Venezia, ora o mai più

Venezia, ora o mai più LA PAROLA ALLA COMMISSIONE AMBIENTE Venezia, ora o mai più Si decide sul progetto contro Vacqua alta I L 21 ottobre 1998 sarà per Venezia una data spartiacque tra decisioni e risse, tra regole e manovre. Pur con l'incognita della crisi di governo, in quel giorno la commissione del ministero dell'Ambiente incaricata di esprimere la Valutazione di Impatto Ambientale dovrà pronunciare un sì o un no su un gigantesco progetto elaborato per la salvaguardia di Venezia, che di sì ne ha già collezionati quanti bastano. L'ultimo, di tre mesi fa, è il rapporto di un collegio di cinque esperti di fama internazionale, al quale si è aggiunto in questi giorni, su un piano diverso, il via libera a stragrande maggiorangàLdeJla.59,nimissjióne teenirJ ca della Regione Vèneto. Nonostante ciò, diversi segnali fanno pensare che la risposta del ministero dell'Ambiente possa essere un no. Il Comune di Venezia ha voluto a spada tratta un parere scientifico autorevolissimo, ed è stato accontentato. Ma tutto lascia credere che sperasse in una opinione negativa, tale da mettere in dubbio la validità di quel progetto, approvato a suo tempo dal Consiglio superiore dei lavori pubblici (accadeva nell'ottobre del '94: quattro anni fa). Il progetto di cui si parla è quello delle opere mobili alle bocche di porto della laguna, destinate a regolare il fenomeno delle acque alte arginando quelle eccezionali, cioè superiori ad un metro. Progetto da 3700 miliardi (Iva esclusa) elaborato dal ministero dei Lavori pubblici attraverso il Magistrato alle acque di Venezia e il Consorzio Venezia Nuova, concessionario dello Stato per gli interventi di salvaguardia. Progetto nato nel 1981, nel quale scienza e ingegneria interna zionali hanno distillato il meglio delle loro competenze. Tutti sanno ormai che i fenomeni combinati dell'abbassamento del suolo di Venezia e dell'innalzamento del livello dell'Adriatico (23 centimetri in un secolo) hanno moltiplicato la frequenza delle acque alte, cioè delle maree che entrano in laguna dalle tre bocche, i varchi che interrompono la linea dei litorali adriatici del bacino veneziano. Sono questi 23 centi¬ metri la causa pressoché esclusiva delle acque alte tanto più numerose: le altre ragioni, che pure esistono (cambiamenti della mjarjfolpgift laff\naT,,ey allargamenti delle bocche) hanno' un effetto pari a un innalzamento del mare di appena 2 centimetri. Oggi il punto più basso della città, piazza San Marco con la Basilica, viene allagato quando l'acqua sale di 80 centimetri rispetto al medio mare registrato al mareografo di punta della Salute: il che avviene circa 40 volte l'anno (media sugli ultimi 30 anni, ma nel 1997 sono state 99 volte!), contro le 4-5 volte degli Anni 20. Le acque alte arrivano sette volte l'anno a 100 centimetri, e una volta l'anno a 120 centimetri, il che significa che viene interessato il 39% della superficie di calpestio del centro storico. Le statistiche ricordano le maree più alte degli ultimi vent'anni: 166 centimetri nel 1979, 138 nel 1981, 158 nel 1986, 142 nel 1992, 134 nel 1996. E' nella memoria di tutti i veneziani e degli abitanti delle isole la spaventosa alluvione causata nel 1968 da una marea di 195 centimetri. I danni dell'acqua alta sono valutati in 40 miliardi l'anno, senza quelli, incalcolabili, al patrimonio monumentale. Gli scienziati pre¬ vedono che l'innalzamento del mare continuerà, anche se è difficile immaginarne la misura. Lo Studio di Impatto Ambientale del progetto ha ipotizzato tre scenari assai diversi per i prossimi cent'anni: da un minimo di 4,4 centimetri a un massimo di 53,4, con una ipotesi intermedia più probabile di 20 centimetri. E' drammatica comunque la previsione di ciò che accadrebbe con un innalzamento del mare di 30 centimetri: piazza San Marco (e non solo) sarebbe allagata praticamente tutti i giorni, le acque alte di 100 centimetri si avrebbero 94 volte l'anno (ogni 4 giorni) e quelle di 120 centimetri 16 volte l'anno (ogni tre settimane). Ed