L'eros tragico di Sant'Agostino di Marco Neirotti

L'eros tragico di Sant'Agostino Gaarder presenta il nuovo libro L'eros tragico di Sant'Agostino MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Mio caro Agostino, Dottore della Chiesa, vuoi sapere che cosa sei davvero? Un mammone, egoista e vigliacco: per obbedire a tua madre Monica e sperando così di salvarti l'anima, hai abbandonato la donna che amavi di testa e di letto e hai allontanato da lei il vostro figliolo. Ma chi ti ha detto che Dio, se c'è, vuole proprio creare infelicità? Pensaci». Sarebbe un botto il recupero di un documento del genere. Ma il documento non c'e o nessuno l'ha mai scoperto. Alla lacuna mette una perfida pezza - con cultura, fedeltà ai testi e ironia - Jostein Gaarder (il norvegese autore, tra gli altri, di // mondo di Sofia e II viaggio di Flisa bet) del quale ora Longanesi manda in libreria questa Vita brevis, lunga lettera di Flora Emilia, l'abbandonata, al santo filosofo. Il libro (tradotto da Roberto Bacci) è come la faccia dell'autore: arguto, divertito, ma ben consapevole. Gaarder (che finge di aver trovato in un mercatino il Codex Floriac) ricostruisce amore e fuga dei due, gravidanza, slanci del cuore e passioni erotiche, fino alle pressioni di Monica, madre di lui, suocera arpia, possessiva e condizionante, il tutto navigando tra i brani delle Confessioni. Nessun falso storico o forzature, ma tutto viene visto dagli occhi di Floria, la donna messa da parte e rimasta senza voce. E le Confes sioni sono un boomerang epocale. Gaarder, cosa le ha fatto sant'Agostino per demolirlo così? «Per carità, io mi sono appassionato all'unica autobiografia psicologica fino al Rinascimento. Ma, leggendo, pensavo: e la donna che dice?» La voce a Floria l'ha data lei. «Sì, ma tutto è basato sulle Confes sioni!, sui fatti reali come lui li espone. Ne vien fuori la sublimazione di un adulterio: lui diventa infe¬ dele alla sua donna per amore dell'astinenza in funzione di un'ipotetica salvezza dell'anima. E' una grande tragedia erotica, in cui un Dio e una madre-suocera congiurano per separare due che si amano». Dio e Moiùca, congiura di due egoisti? Già il Nobel al S arama go del «Vangelo secondo Gesù» irrita il Vaticano. Lei rincara? «Io ho rispetto per il Vaticano. In giugno sono stato alla loro Biblioteca per servizi della tv norvegese e ho incontrato persone straordinarie, più liberali dei loro portavoce. Non mi sto scusando: sto dicendo che è ora di riaprire il dibattito, dopo 1600 anni, su Sant'Agostino». Monica e Agostino hanno tradito l'amore e ne hanno avuto in cambio la santità? «Hanno agito per egoismo lei, per egoismo e doppia viltà lui. Senza tradire i dati reali, ho fatto si che quella donna offrisse riflessioni. Ridiscutiamo tante cose, a partire dal celibato dei preti, dal controllo delle nascite. Pensiamo a Madre Teresa che a Calcutta incitava a far figli». Ci ha pensato a vedere la questione, con la debita umiltà, dal punto di vista di Dio? «Certo. Agostino dice a Dio: voglio entrare nel Regno dei Cieli, quindi caccio Floria. E Dio: ma sì, buttala via. Agostino: abbiamo un figlio. E Dio: butta anche lui. Agostino: soffrirà. E Dio: chi se ne frega, salvati l'anima. Non è questo il Dio che vogliamo, un Dio che vuole che ci priviamo delle coso caro che ci ha dato e che imponiamo sofferenze». Che cosa vuole Dio? «Vorrà senz'altro che Agostino si beatifichi. Ma chi ha detto che ha stabilito quei prezzi? Come gli dice Floria, non potrebbe salvarsi l'anima con l'amore che proprio Dio gli ha dato? Che deve pensare Dio di chi non apprezza i suoi doni?» Marco Neirotti

Persone citate: Flora Emilia, Gaarder, Gesù, Jostein Gaarder, Longanesi, Madre Teresa, Roberto Bacci

Luoghi citati: Calcutta, Milano, Sofia