Treni tedeschi pronti a entrare nella rete Fs di Bruno Gianotti
Treni tedeschi pronti a entrare nella rete Fs Aumento delle tariffe, deciderà il prossimo Cipe Treni tedeschi pronti a entrare nella rete Fs ROMA. Viaggeremo alla tedesca, forse, se le intenzioni di Bonn si faranno più concrete, l'ino ad arrivare a una proposta concorrenziale. Il presidente delle Fs, Claudio Demattè, l'ha confermato ieri: «Che ci sia una domanda depositata non mi risulta, ma di certo c'è l'interesse». La Deutsche Balm, la ferrovia tedesca potrebbe quindi candidarsi a gestire almeno una quota dei servizi passeggeri delle ferrovie italiane. Niente di più preciso, al momento: non è chiaro se la Db punti a entrare soltanto nella gestione dei servizi, oppure a calare con un vero e proprio sistema di treni sulla rete italiana in concorrenza con le Fs (le norme comunitarie hanno di fatto liberalizzato i binari), oppure abbia un progetto più vasto: non solo treni viaggiatori, ma anche treni merci, molto più redditizi. Di certo, alle Fs c'è una certa apprensione, perchè le ferrovie germaniche, modello di precisione e di tecnologia, da tempo stanno rinnovando il parco dei locomotori, adattandoli anche alla tensione italiana o costruendoli già «bicorrente»: in entrambi i casi possono circolare sulla rete italiana, e sulla rete tedesca e su quella svizzera (utilizza lo stesso tipo di corrente). E le Db non solo le sole a interessarsi dell'Italia: una intenzione dello stesso genere era già arrivata dalla Gran Bretagna, dalla Virgin Rail, la compagnia del multimiliardario Richard Branson, che ha rilevato dalla British Railways una grossa parte della rete. Tutto per effetto della direttiva che impone ai Paesi Ue di aprire le reti ferroviarie a tutti ed a dividere le società di gestione in due Spa: una per le infrastrutture e una per il traffico. A cose fatte, chiunque ne abbia le possibilità potrà contrattare il pedaggio di un proprio treno sui binari europei. Un regime di concorrenza che apre nuovi problemi e stimola concorrenza e alleanze. Le Fs stanno ad esempio lavorando ta tempo con le ferrovie svizzere su un progetto di società mista per le merci. E Demattè ha ammesso ieri che il percorso sarà ancora lungo: «Il progetto ha molto senso dal punto di vista strategico; il vero problema è come fare a far nascere un'azienda che sia autenticamente competitiva, perchè loro hanno dei costi particolari sul fronte del personale che non sono sufficienti per reggere la concorrenza». Di merci e concorrenza si parlerà oggi nel Consiglio di amministrazione, ma non è escluso che si torni sul piano d'impresa già affrontato all'inizio di ottobre e subito rinviato a dicembre. Il problema principale, che condiziona tutti gli altri, resta però la liberalizzazione che ritarda: «C'è stato un segno irreversibile - ha detto Demattè - una inversione di marcia alla liberalizzazione, per questo motivo il Cda chiederà allo Stato italiano di poter essere messo nelle condizioni di poter competere con la concorrenza». L'accenno, non casuale, riguarda proprio le ferrovie della Germania, che hanno abbassato il costo del lavoro accollando allo Stato la quota di salario che eccede la media europea. E' una soluzione cara a Demattè: «Il Consiglio delle Fs ha sostenuto - non rema contro la liberalizzazione anche se chiede al governo di poter affrontare il mercato senza i fardelli di un costo del lavoro troppo elevato». Ad alleviare le pene delle Fs potrebbe arrivare a giorni la delibera del Cipe sull'aumento delle tariffe. Il sottosegretario ai Trasporti Pino Soriero ha annunciato che se ne parlerà nella prossima riunione: «Abbiamo verificato che sono stati risolti tutti i problemi tecnici e ora ci sono tutte le condizioni perchè il Cipe possa approvare rapidamente l'adeguamento tariffario». L'aumento sembra quindi scontato, nonostante le condizioni poste dal ministro Burlando (biglietti più cari solo se migliora il servizio). Secondo Soriero sono già stati predisposti i meccanismi di verifica: se non miglioreranno le condizioni di viaggio, scatteranno le penali a carico delle Fs. Bruno Gianotti Il presidente Demattè «Non so se esista già la domanda depositata ma c'è un interesse» Anche la Virgin del multimiliardario Richard Branson ha un suo progetto per sbarcare in Italia Un treno ad alta velocità in Germania Le ferrovie tedesche pensano di entrare sul mercato italiano
Persone citate: Burlando, Claudio Demattè, Demattè, Pino Soriero, Richard Branson, Soriero
Luoghi citati: Bonn, Germania, Gran Bretagna, Italia, Roma
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