La notte degli attacchi virtuali di Francesco Manacorda

La notte degli attacchi virtuali RETROSCENA LA GUERRA SOSPESA La notte degli attacchi virtuali La Nato approva V«act order» ma concede un rinvio BRUXELLES ANCANO pochi minuti alle due del mattino di ieri quando il Segretario della Nato Javier Solana scioglie il Consiglio atlantico che ha appena dato U via libera a due «activation orders» per un eventuale intervento sul territorio serbo. I due ordini, spiega Solana, riguardano «sia attacchi aerei limitati sia una campagna aerea scadenzata in Jugoslavia. Ma l'esecuzione delle operazioni aeree limitate non scatterà prima di 96 ore da oggi. Speriamo che questo periodo consentirà ai negoziati di dare i loro frutti». E qualche ora dopo, quando l'accordo tra il mediatore Usa Richard Holbrooke e il presidente serbo Slobodan Milosevic è ormai realtà, è lo stesso Solana ad avvertire che la minaccia di un intervento Nato resta valida: «Non siamo interessati ad utilizzare la forza, ma potrebbe essere necessario se l'applicazione dei meccanismi di verifica sul territorio non dovesse andare per il verso giusto». L'arma che nella notte di ieri la Nato ha messo in mano a Holbrooke appare comunque meno potente e minacciosa di quanto si fosse ipotizzato fino a poche ore prima. Intanto per i quattro giorni che dovranno passare prima che scatti l'ultimatum, invece dei due che alcune fonti diplomatiche ipotizzavano ancora lunedì sera, ma anche per il fatto che l'Organizzazio¬ ne non avrà un ruolo di controllo sul terreno: a vedere se i serbi rispetteranno davvero gli impegni presi da Milosevic con Holbrooke ci saranno 2000 «verificatori» dell'Osce - civili disarmati - e non gli uomini della Nato. Solo pochi giorni fa, invece, la presenza di truppe armate in Kosovo era considerata dagli occidentali essenziale per garantire una tregua effettiva. Gli unici compiti di controllo che spetteranno agli Alleati saranno quello di effettuare voli di sorveglianza sullo spazio aereo del Kosovo - con velivoli non armati in collaborazione con la stessa Jugoslavia e probabilmente con la Russia, e quello di monitorare dal cielo i movimenti delle truppe ser¬ be con aerei senza pilota: proprio in queste ore i vertici militari Nato stanno studiando come utilizzare i loro aerei-spia. Ma nella convulsa giornata di lunedì è stato lo stesso Holbrooke a chiedere al Consiglio Nato di rallentare i tempi di un'azione annata, pur senza far cessare la pressione su Milosevic. Il mediatore Usa ha deciso nel primo pomeriggio di partire da Belgrado verso Bruxelles proprio per chiedere più tempo di quanto previsto in precedenza. Agli ambasciatori dei sodici Paesi membri della Nato ha spiegato, in una riunione cominiciata alle dieci di sera, che le aperture fatte da Milosevic - compresa la disponibilità ad accettare «verifi¬ catori» in Kosovo e a lasciar sorvolare il suo terriorio da aerei Nato, anche se disarmati - apparivano più convincenti che in passato, e che proprio per questo bisognava mantenere una pressione militare che aiutasse l'iniziativa diplomatica, ma senza rischiare di soffocarla. «Serve un accordo duraturo e verificabile», ha ripetuto spesso il rappresentante Usa in queste ore. Da ieri mattina alle 7 il controllo delle forze Nato impegnate meila missione battezzata «Allied Force» è così passato nelle mani del generale Usa Wesley Clark, Comandante supremo per l'Europa, ma i suoi poteri saranno «congelati» almeno tino alle 7 di mattina di sabato, quando scadranno lo 96 ore. Poi che cosa succederà? Se Milosevic a giudizio degli occidentali si starà muovendo verso il rispetto della risoluzione Onu 1199 i raid naturalmente non scatteranno, ma appare difficile che gli ordini di attacco siano rapidamente annullati attraverso una nuova decisione del Consiglio. E' quasi sicuro invece che, come ha lasciato capire Solana , gli «act orders» resteranno in vigore pur senza essere applicati. E' questa la linea favorita dagli Stati Uniti e dalla maggioranza dei loro alleati, anche perché la commplicata roto di accordi da stringere per mettere in atto il cessate-U-fuoco avrà bisogno di ben più di 96 ore per ossero completata. A Bruxelles lo ha dotto ieri anche il ministro degli Esteri britannico Robin Cook: «11 modo miglioro per far funzionare questo accordo è mantenere la pressione su Milosevic 1 piani della Nato restano validi e possono ossero applicati in qualsiasi momento». Francesco Manacorda