Telecom, scatta l'ora dei processi di Ugo Bertone

Telecom, scatta l'ora dei processi Oggi inchiesta sulla fuga dei dati di bilancio. Agnelli: una gaffe imperdonabile Telecom, scatta l'ora dei processi Rossignolo nella tempesta MIIJVNO. «Oggi? Una giornata tranquillissima...» Se lo dice lui, Gian Mario Rossignolo, il presidente di Telecom, c'è da credergli. Eppure, la giornata, a giudicare dalla ratfica di notizie corse sui terminali delle agenzie, è stata una delle più drammatiche dell'agitata storia recente del gruppo telefonico, dalle bordate in arrivo dall'ini («il pasticcio sui dati - avverte Umberto Agnelli - e una gaffe imperdonabile») l'ino al fuoco di fila dei grandi investitori Usa... «Voci, solo voci - minimizza Rossignolo -. Voi giornalisti vivete di voci...» e si ritira, a tarda sera, nella sua casa romana (rinunciando in extremis alla prevista uscita televisiva da Pinocchio) mentre da Telecom filtra solo, a conclusione della riunione del comitato esecutivo, che oggi comincerà l'inchiesta «per accertare le responsabilità sulla diffusione dei dati previsionali di bilancio». Il comitato «corporate governante ed audit», si riferisce in una strana commistione anglomediterranea, composto da Rossignolo, Gustavo Visentini e Jeffrey Livingston (il più critico verso le gaffes della gestione) stamane ascolterà nientemeno che i tre direttori generali, Fulvio Conti, Francesco De Leo e Massimo Sarmi, più il direttore della comunicazione Marco Pellegatta e quello per le risorse umane, Luciano Scalia. L'obiettivo? 11 «genio» che ha reso possibili i messaggi, contraddittori, della passata settimana che hanno provocato il crollo del titolo in Borsa. Proprio dalla Borsa, intanto, ò arrivata l'unica nota positiva della giornata: il titolo Telecom ha messo a segno un lusinghiero rialzo (+5,75%), dopo le caduti? verticali della scorsa settimana. Per il resto, però, attorno ai vertici dell'ex monopolio telefonico si respira aria di assedio, al punto che, per tutta la giornata, si sono diffuse voci di prossime dimissioni, sia di Gian Mario Rossignolo che di vari responsabili operativi del gruppo. All'attacco, afferma un tam tam sempre più insistente, sono i fondi di investimento Usa e britannici, in- ferociti dopo le ultime uscite di Telecom. Jeffrey Livingston, rappresentante in consiglio per conto dei fondi Usa, si limita a un secco «no commenta di fronte a chi gli chiede se ha scritto una lettera in cui chiede lo dimissioni di Rossignolo. «Parlo solo con il consiglio - dice - non sarebbe corretto esprimermi con altri...». (ih analisti della City londinese sono più espliciti. Alla Stationer's Hall, terza tappa del «road show» della società italiana, è stato in pratica intentato un processo nei confronti della gestione di Rossignolo. A Fulvio Conti, direttore generale del gruppo, non è rimasto che «chiedere scusa» e assicurare che «io, che faccio parte del management, lavoro 16 ore al giorno». Nemmeno dall'Italia, per la verità, è giunta una sola voce a favore di Rossignolo e dei suoi più stretti collaboratori. Rupert Murdoch, per concludere, ha mandato dall'Australia il suo messaggio, allargando le braccia: con questa Telecom, chissà che si potrà combinare... Non è una grande benedizione in vista del prossimo confronto con la Rai, venerdì prossimo, per concludere, finalmente, l'annosa trattativa sulla piattaforma digitale. La prima bordata arriva in mattinata, da Milano. Umberto Agnelli, di fronte agli azionisti radunati per valutare i conti di [fi-Ifil, si sofferma sull'investi¬ mento Telecom. «Ifil - ammette il dottor Umberto - detiene una partecipazione in Telecom pari allo 0,6% del capitale. Le perdite rispetto al valore di carico ammontano a 100 miliardi». Niente di irreparabile, anche perché «sono molte le società del settore che hanno preso botte più forti. A livello di gestione, comunque, c'è la possibilità di migliorare notevolmente». Ma, ha sottolineato Umberto Agnelli, ciò non toglie che «a livello della comunicazione sono state gaffes al limite dell'imperdonabile...». Il consiglio Telecom, è la conclusione, «prenderà al proposito le decisioni che riterrà necessarie». La giornata, insomma, non è tra le più fauste per il management Telecom. A questo punto, come minimo, si dà per certo il prossimo arrivo di un amministratore delegato al fianco di Rossignolo. Ma chi sarà? Si è parlato di Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat, ma l'avvocato Giovanni Agnelli stronca sul nascere le voci. «Sono tutte storie - liquida la questione il presidente onorario del gruppo Fiat - che non stanno né in cielo né in terra. Cantarella qui sta bene, qui c'è bisogno di lui e lui ci sta volentieri». La soluzione del «puzzle» Telecom, al di là dei processi e delle «purghe» interne, è ancora lontana. Ugo Bertone A Londra la City chiede la testa del presidente che invece ostenta sicurezza: «Solo voci» Il titolo si riprende in Borsa: più 5,75% mm Il presidente della Telecom Italia Gian Mario Rossignolo

Luoghi citati: Australia, Italia, Londra, Milano, Usa