi avvelenamenti. Nei ricettari di bellezza pubblicati a partire dal XVI secolo non manca mai la «polvere di Cipro», indispensabile in molte preparazioni cosmetiche dell'epoca e ottenuta da licheni polverizzati. Già Plinio nel primo secolo dopo Cristo citava nelle sue opere, a proposito di essenze profumate, alcuni licheni che crescevano sugli alberi. Ancora oggi notevoli quantità di licheni vengono raccolte ogni anno nei boschi di diversi Paesi europei ed extraeuropei per essere utilizzate dall'industria profumiera. I licheni, infatti, sono ricercati per le loro ottime qualità fissative e per ricavarne essenze dalla ricercata fragranza un po' esotica. Da alcune specie (Evernia prunastri e Pseudevernia furfuracea) si estrae un olio denso da cui si ottiene un prodotto denominato «muschio di quercia», profumo dall'aroma muschiato che entra in molte preparazioni cosmetiche (saponi, dopobarba, lozioni). Ormai decaduto, a causa dei coloranti sintetici, l'interesse da parte dei tintori e tessitori verso questi organismi per l'estrazione di sostanze coloranti denominate, a seconda dei diversi metodi di preparazione, oricello, laccamuffa, tornasole e con le quali tingevano i loro filati. Nel XV secolo questo commercio divenne molto fiorente nel bacino mediterraneo e in Italia furono i mercanti toscani ad averne quasi il monopolio. La famiglia fiorentina che si occupò della commercializzazione dei licheni tintori divenne, grazie a questi lucrosi traffici, così ricca e famosa che prese il nome di Oricellai, nome mutato più tardi in Rucellai, ancor oggi esistente in Toscana. [r. pi.] In alto popolamenti di Caloplaca e Xanthorìa, sulle lose di vecchi tetti di baite in Valle d'Aosta In basso Pseudovemia furfuracea, un lichene fruticoso che colonizza latifoglie ma soprattutto conifere ESEMPI DI LICHEN! TIPO FRUTICOSO Cladonia portentosa Ri Tallo fruticoso secondario TIPO FOGLIOSO Hypogymnia physodes Stelo cavo ramificato Soredi (frammenti vegetativi) prodotti nella parte terminale del lobo Soredi (frammenti vegetativi' vengono liberati alla superficie di un tallo squamoso Apotecio (corpo che produce le spore) Squama basale del tallo primario squamoso Corteccia superiore Strato di alga Podezio (stelo granuloso) del tallo secondario fruticoso TALLO SQUAMOSO E FRUTICOSO Cladonia iloerkeana Midollo di ife fungine (micelio] Corteccia inferiore Corteccia di un albero Tallo foglioso Ifa fungina Rizomorfecon funzioSEZIOCON RIPRlicheni sono organismi che racchiudono un importante segreto nella loro vita: rappresentano infatti uno dei più affascinanti inganni che la natura ha saputo produrre consentendo a due individui molto diversi tra loro, un fungo e un'alga microscopica, di vivere insieme dando origine a quella che gli studiosi definirono nel secolo scorso, con un termine coniato appositamente, simbiosi. Prima della sensazionale scoperta, avvenuta nel 1867 ad opera dello studioso svizzero Simon Schwendener, i licheni erano con siderati organismi dotati di ima propria individualità, e venivano spesso confusi con alghe, muschi e funghi (confusioni non del tutto superate neppure ai giorni nostri!). cammino per accettare la duplice natura dei licheni non è stato facile, e concetto di simbiosi è stato variamente interpretato dai ricercatori: come schiavitù dell'alga, del fungo, situazione idilliaca tra i due partner. Con una Un'alga più unBizzarro esempio dvisione più moderna oggi si tende a spiegare che il l'ungo, per poter vivere anche in situazioni ambientali sfavorevoli per un organismo vivente (su colate laviche, nelle zone desertiche, sulle rocce) ò stato spinto a unirsi con un'alga. Il motivo principale di questa vita di coppia però è legato all'incapacità da parte del fungo di produrre in modo autonomo il nutrimento, l'alga invece può farlo perché è in grado di sintetizzare zucchero dall'acqua e dall'anidride carboniera, grazie al verde pigmento della clorofilla e all'energia solare. Anziché vivere a spesi; o perfino uccidere il produttore di zuccheri, come avviene in numerosi funghi parassiti delle piante, quelli dei licheni si differenziano in un ambiente funzionalmente perfetto per il sim¬ bionte algale, assicurandone lforma, lo sviluppo, la produttivtà e, di conseguenza, il continurifornimento di zuccheri per sstessi. La possibilità di formare ulichene rappresenta quindi peil fungo un'ulteriore strategialimentare insieme con altre, pinote, che gli consentono di trarril nutrimento decomponendo residui organici o aggredendo danneggiando altri organismi vivendo insieme ad essi senzdanneggiarli. Un fungo su cinqudello attuali 64.200 specie conosciute può dare origine alla simbiosi lichenica. La scoperta del dualismo iquesti organismi ha aperto strada alla conoscenza di altanaloghi sistemi come il consozio tra alghe unicellulari con invertebrati studiato da Brandallievo di Schwendener, nel 188le ectomicorrize scoperte dFrank nel 1885 o la presenza batteri del genere Rhizobiunei noduli radicali di alcunleguminose osservada Hellriegel n1886. Corteccia superiore Strato di alga Midollo di ife fungine (micelio] Corteccia inferiore Ifa fungina Cellula dell'alga Soredio .(frammento vegetativo coinvolto nella propagazione) liberato dal lichene M*>f: WS) Rizomorfe (fascio di ife con funzione assorbente) Sorolio (poro sullo superficie superiore del tallo) Superficie superiore del tallo SEZIONE DI UN LICHENE FOGLIOSO CON RIPRODUZIONE PER MEZZO DI SOREDI

Persone citate: Rucellai, Simon Schwendener

Luoghi citati: Cina, Cipro, Islanda, Italia, Nord Europa, Toscana, Turchia, Valle D'aosta