Ziuganov: perché la Russia merita un altro Presidente

Ziuganov: perché la Russia merita un altro Presidente Ziuganov: perché la Russia merita un altro Presidente IL LEADER COMUNISTA SMOSCA INGOIARE destino il suo: del candidato a Presidente che è sempre in testa a tutti i sondaggi e che probabilmente non lo diventerà mai. Ma Gennadij Ziuganov è oggi sotto il fuoco dei riflettori non tanto perché potrebbe sostituire Eltsin nei sontuosi uffici del Cremlino, quanto perché da lui - il capo dei comunisti russi - comunque, bene o male, dipenderà in gran parte il futuro della Russia. Chi l'avrebbe detto nel 1992? 0 anche nel 1996? Adesso c'è la coda davanti alla porta del suo ufficio alla Duma. Gennadij Andreevic, in Occidente molti pensano che i comunisti siano di nuovo al potere in Russia e considerano lei come il vincitore. Ma prevale la paura. Si pensa che affosserete la riforma. Hanno ragione o torto? «Non pensavo che l'opinione pubblica in Occidente fosse così inerte. E' da dieci anni che stanno fermi su questi stereotipi. E non vedono i! vero pericolo, che è l'«albanizzazione» della Russia. Con la differenza che sarebbe mille volte peggio. Hanno cercato di costruire da noi, con l'aiuto attivo dei consiglieri americani, un capitalismo criminal-mafioso-corrotto, di cui gli europei si vergognerebbero in casa loro. Quel sistema è crollato in quattro settimane. Il premier Cernomyrdin ha trasformato la Russia in un casinò nel quale tutti hanno finito per perdere. In pratica hanno perduto tutti i 147 milioni di russi, in cinque sensi in pochi anni. Prima hanno perduto il loro Paese, poi il lavoro, poi i risparmi, infine il salario. Adesso anche la classe media è stata messa sul lastrico. Ma non è la Classe media come la vedete voi: parlo di tutti quelli che pensavano di avere un futuro tranquillo, lavoratori qualificati, militari, giornalisti, insegnanti, dirigenti aziendali. Adesso sono tutti a piedi, quelli dei tempi sovietici e quelli dei tempi post-sovietici...». Anche gli oligarchi, i banchieri, sono andati in fallimento? «Anche. Erano dei palloni gonfiati e sono esplosi, anche perché giocavano pure loro al casinò, con le obbligazioni di Stato con interessi del 200-300%. Tutto questo è avvenuto con la benedizione di Eltsin e del suo governo. In Occidente ancora non l'hanno capito? Peccato. E' bene che capiscano che l'era di Eltsin è finita. Il suo funerale politico è stato celebrato il 7 ottobre. E non creda alle fandonie dei media: sono scesi in piazza più di venti milioni di russi. Adesso il problema è uscire da questa crisi senza scontri e guerre. Il che significa cambiare la Costituzione». Ma come tranquillizzare l'Occidente? «Non credo che abbiano poi così tanta paura di noi, di me. Mi pare che ci siano molti che capiscono che noi siamo un grande partito, e una grande coalizione popolare-patriottica che esprime una vasta parte del Paese. Noi siamo per il pluripartitismo. Siamo una forza d'ordine. E' questo potere che invece ama gli stati d'emergenza». «Non capsuccede.un Pa Mi faccia capile perché insistete per l'impeachment contro Eltsin. Se lo considerate un cadavere politico non ne vedo lo scopo. O temete che possa ancora ostacolarvi? «Eltsin è un masso nero che ostruisce la via per una riforma vera. In Russia oggi non c'è solo il governo Primakov, c'è anche un governo del Cremlino che mette i bastoni tra le ruote. Gente che usa quest'uomo ormai disfatto. Attorno a lui c'è un Politburò di famiglia che impone le sue scelte. E' già la seconda volta quest'anno che gettano il Paese nel disastro. E' gente che pensa soltanto a come scamparla e mantenere il potere, che ignora che meno del 2% dei russi crede ancora in Eltsin. E poi noi non voghamo solo l'impeachment. Proponiamo che se ne vada per sua scelta. Non vuole. Chiediamo di cambiare la Costituzione per limitare i poteri di un solo uomo, che per giunta non è più in grado di esercitarli. Per cui sono come un bavaglio soffocante per il Paese. Bisogna approvare la legge che istituisce l'Assemblea Costituzionale, in modo che si possa discutere delle modifiche in una sede parlamentare e non sulle barricate. Infine ci vuole una legge che impedisca al Presidente di licenziare il premier a suo piacimento. Che imponga una