ecco il maxi-progetto elaborato dal Consorzio Venezia Nuova, cioè in ultima analisi dallo Stato, articolato in due parti complementari. Contro le acque alte superiori ad un metro, la protezione sarà assicurata da barriere mobili sommerse capaci di chiudere temporaneamente le bocche di porto. Contro le acque fino ad un metro, la difesa sarà garantita dalle «insulae», cioè da difese locali consistenti nell'innalzamento fino a 100 centimetri del suolo delle parti più basse della città. Vediamo le paratoie mobili. Possiamo immaginarle come cassoni metallici, larghi 20 metri e alti 15 metri o più, incernierati sul fondale di ognuna delle bocche, l'uno accanto all'altro ma l'uno svincolato dall'altro. Normalmente i cassoni saranno pieni d'acqua e perciò adagiati in un alloggiamento sul fondale, in modo da permettere la navigazione. All'approssimarsi di una marea superiore al metro, verranno svuotati con l'immissione di aria compressa e si solleveranno per spinta di galleggiamento fino ad emergere con la sommità e ad assumere un'inclinazione di 45-50" verso la laguna. In questo modo faranno argine al mare che potrà salire fino a due metri rispetto al livello della laguna senza invaderla. Poiché le paratoie saranno libere di oscillare, esse assorbiranno, trasmettendola all'acqua di laguna, gran parte della forza delle onde marine e non avranno bisogno di strutture straordinariamente poderose sul fondale, come richiederebbero, per non essere sradicate, se invece l'ossero rigide (sono tali, per esempio, le dighe mobili del Tamigi e quelle sulle foci dello Schelda in Olanda). Le paratoie rimarranno sollevate solo per le ore necessarie al ritorno alla normalità: verranno quindi riadagiate sul fondale, scomparendo interamente alla vista e lasciando passare le navi. Si prevede che con l'attuale livello medio del mare le dighe mobili entreranno in azione circa 7 volte l'anno per un totale di circa 30-35 ore: non è gran danno per le attività portuali veneziane. I cassoni saranno 79, distribuiti così: 18 alla bocca di Chioggia (che è larga 360 metri), 20 alla bocca di Malamocco (larga 400 metri), 41 alla bocca di Lido, che ha dimensioni doppie: qui le paratoie saranno suddivise in due batterie, collegate da un punto di appoggio intermedio, una sorta di isolotto artificiale. Alcuni aggiustamenti di tipo ingegneristico sono stati suggeriti dal Collegio dei cinque esperti internazionali, che, nel riconoscere la validità delle opere mobili, ha raccomandato di adoperarsi per eliminare il possibile fenomeno della risonanza (cioè il rischio che le paratoie sollevate oscillino in fase diversa). Quanto all'impatto visivo, nessuno nasconde che le paratoie mobili comporteranno, in ciascuno dei tre varchi, delle opere di spalla che modificheranno in parte il profilo delle bocche. Ma quello che si vede nel progetto di massima è un impatto paesaggistico contenuto. I detrattori puntano il dito sull'isolotto da costruire in mezzo alla bocca di Lido, che avrà un'altezza di tre metri e mezzo e ospiterà due edifici di controllo e servizio, uno di 11,5 ; metri e uno di 6,5 metri. Ma anche qui non si tratta che di in ventare, nella fase esecutiva del progetto, soluzioni compatibili in un ambiente in cui nessuno si scandalizza di scandali estetici peggiori. Tutta questa macchina di alta tecnologia, processata e promossa più volte, sta aspettando dunque un ennesimo grado d'appello. Contemporaneamente, e in maniera anomala rispetto a una normale procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, è in attesa di giudizio anche il pacchetto di misure alternative del Comune. Sono l'innalzamento delle insulae di Venezia a 120 anziché a 100 centimetri, l'apertura delle valli da pesca (una superficie di H8 chilometri quadrati sottratta alla circolazione dell'acqua lagunare per motivi di allevamento ittico), la riduzione della sezione delle bocche di porto e un nuovo orientamento dei moli foranei, la chiusura del Canale dei Petroli che unisce la bocca di Malamocco e Marghera, l'utilizzo