Manette per una mazzetta a rote di Paolo Colonnello

Manette per una mazzetta a rote Consigliere comunale accusato di corruzione. La denuncia del critico gastronomico Raspelli Manette per una mazzetta a rote Cinque arresti nel Milanese MILANO. Indagato, «avvisato» e, ieri, arrestato. E' la parabola di Giovanni Terzi, 34 anni, architetto, promessa di Forza Italia a Milano, dove da un anno ricopre la carica di presidente della commissione urbanistica. Ma l'accusa, corruzione, non ha niente a che vedere con la giunta di Albertiiii, bensì con la passata attività d; assessore nella tempestosa amministrazione del Comune di Bresso, nella cintura della città, retto da una giunta Polo-Lega. Secondo i pm Fabio Napoleone e Claudio Gittardi, ò in queste vesti che Terzi, nel '97, avrebbe finito d' ricevere una presunta tangente di 250 milioni dai titolari di due società, la «.Rum spa» e la «Arianna srl», proprietari di un'area nel centro eli Bresso destinata a verde pubblico e ceduta al Comune in cambio di una lottizzazione da 300 mila metri cubi per edilizia residenziale e popolare. Un affare da 108 miliardi, sovvenzionato dalla Regione, e che ha attirato l'anno scorso l'attenzione della magistratura dopo alcune denunci; del Pds e polemiche dell'ex assessore alla cultura: Edoardo Raspelli, il critico gastronomico de «La Stampa», che per questo motivo abbandonò «disgustato» la politica. Una pioggia di miliardi che, secondo la procura, avrebbe indotto i protagonisti di questa storia a falsificare atti pubblici, accelerare pratiche e favorire i costruttori in cambio di una tangente che ammonterebbe a un miliardo c 200 milioni. Cosi come risulta da uno schema sequestrato nel luglio scorso a un altro costruttore finito in carcere, Gabriele Sabatini, titolare della «Arianna srl», accusato di aver versato 30 milioni al segretario comunale di Bresso, Ezio Lopes, che pure venne arrestato e che l'altro ieri ha fatto ritorno al suo ufficio. Nel foglietto sequestrato si leggeva: «Mediazione Favole (un architetto): 90 milioni; amici: 800 milioni; arch.: 250 milioni; convenzioni 50 milioni». Ove alla voce «arch.: 250 milioni» gli inquirenti, dopo tre mesi di indagini, hanno collegato il nome di Terzi, facendo scattare le manette. Resta da capire chi sono «gli amici», destinatari di 800 milioni. Ieri a San Vittore, oltre a Terzi, sono finiti anche i titolari di una delle due società (la «Ram») interessate alla lottizzazione: i fratelli Walter, Igino e Angelo Bottani. E con loro un architetto, Michele Ugliola, ex socialista transitato per Forza Italia, il quale avrebbe fatto da intermediario per il versamento della mazzetta a Terzi, «schermando» le dazioni all'ex assessore con fatture per consulenze mai avvenute presso la sua società, la «Te.Ma.», in cui gli inqtiirenti hanno rintracciato la ricevuta di un versamento di 22 milioni. Il coordinamento di Forza Italia si dice «sorpreso» dell'arresto di Terzi, parla di «teoremi» e lamenta un «singolare tempismo» in prossimità di elezioni che tra 40 giorni si terranno a Bresso. Ma l'inchiesta non è finita. Nel provvedimento di cattura i magistrati segnalano una serie di irregolarità amministrative vistose del Comune di Bresso per dare il via alla lottizzazione e ottenere i finanziamenti della Regione. Ad esempio il fatto che, «contrariamente a quanto avviene per altri interventi ammessi al finanziamento», «non vennero mai formalmente approvate controdeduzioni in sede comunale e, anzi, le stesse osservazioni presentate (dal capo area tecnica, ndr) non vennero mai formalmente trasmesse dal Comune di Bresso alla Regione Lombar¬ dia, la quale, stranamente - scrivono i giudici -, prestò acquiescenza e non escluse il Comune dalla procedura». In altre parole, gli amministratori di Bresso inquisiti (oltre a Terzi sono sotto inchiesta il sindaco e il vicesindaco leghisti) potrebbero aver avuto qualche complice alla Regione, la cui sede, in agosto, è stata visitata dalla Finanza. Paolo Colonnello | Giovanni Terzi, l'architetto arrestato ieri

Luoghi citati: Bresso, Comune Di Bresso, Milano, Terzi