verifica parlamentare e una decisione presa di concerto con le due Camere». C'è tempo per tutto questo? «I progetti sono pronti, possono essere discussi e approvati in pochi giorni. L'uscita di scena di Eltsin è questione delle prossime settimane, massimo mesi. E' in pieno marasma senile. Non capisce quello che accade. Non è più in grado di leggere i documenti. Che vergogna! Un Paese come il nostro, con una fantoccio di legno alla sua testa. Ma la sua dipartita politica dev'essere organizzata in modo che gli eredi non si azzuffino al capezzale. Per questo ho chiesto al Consiglio della Federazione di approvare subito una risoluzione di «garanzie per il governo». Altrimenti una delle prossime mattine sveglieranno Primakov facen- dogli leggere un decreto di Eltsin che lo manda in pensione». Lei pensa davvero che questo possa accadere? «Penso che dobbiamo proteggere il governo da un individuo che non sa neppure guidare se stesso, avendo in mano tutte le redini del potere, e da un entourage di insetti che sono occupati solo a dividersi la torta. Noi stiamo cercando faticosamente di mettere in piedi un governo. Prima non c'era nessun governo. Cernomyrdin apriva e clùudeva due tubi, petrolio e gas. Il Cremlino e la «famiglia» si occupavano di armi e di gioielli, e Ciubais curava l'aiuto finanziario dell'Occidente, natural¬ mente non dimenticando i suoi interessi privati». Se ben capisco c'è l'ipotesi che il Paese resti senza Presidente per un certo periodo. «Secondo la Costituzione il premier può svolgere le funzioni per tre mesi. Primakov è uomo esperto, ottimo diplomatico, discreto giornalista, ottimo agente dei Servizi. Tenere insieme tutte queste professioni è cosa rara, spero ne convenga». Ne convengo. Ma intanto l'Assemblea Costituzionale non c'è. Come procedere alle modifiche senza violare le regole? «Adesso la procedura è impraticabile. Occorrono i due terzi della Du- ma, poi i due terzi del Senato, poi, se il Presidente non firma, tutto si blocca. L'Assemblea Costituzionale è un passaggio obbligato: con rappresentanti delle due Camere, del governo, del Presidente, dei sindacati, delle confessioni religiose. Là il Presidente sarà uno dei tanti». Come giudica i primi atti di Primakov? Quali sono le vostre priorità? «Scriva che Ziuganov difende la proprietà statale, quella collettiva, e quella privata. Daremo il benvenuto a investimenti esteri nell'economia reale. Per gli investitori, inclusi quelli stranieri, prevederemo forti agevolazioni fiscali e garanzie adeguate con leggi dello Stato e non solo con decreti». E come vede la prosecuzione della privatizzazione? «Quella di Ciubais non è stata una privatizzazione ma una rapina. A mio avviso la privatizzazione si doveva usare per raccogliere capitali e introdurre nuove tecnologie. Cosi purtroppo non è avvenuto». E quali piani ha Gennadij Ziuganov? «La Russia ò di sinistra, per carattere. Sulla destra elli c'è? Eltsin, Cernomyrdin, Ciubais, Gaidar, Zhirinovskij e Barkashov. Non hanno idee, né progetti diversi da quelli di continuare a mangiare. Da quella parte potrebbe d'un tratto trovarsi anche Lebed. Per lui non è importante, basta essere al vertice. Il resto è composto di pigmei che strillano ma non sono nessuno. Noi siamo l'unico, vero partito del Paese, siamo ima realtà imponente». C'è chi vede uno Ziuganov alla testa dei comunisti moderati, diciamo pure uno Ziuganov socialdemocratico, mal visto dai comunisti ortodossi. E' così? E quali possibilità avrebbe di spuntarla? «lo mi sento al sicuro quando in battaglia sono coperto sia sul fianco destro che su quello sinistro. Fuori di battuta io credo ci sia la strada per evitare il prevalere degli opposti radicalismi». Giulietta Chiesa «All'Occidente dico: difendo la proprietà privata, gli investimenti esteri sono benvenuti» «Non capisce più quello che succede. Che vergogna, per un Paese come il nostro. Non vogliamo a tutti i costi l'impeachment. Gli offriamo di andarsene per sua scelta» «C'è un governo parallelo che ostacola Primakov. La dipartita politica del leader deve essere organizzata in modo che gli eredi non si azzuffino al suo capezzale» Il leader comunista Ziuganov e Eltsin mentre firma gli accordi a Tashkent

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