La Borsa? E' un fluido turbolento

La Borsa? E' un fluido turbolento FINANZA E FENOMENI CAOTICI La Borsa? E' un fluido turbolento Ifisici vogliono scoprire le «leggi» dell'economia MENTRE i mercati mondiali diventano sempre più turbolenti, i fisici tentano l'avvicinamento agli scottanti temi della finanza e dell'economia. Invasione di campo o, piuttosto, un nuovo approccio nell'affrontare andamenti bizzarri, cadute improvvise e risalite esponenziali? La nuova disciplina si chiama econophysics ed ha avuto il suo battesimo ufficiale alla conferenza di Budapest del luglio '97. Dopo la conferenza di Roma nel marzo 1998, un'altra importante conferenza su questi temi si è svolta a Palermo dal 28 al 30 settembre, organizzata, tra gli altri, da Mantegna dell'Università di Palermo. L'econophysics si avvale delle conoscenze raggiunte in vari campi della fisica, della matematica e dell'economia: dalla teoria dei frattali, alla fisica statistica, ai vari mbdelli già creati dai diversi econonomisti per interpretare i mercati finanziari. Cosa c'è di nuovo allora? Prima di tutto, i fisici sono in grado di utilizzare strumenti e tecniche di approccio sconosciuti alle altre discipline. Non è infatti la prima volta che i fisici si cimentano con «sistemi complessi» nei quali il numero di variabili e correlazioni è elevato e la ricerca di un meccanismo di base è un compito molto difficile. Approcci simili a quelli tentati ora nell'economia erano stati già applicati per sviluppare la teoria dei campi, per costruire i modelli termodinamici, per capire le transizioni di fase e gli effetti di coerenza in vari sistemi. La prima difficoltà che si incontra nello studio dei sistemi finanziari è la relativa scarsezza di dati sperimentali; solo recentemente, infatti, si è potuto usufruire di una certa quantità di dati da analizzare e ciò ha permesso un primo riscontro tra i modelli sviluppati e la realtà dei mercati finanziari. Lo scopo finale è quello di cercare di riprodurre in economia ciò che in fisica già esiste: leggi che riescono a predire l'evoluzione di un sistema in maniera rigorosa e costante. Facciamo un semplice esempio: la fisica ci dice che le mele cadranno sempre dall'albero verso la terra e mai viceversa. Questa sicurezza, oltre che dall'esperienza, è avallata da un modello teorico in cui la Terra esercita la forza di gravità su tutti i corpi e così facendo li attrae verso il suo centro. Ebbene, è forse possibile attendersi un certo risultato da un determinato investimento che segua un certo modello teorico? Rispondere è complicato, e la polemica è aperta tra gli stessi studiosi interessati al problema. Una parte di loro, tra cui YiCheng Zhang, docente di Fisica Teorica all'Università di Friburgo (Svizzera) e uno dei primi fisici a dedicarsi a problemi economici, reputa impossibile riuscire a costruire un modello che sappia predire il risultato di un certo investimento o l'andamento di Wall Street. Lo scopo dei fisici è quello di ottenere una valutazio: ne della probabilità che un certo avvenimento accada e non prevederlo quantitativamente o temporalmente. «Una fondamentale differenza - dice Zhang - tra i problemi classici affrontati dalla fisica finora e i nuovi temi dell'economia sta proprio nella influenzabilità di quest'ultima. Se, per esempio, si arriva a una teoria sbagliata sul comportamento degli atomi, questi non ne sono influenzati. Al contrario, l'andamento di una Borsa, è estremamente sensibile ad ogni input esterno, giusto o sbagliato che sia rispetto alle condizioni reali». Ciò non significa che non si possa dire nulla sull'argomento. Anzi, con gli strumenti di cui si è arricchita la fisica statistica negli ultimi vent'anni e con sempre più dati a disposizione, la via per la conoscenza approfondita dei più complessi sistemi economici è aperta. Alcuni studiosi si spingono fino a mettere a confronto la crescita di alcuni sistemi economici con lo sviluppo delle specie biologiche. La crescita di una specie o, continuando con il parallelismo, di un'impresa o, al limite, di un intero paese, non può essere infinita ma tenderà sempre a una sorta di equilibrio determinato dalla quantità di risorse a disposizione. E ancora: partendo da alcuni dati sperimentali, è stato possibile mostrare come il tasso di cambio di alcune importanti valute come il marco tedesco, sia del tutto simile alla turbolenza di un fluido con stati di vortice. Sembra quindi possibile guardare a Borse, tassi di cambio e sviluppi economici come a sistemi il cui andamento risulti prevedibile o comunque sia descrivibile tramite modelli già noti. Per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento, ecco il sito del gruppo di lavoro dell'Istituto di Fisica della Materia dell'Università di Genova, che mette a disposizione una serie di altri link con altri Istituti in Italia e nel mondo: wvvTW.ge.infm.it/econophysics E Internet, la grande rete telematica, già da tempo presenta sorte di «giochi» in cui si ha un certo capitale iniziale virtuale a disposizione e la possibilità di investire, sempre virtualmente, su titoli reali seguendo l'andamento reale delle Borse mondiali. Per coloro che volessero cimentarsi ecco un esempio: vvvvw.investgame.ch Antonella Dei Rosso Università di Friburgo

Persone citate: Antonella Dei Rosso Università, Mantegna

Luoghi citati: Budapest, Friburgo, Genova, Italia, Palermo, Roma, Svizzera