del canale Fisolo per la navigazione e altre misuri? diffuse. Tutte sono state giudicate insufficienti, irrilevanti o negative dai cinque super-consulenti, che hanno confermato la superiorità del progetto della barriere mobili, pur raccomandando esplicitamente che la sua realizzazione avvenga senza sottrarre fondi alla manutenzione ordinaria della città e della laguna: se così accadesse, verrebbero compromessi i benefici ottenuti dal controllo delle acque alte. Un'altra viva raccomandazione degli esperti è la battaglia contro l'inquinamento. E chi potrebbe dargli torto? Nessuno ha mai detto che il progetto Mo.S.E. risolverà tutti i molti mali della laguna. Si può pensare a questo punto che a Roma si disattenda il parere di un collegio che lo stesso governo, sia pure oggi in crisi, ha nominato? A Venezia sono in molti a pensare che possa accadere, visto lo schieramento del ministro dell'Ambiente, dei Verdi e del Comune. Se Ronchi, insieme a Veltroni (è previsto che la valutazione di impatto ambientale avvenga di concerto con il ministro dei Beni culturali) farà pollice verso, il ministro dei Lavori pubblici potrà ricorrere al Consiglio dei ministri. Il progettone entrerà di nuovo in stallo per mesi. E poi, chissà. Intanto Venezia, alla quale l'Italia ha dato in venticinque anni ottomila miliardi, riprenderanno a macinare i veleni e le polemiche che hanno stancato il mondo. Roberto Antonello li .. Il .. Il * MQpyi il Casse di ^"f Si colmata^ jpj S. Pietrojyf in Volta É Litorale di Cavallino -M X. Bocca di Lido ,. Litorale di Lido Malamocco ^ ^ Bocca di J +jL ^*0a. Malamocco Litorale di Pellestrina $sX\fff',, Bocca di IL, %, Cn'099ia Chioggia^ |f%© Litorale di Sottomarino Sottomarina SALVAGUARDIA FISICA ■ Acque alte: difesa locale delle insulae dei centri storici lagunari e degli abitati del litorale **** Progetto delle opere mobili alle bocche di porto «At»9 per la regolazione dei flussi di marea in laguna Rinforzo del cordone litoraneo O Ristrutturazione e adeguamento dei moli foranei RIEQUIUBRIO AMBIENTALE Erosione delle strutture morfologiche della laguna: Recupero morfologico Degrado della qualità delle acque e dm sedimenti in lagun:i: Arresto e inversione dei processi di degrado PROGETTI E INTERVENTI SPECIALI ^ Studi e progetti per l'allontanamento del traffico *«i petrolifero dalla laguna di Venezia Percorso illuminato e attrezzato per facilitare l'accesso delle navi in laguna di notte o con nebbia n Progetto di fattibilità per la riapertura delle valli da pesca SALVAGUARDIA FISICA ■ Acque alte: difesa locale delle insulae dei centri storici lagunari e degli abitati del litorale **** Progetto delle opere mobili alle bocche di porto «At»9 per la regolazione dei flussi di marea in laguna Rinforzo del cordone litoraneo O Ristrutturazione e adeguamento dei moli foranei RIEQUIUBRIO AMBIENTALE Erosione delle strutture morfologiche della laguna: Recupero morfologico Degrado della qualità delle acque e dm sedimenti in lagun:i: Arresto e inversione dei processi di degrado PROGETTI E INTERVENTI SPECIALI ^ Studi e progetti per l'allontanamento del traffico *«i petrolifero dalla laguna di Venezia Percorso illuminato e attrezzato per facilitare l'accesso delle navi in laguna di notte o con nebbia n Progetto di fattibilità per la riapertura delle valli da pesca Concodi .Porto navigazione rifugio Paratoie a riposo Immissione di aria s Espulsione di acqua Nel disegno qui accanto, come In fase di sollevamento i cassoni, di norma sott'acqua, emergono solo quando si verifica l'acqua alta Sopra, le bocche della Laguna che ' la barriera mobile di 79 cassoni dovrebbe proteggere Il 21 ottobre Il sì o il no del governo al progetto In fase di esercizio Nel disegno qui accanto, come i cassoni, di norma sott'acqua, emergono solo quando si verifica l'acqua alta Sopra, le bocche della Laguna che ' la barriera mobile di 79 cassoni dovrebbe proteggere Il 21 ottobre Il sì o il no del governo al progetto

Persone citate: Bocca, Roberto Antonello, Ronchi, Veltroni