Alla ricerca del nonno perduto. Non criminalizzate Internet

Alla ricerca del nonno perduto. Non criminalizzate Internet LETTERE AL GIORNALE Alla ricerca del nonno perduto. Non criminalizzate Internet Da Piedicavallo a Colorado Springs Ho bisogno di aiuto per ritrovare ì miei parenti italiani. Il mio nonno Celestino Janutolo è venuto m America verso 1890. Era nato circa nel 1867 ed è moilo in un incendio prima della nascita di mio padre. Le sue vicende non sono molto conosciute dai miei parenti americani, ina sono riuscito a risalire alle sue origini nella bella città di Piedicavallo. Mi piacerebbe conoscere la storia dei miei antenati. Trilby Yanutola Pierce 1625 Bandedrock Court Colorado Springs Colorado, USA, 80919-5403 joe.pierce(«mci.com La pornografia e le nuove tecnologìe Io sono uno dei tanti che ha lavorato e lavora per aprire le porte di Internet all'utenza italiana. Dirigo una rivista di informazione, Intcr.net., e voglio ricordare e sottolioneare chi! la pedoi'ilia non è nata con Internet. Esisteva già molto prima. Criminalizzare Internet perché anche i pedofili e i malavitosi possono servirsene equivale a demonizzare chi, alcuni millenni fa, ha provato a fondere i primi metalli, dato che con essi si possono fare armi mortali, o chi ha inventato la scrittura e più tardi la stampa, perché con questi strumenti si possono fissare e divulgare concetti blasfemi, o la fotografia perché consente di riprendere immagini sconvenienti di pedofilia. Internet è molto di più che un caso di trasmissione di foto porno. E' vero, in rete esistono alcune centinaia di siti con im magini indecenti, ma sono cer tamente meno delle testate porno registrate presso i tribù nali italiani, e ben misera cosa a fronte delle decine di migliaia di siti universitari e culturali e delle centinaia di migliaia di si ti di servizio e d'impresa. Notoriamente i pornografi sono sempre tra i primi a profittare delle nuove tecnologie: è stato così all'inizio delle tv libere; il fenomeno si è ripetuto con la videoregistrazione; avviene tuttora per la tv via satellite (anche se i giornali non ne parlano, non è porno uno dei canali a pagamento più seguiti dagli italiani?). Nessuna persona di buonsenso, però, ha mai condannato per questo la privatizzazione della tv, l'invenzione delle videocassette o la diffusione delle parabole satellitari, né ha mai ricondotto ad esse tutte le altre calamità che incombono sul Pianeta. Michele di Pisa, Gaggiano (Mi) mdipisa(«>systems.it Troppi spot in mezzo ai Simpson Domenica 13 settembre, i 3 episodi dei Simpson trasmessi a partire dalle 21:00 su Italia 1 sono stati interrotti più volte da spot pubblicitari. Ma le Leggi italiane non vietavano l'introduzione di pubblicità all'interno dei cartoni animati? Ancora una volta nessun rispetto per autori e spettatori. Simpson Italia http://manetone.com/simpson Prodi, genuino «dilettante» Le cronache sul voto che ha sfiduciato ii governo del'Ulivo sono piene di considerazioni di scafatissimi professionisti della politica che «avevano capito tutto» e che stigmatizzano, per usare un eufemismo, le presun te ingenuità di un dilettante co me Prodi. Credo, invece, che siano quei politicanti a non avere capito che molti cittadini «ingenui» hanno apprezzato la coerenza di Prodi e Veltroni nel rispettare il mandato degli elettori del 21 aprile 1996. La responsabilità della caduta del governo era e rimarrà dell'Onorevole Bertinotti e compagni, non certo dell'«idealismo ulivista» incapace di comprare quattro o cinque voti sottobanco. Flavio Brugnoli Torino flbrugninUin.it Lo spazio per Battisti non è mai troppo Leggo con un