«Con l'Euro non si torna indietro» di Marina Cassi

«Con l'Euro non si torna indietro» Testore «Con l'Euro non si torna indietro» Roberto Testore TORINO. «Guai se lo stato di presente turbolenza finanziaria ci rendesse scettici sull'Euro, dopo lo sforzo collettivo che abbiamo fatto per conquistare la moneta unica. E guai se la sfiducia ci portasse a rimettere in discussione la globalizzazione dell'economia». L'amministratore delegato della Fiat Auto, Roberto Testore - intervenendo ieri a un incontro de «I Martedìsera» organizzato dal Centro congressi dell'Unione industriale e introdotto dal presidente dell'Unione Francesco Devalle - ha difeso con passione il ruolo dell'Euro e della globalizzazione sottolineando come, in un tempo brevissimo, si sia passati da una «atmosfera serena e fiduciosa» a «una atmosfera da fine millennio ancor più che da line secolo». La colpa del mutamento di clima è soprattutto delle Borse mondiali che «hanno registrato una serie impressionante di cadute». E anche la globalizzazione «su cui si era pronti a scommettere come motore di crescita - dopo le difficoltà incontrate dai Paesi emergenti e dalla Russia - è stata a più riprese chiamata sul banco degli imputati». E a queste accuse Testore ha risposto: «Chi protesta non considera che la caduta delle barriere ò stato il più importante fattore di crescita degli ultimi 40-50 anni. Oggi il 25% del prodotto mondiale viene esportato, era il 7 nel '50». Ha aggiunto: «I Paesi in via di sviluppo esportano addirittura il 40% di ciò che producono; vuol dire che si sono rapidamente integrati nell'economia mondiale e stiamo parlando di centinaia e centinaia di milioni di persone». E Testore ha anche ricordato che «la validità di un progetto industriale non va misurata sui rumori e sulle tempeste dell'universo finanziario; i tempi dell'industria sono inevitabilmente diversi rispetto a quelli della finanza e della Borsa». L'amministratore delegato della Fiat Auto ha ribadito la filosofia delle scelte dell'azienda: «Allargare la nostra presenza nel mondo, soprattutto in quei mercati emergenti che oggi scontano più intensamente le conseguenze della crisi finanziaria». E ha polemizzato: «Si può dire tutto quello che si vuole sul momento presente e le sue difficoltà, ma il futuro dell'industria dell'auto non sta né in Europa, né negli Usa, né in Giappone. Tutte le più aggiornate ricerche continuano a dirci che in America Latina, Europa Orientale, India e Cina nel 2007 le vendite saranno del 50% superiori rispetto al '97». Ovviamente però «l'Europa resta il nostro mercato domestico» e Testore ha sottolineato che è «un mercato che si sta comportando piuttosto bene». Ma non ha nascosto che «l'industria continentale sarà chiamata nei prossimi mesi a confrontarsi con una sfida molto intensa: non possiamo trascurare il fatto che la crisi in Asia sta regalando ai nostri concorrenti del Giappone e soprattutto della Corea un differenziale di competitività con il quale dovremo misurarci». La soluzione sta nell'aumeniare la competitività che è una questione «che non si può delegare solo alle aziende: investe tutto il nostro sistema economico e sociale». Marina Cassi Roberto Testore

Persone citate: Francesco Devalle, Roberto Testore, Testore