Ingerman, orgoglio di colf di Fulvia Caprara

Ingerman, orgoglio di colf Ingerman, orgoglio di colf «Vi dimostrerò che sono un 'attrice» ROMA. Per Randi Ingerman quella di «Tutti gli uomini sono uguali» potrebbe essere la grande occasione, per liberarsi definitivamente da etichette un tantino riduttive tipo ex-top-model, ex-ragazza della Vodka, ex-ospite fissa del «Maurizio Costanzo Show». Stavolta la splendida ragazza nata a Filadelfia nel '67 si è guadagnata un ruolo centrale, è il motore della storia e per di più recita in italiano: «Interpretare la parte della colf Eli è per me una sfida - ammette -. Credo molto in questo serial divertente e originale. Ora sto girando "Svitati" con Ezio Greggio, nel quale faccio la parte di . un'italiana». Prima di accettare il ruolo della cameriera tutto pepe nel serial di Capone, Ingerman aveva indossato addirittura le candide vesti della Madonna, nel film tv dedicato alla storia del miracolo di Fatima. Ma lì era solo una splendida e muta apparizione, non doveva parlare, solo colpire l'immaginazione del pubblico. «E' vero, sono stata modella - ha raccontato Ingerman -, ma poi non ho fatto come tante che, solo perché un po' 00-» nosciute, si sono messe, in testa di poter essere considerate attrici. Io ho studiato recitazione e da dieci anni sto sulle scene, soprattutto in America». In più occasioni la protagonita di «Tutti gli uomini sono uguali» ha snocciolato il suo fitto curriculum che comprende nientedimeno che una partecipazione in «Two Jakes» con Jack Nicholson e poi tanti film e telefilm girati negli Stati Uniti, tra cui «Mike Hammer» con Pamela Anderson e il più celebre «Miami Vice» con Don Johnson. Insomma, Inger- «Non ne di essere della vho recitacon Nic posso più a ragazza odka, to anche holson» man è anche in grado di fare paragoni: «Che differenza c'è tra i set italiani e quelli americani? Voi siete più simpatici, flessibii, loro più organizzati». La sua attrice preferita è Sofia Loren e in Italia Randi ha dichiarato di voler restare per un bel po', ma non certo perché, come hanno detto in passato i maligni, non ha avuto successo oltreoceano: «Quando mi definiscono ancora topmodel mi fanno ridere. Ho partecipato alle sfilate solo per quattro anni, poi sono diventata attrice, da Costanzo sono andata solo per farmi conoscere, adesso è un bel po' che non ci torno. Quanto alla pubblicità della Vodka me l'hanno offerta di nuovo, ma l'ho rifiutata, voglio fare altre cose». Guai a chiedere a Ingerman di una voce che era circolata ai tempi delle riprese di «Tutti gli uomini sono uguali» e cioè che la scelta sarebbe caduta su di lei solo dopo il forfait dell'ultimo minuto di Natalia Estrada. Meglio discutere di altro, per esempio del film «Parliamo di sesso», presentato all'ultimo Festival di Cannes, in cui Randi è «un'hippy, un'artista delusa, piuttosto sexy, che s'innamora sempre delle persone sbagliate». Il film uscirà in mezzo mondo e allora Ingerman si prenderà la sua rivincita su tutti quelli che vogliono farla passare per l'ennesima bella ragazza in cerca di fortuna tra i canali della tv nostrana. «Presentare? - aveva dichiarato candida durante le rirese del film di Capone) quest'estate -. No, non credo proprio di essere abbastanza brava per farlo». Fulvia Caprara «Non ne posso più di essere la ragazza della vodka, ho recitato anche con Nicholson»

Luoghi citati: Cannes, Filadelfia, Roma, Stati Uniti