po' di ritardo la lettera del signor Comba del 16 settembre e mi sembra vergognoso che qualcuno si lamenti del troppo tempo concesso da un telegiornale alla morte di Lucio Battisti: sicuramente è più vergo- gnoso che si concedano ampi spazi alle vicende sessuali del presidente degli Stati Uniti o ai contorti arzigogoli mentali di alcuni leader politici italiani. In ogni caso non è certo fuori luogo che si celebri degnamente la scomparsa di un grande artista, sia egli pittore, musicista o architetto. E' vero che «solo» 15 su 55 milioni di italiani hanno seguito il festival di Sanremo; ciò non significa che agli altri quaranta milioni non piaccia la musica (eccettuato naturalmente il signor Comba): semplicemente vuol dire che a quei quaranta milioni non interessa il festival di Sanremo, oppure che hanno di meglio da fare che guardare la televisione. E' ben noto oltretutto che il nostro è un popolo che adora la musica. Si alzi in piedi chi non ha mai canticchiato, sia pure un motivetto popolare, o chi non ha mai ascoltato musica alla radio o al giradischi; e si alzi in piedi chi non ha mai canticchiato una canzone di Battisti: Dr. Antonio Venza, Novara Basta con i treni torniamo alle auto Ci piacerebbe segnalare ancora una volta (non sarà la prima, ma neanche crediamo l'ultima), i clamorosi disservizi a cui sono soggetti i pendolari dei treni FF.SS. Anche nei giorni scorsi tanto per cambiare, il locale delle 7.34 a Rho per Milano è giunto in ritardo (e fino a qui, direte voi, sai la novità...) e strapieno (praticamente assieme ad altri ci siamo dovuti accomodare in piedi in uno scomparto postale o quasi); queso secondo noi è conseguenza del dissennato taglio del numero dei treni che la gestione ultima delle FF.SS. ha proposto per salvare capre e cavoli di bilancio, ma che dei pendolari (N.B. senza i nostri soldi le FF.SS. dove andrebbero?) se ne frega altamente, tanto noi del treno abbiamo bisogno... E chissà poi perchè i controllori in queste mattine non passano mai, tanto che uno si chiede perchè dovrebbe pagare il biglietto, il quale già sappiamo che prima o poi ci verrà aumentato delle solite, misere 3-4 mila lire, che negli anni però hanno più che triplicato il costo del biglietto, mentre i treni sono sempre i soliti carrozzoni. Alla faccia della nostra coscienza ambientalista, un giorno preferiremo utilizzare l'auto, che per quanto inquinante e costosa, perlomeno ci consente di viaggiare da esseri umani. Andrea Angioletti andangio^hotmail.com Anche il «reggicalze» ha la sua storia Ho letto con molto interesse l'articolo di Calcagno sulla storia delle parole. Ma il «Reggicalze» come si chiamava prima? Prima le cose stavano così: le signore che avevano soldi portavano il busto al quale erano attaccate quattro giarrettiere che reggevano le calze. Le altre donne portavano degli elastici a forma di anelli che circondavano le parti alte delle cosce. Ricordo che i medici dicevano che facevano venire le vene varicose. A un certo momento le dimensioni del busto si ridussero sempre più. Non serviva più come busto ma lo si adoperava per le calze. Lo si chiamava «bustino». Poi, a un certo momento questo bustino si ridusse ancora da più direi sulla metà degli anni Cinquanta - e lo si chiamò reggicalze. Poi arrivarono i collant. Adelia Vecchiotti Antoldi Piacenza Il vero nome di Mrs Wintour Mrs Wintour, direttrice di Vogue America, si chiama Anna e non Ann, com'è stato pubblicato per uno spiacevole refuso sulla Stampa dell'8 ottobre. Chiara Beria d'Argentine Ls lettere vanno inviati LA STAMPA | f Via Marenco 32,10126 TORINO\J fax 011 - 6568924 1 e-mail lettere@lastampa.it |