Argentina Anni 40, la voce degli ebrei

Argentina Anni 40, la voce degli ebrei La saga dell'emigrazione italiana dopo le leggi razziali: in un libro storie e ricordi Argentina Anni 40, la voce degli ebrei Dalle antiche ricchezze alle nuove fortune s EMBRAVA una festa a Versailles». Gli uomini - la sera - indossano lo smoking bianco, le donne abiti lun ghi e gioielli. La nave inglese Alcantara, diretta verso il Sud America, parte da Cherbourg il 29 agosto '39, pochi giorni prima che l'Inghilterra entri m guerra. E' l'ultimo transatlantico che lascia l'Europa prima del conflitto. A bordo ci sono tutti gli ambasciatori possibili, il grande medico Voronoff, Ortega y Gasset con moglie e figlia, «il padrone del grande impero delle armi» Fritz Mandel, e ebrei italiani che - all'indomani dell'introduzione delle leggi razziali nel nostro Paese - cercano nuovi spazi di libertà e di vita. Nelle cabine di prima classe c'è anche Elsa Pirani Lòwenthal, con il giovane marito, i suoceri, una cerchia di parenti che sono banchieri, grandi commercianti, finanzieri. Lei ha 18 anni, si è appena sposata e subito ha dovuto disfare la casa. Parte oppressa dall'angoscia e dal timore per il futuro. Però non dimentica i lati comici di quel viaggio. «I miei suoceri avevano un cagnolino pechinese che amavano molto, con il suo cestino fuori dalla cabina. Fritz Mandei aveva due levrieri meravigliosi che il suo domestico portava a passeggio tutte le mattine sul ponte», ricorda. Arrivarono a destinazione dopo una traversata che ebbe anche momenti avventurosi: «La nave da guerra tedesca Graf von Spee ci inseguì da Rio de Janeiro a Buenos Aires, giravamo a tal punto che non capivamo più l'orologio perche non seguiva il fuso orario» La sua testimonianza si inserisce nella fitta trama delle voci e delle storie che Eleonora Maria Smolensky e Vera Vigevani Jarach hanno raccolto per raccontare un capitolo davvero particolare dell'emigrazione ebraica. Il libro, pubblicato da il Mulino sotto l'auspicio dell'Istituto Italo Latinoamericano, si intitola Tante Voci, una storia - Italiani ebrei in Argentina - 19381948. Arrigo Levi - che in Argentina emigrò nel '42 con la famiglia e il padre, avvocato modenese ebreo e antifascista - nella prefazione parla di «una piccola storia nel quadro dell'immensa tragedia dell'ebraismo europeo, una storia "diversa", che riguarda un gruppo di ebrei fortunati, borghesi ebrei cosmopoliti... ebrei dichiarati e orgogliosi di esserlo ma anche italiani dichiarati e orgogliosi di esserlo... partiti non in cerca di terra e lavoro ma di un temporaneo rifugio per una permanenza che molti ritenevano non dovesse durare a lungo». Avevano lasciato case lussuose, le villeggiature di Viareggio e San Martino di Castrozza, cattedre uni¬ versitarie, aziende, studi legali in piena attività, uffici di direzione di banche e istituti assicurativi. Molti persero tutto, per realizzare i soldi con cui corrompere gli addetti dell'ambasciata argentina e ottenere i visti. La perdita dei privilegi di cui godevano in Italia fu per alcuni terribile. La scoperta di mi antisemitismo strisciante e un fascismo ostentato rinsaldò legami e convinzioni. Tanti fecero fortuna. Tanti non poterono inserirsi, come l'avvocato che per mesi e mesi fece il dattilografo, per appropriarsi della lingua. Trovarono subito laboratori scientifici, cattedre universitarie, studi di ricerca, corsie ospedaliere, i medici, i matematici, gli scienziati, gli studiosi di diritto, i linguisti, che emigrati già adulti - portavano titoli accademici e notorietà conquistata tempo prima presso i colleghi argentini. Si intrecciarono cosi le culture dei due Paesi, passando attraverso famiglie come i Terracini, i Segre, i Solari, i Treves, i Lattes. Anche Margherita Sarfatti approdò a Buenos Aires. Scrisse per giornali di cultura. Frequentò intellettuali e artisti come Adolfo Bioy Casares, Jorge Luis Borges. Non gli ebrei esuli. «Intorno a lei subito si era formato il vuoto», ha ricordato Tullia Zevi. Liliana Madeo Tante voci, una storia. Italiani ebrei in Argentina 1938-1948, di Eleonora Smolensky e Vera Vivegani Jarach, sarà presentato domani alle 21 alla Comunità Ebraica Torinese. A discuterne, con le autrici, Michele Sarfatti, Bernardino Osio, Paola Di Cori, Anna Bises Vitale. Una immagine di Buenos Aires ai tempi della emigrazione ebraica italiana