Si schianterà su Marte

Si schianterà su Marte NUOVE IMMAGINI NASA Si schianterà su Marte II drammatico destino di Phobos LUCI ed ombre a bordo della Mars Global Surveyor (Mgs). Il 10 agosto scorso l'ennesimo triste annuncio da pane della Nasa: per problemi a un'antenna la mappatura globale di Marte subiva un secondo ritardo di altri 9 mesi. Per contro, all'inizio di settembre c'è stata la conferma di un grande scoop: le migliori immagini mai ottenute del satellite marziano Phobos, riprese il 19 agosto da 1080 km di distanza. Phobos è il maggiore e più bizzarro dei due satelliti di Marte. Assieme a Deimos venne scoperto da Asaph Hall durante la grande opposizione del 1877, con un nuovo rifrattore da 66 centimetri. Negli anni seguenti le sue caratteristiche sono apparse davvero speciali. Il piccolo satellite si muove infatti in un'orbita circolare (ad una qiiota di 5891 km), sul piano equatoriale di Marte e nello stesso senso (antiorario) del pianeta: soio che, avendo un periodo di soli 7h39' (contro un giorno marziano di 24h37'), dalla superficie di Marte Phobos appare sorgere da Ovest e tramontare ad Est tre volte al giorno! In questa situazione si innescano maree così violente che, secondo i calcoli, il satellite è destinato a precipitare sul pianeta in meno di 30 milioni di anni: questa è già una buona ragione per escludere che Phobos sia un satellite molto antico. Con le prime osservazioni spaziali (Mariner 6/7 nell'agosto '69, Mariner 9 nel dicembre '71, Viking 1/2 nel 1970/71) si è capito che c'è ben poco in comune tra la composizione di Marte e quella del suo satellite. In particolare, la forma irregolare (27 x 21 x 19 km), la bassissima densità (2 gr/cm1) e la colorazione estremamente scura (albedo del 6%) avvicinano piuttosto Phobos ad alcuni asteroidi ricchi di carbonio della fascia asteroidica più esterna. Da questo punto di vista la somiglianza con l'asteroide Matilde, sfiorato nel giugno '97 dalla sonda Near, è veramente notevole. Oltre che per i bassi valori di albedo e densità, Phobos assomiglia a Matilde anche per la presenza di una craterizzazione al limite della disgregazione completa. In particolare il piccolo satellite marziano è letteralmente dominato dall'impronta di Stickney, un cratere di 10 km, che porta il cognome della moglie di Hall (Angelina Stickney, appunto). Proprio su Stickney ha puntato i propri strumenti la Mgs, inviandoci una documentazione davvero straordinaria. Le immagini dei Viking ci avevano mostrato come, dal bordo di Stickney, si diparta un sistema di profonde fessurazioni che avvolgono, a livello globale, quasi tutto il satellite (in alcuni casi la lunghezza tocca i 25 km): un chiaro sintomo che, al momento della formazione del cratere, Phobos ha letteralmente rischiato di sfaldarsi! La Mgs ha fatto quanto fu impossibile ai Viking: ha cioè scrutato, con una risoluzione massima di soli 4 metri, l'interno del grande cratere in contemporanea con lo strumento Moc (Mars Orbiter Camera) e con lo strumento Tes (Thermai Emission Spectrometer). La Moc ha inizialmente mostrato per Stickney una morfologia analoga a quella che la sonda Galileo aveva riscontrato all'interno dei maggiori crateri dell'asteroide Ida. In parole povere, le pareti sono apparse disseminate da una moltitudine di massi isolati di grandi dimensioni (dalle ombre le stime maggiori arrivano a 50 metri): si tratta evidentemente di detriti formatisi durante l'impatto e dotati di massa sufficiente a ricadere sul satellite (ricordiamo che, su Phobos, qualunque oggetto pesa 1/1000 che sulla Terra e che la velocità di fuga è di soli 40 km/ora). Ma Stickney, con la profondità, è anche un approccio naturale allo studio della composizione interna di Phobos. Moc ha sfruttato questa possibilità esaminandone le pareti più interne, che non sono apparse uniformi, bensì suddivise in una mescolanza di terreni chiari e scuri. Questo è un indizio di una composizione globale non omogenea e conferma quanto venne già osservato, all'inizio degli Anni 90, dalla sfortunata sonda sovietica Phobos 2. Da qui l'idea che Phobos, lungi dall'essere un unico blocco di materiale originario, potrebbe essere un corpo riagglomeratosi da frammenti collisionali secondari. Questo riassemblamento dovrebbe aver lasciato dei vuoti all'interno, il che giustificherebbe automaticamente anche la densità così bassa. Ma è ben noto che eventi collisionali violenti danno luogo anche a una gran quantità di polvere che, per una questione di massa, è l'ultima a depositarsi sulla superficie. Non a caso la sonda Galileo ha indivi¬ duato ampi depositi di polvere su Gaspra, un asteroide di sicura origine collisionale. E, secondo le recenti osservazioni di Mgs, di polvere sembra che ne esista davvero tanta anche sulla superficie di Phobos. Indizi indiretti sono stati acquisiti dallo strumento Tes, in grado di fare misure di temperatura, a partire dell'energia infrarossa emessa tra 6 e 50 nm. L'interno di Stickney scrutato da Tes ha dato risultati molto interessanti (fig. 3): le parti in ombra hanno infatti mostrato una temperatura di -112°C mentre a pochi km di distanza, sul terreno soleggiato, la temperatura si innalza subito fino a -4"C. Su una superficie rocciosa non potrebbe mai instaurarsi un simile gradiente termico: da qui la necessità di postulare che la superficie di Phobos sia ricoperta da qualche metro di polvere sottilissima ed ad altissima conducibilità termica. Una possibile fonte di questa polvere fu, probabilmente, l'urto che staccò Phobos da un asteroide della fascia esterna e lo fece schizzare verso il Sistema solare interno dove Marte, casualmente, riuscì a catturarlo. Cesare Guaita Planetario di Milano Una strana minuscola luna che ha già subito catastrofiche collisioni La gravità è solo un millesimo di quella terrestre, la velocità di fuga 40 km/ora Hk MGS Phobos Observations Thermai ErJssfòn'Speotròmster ' Mars Otoiter Cam ara Le straordinarie immagini del satellite di Marte Phobos inviate poche settimane fa dalla sonda della Nasa che sta cartografando il pianeta e studiandone il clima. Phobos è probabilmente un asteroide che è stato catturato dall'attrazione gravitazionale di Marte. E' coperto di crateri, e ha un diametro intorno ai 20 chilometri

Persone citate: Angelina Stickney, Cesare Guaita, Hall, Mariner, Marte Ii

Luoghi citati: Milano