Antiimmunitario da Rapa Nui
Antiimmunitario da Rapa Nui TRAPIANTI Antiimmunitario da Rapa Nui Itrapianti d'organo effettuati in Europa nel 1996 sono stati piìi di 19.000 (ventimila negli Stati Uniti). Tuttavia oggi, secondo l'Unos (United Network for Organo Sharing), ci sono in Europa 48.000 pazienti in lista d'attesa e 60.000 negli Stati Uniti. Questo divario tende ad aumentare, ed è sempre piii evidente l'importanza di avere dei farmaci efficaci per ridurre il fenomeno del rigetto e ottenere un numero sempre più elevato di risultati positivi per non vanificare il sofisticato lavoro chirurgico e relativa ricerca del partner (per non parlare del risvolto economico). Il problema è tutt'altro che facile da risolvere, perché il sistema immunitario com'è noto, è preposto dalla natura a considerare un organo proveniente da una donazione come un nemico, un corpo estraneo da eliminare. Il sistema immunitario infatti, passa costantemente in rassegna una ad una, le cellule presenti nell'organismo e si sforza di separare le cellule che ritiene proprie (definite: «self») da quelle estranee («non-self»). Il sistema immunitario contraddistingue quindi le cellule «non-self», con un marker, per destinarle alla distruzione. Nei trapianti d'organo, il trattamento d'elezione comporta l'impiego di farmaci immunosoppressori (ciclosporina, azatioprina, corticosteroidi, presi ogni giorno) che possono avere un impatto negativo sulla vita dei pazienti, sia perché espongono l'organismo all'intrusione degli organismi che ci circondano (virus, batteri, funghi), sia per gli effetti collaterali (danni al sistema renale, al sistema nervoso periferico, comparsa di irsutismo, aumenti del peso corpo¬ reo). Un passo avanti è stato fatto da un farmaco (sirolimus/rapamicina) il cui principio attivo è stato scoperto nel terreno dell'isola di Pasqua (dotta Rapa Nui), da un'equipe di farmacologi dell'Università di Halifax, Canada, partiti alla ricerca di nuovi principi attivi per conto della Wyeth-Ayerst Laboratoires. La molecola attiva della sirolimus/rapamicina blocca in modo selettivo la proliferazione delle cellule T, che sono un componente essenziale della risposta immunitaria dell'organismo. Allo studio in doppio cieco, controllato con placebo, hanno preso parte 576 pazienti sottoposti a trapianto del rene in 40 centri sparsi in tutto il mondo (per l'Italia: prof. Raffaello Cortesini dell'Università La Sapienza di Roma). Il numero di episodi di rigetto acuto si è dimostrato più basso (11%) nei pazienti sottoposti a trattamento con una posologia di 5 mg al giorno (e anche quando questo è avvenuto, gli episodi sono stati meno gravi) rispetto al 29% dei pazienti sottoposti a trattamento con placebo, ciclosporina e prednisone. Per far fronte alle necessità che ancora rimangono nel settore dell'immunosoppressione, la ricerca è in continua attività. Tuttavia, per i trapianti nell'uomo, un problema che interessa in ogni parte del mondo riguarda la mancanza di organi. Sono necessarie iniziative da parte di governi, associazioni per i diritti dei pazienti, privati, per enfatizzare il valore umano della donazione d'organo, indispensabile per salvare una vita. Renzo Pollati
Persone citate: Raffaello Cortesini, Rapa Nui, Renzo Pollati
Luoghi citati: Canada, Europa, Italia, Roma, Stati Uniti
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