Serenella, craxiana fino alla fine di Filippo Ceccarelli

Serenella, craxiana fino alla fine Morta a 53 anni la Cartoni, storica segretaria dell'ex leader socialista Serenella, craxiana fino alla fine Dagli anni di Palazzo Chigi all'«esilio» di Hammamet ROMA. Se n'è andata Serenella Carloni, che per la verità sarebbe ingiusto, soprattutto oggi, costringere nel ruolo esclusivo di «segretaria di Craxi». Lo è stata, certo, e fino all'ultimo, fin dentro le «catacombe» di via Boezio, negli uffici un po' bui e senza nemmeno la targhetta alla porta dove si riunivano gli irriducibili del garofano, collegati da fax con l'esule di Hammamet. Di quell'appartamento denso di stampe garibaldine, la bionda Serenella, che capiva tutto e tutti con eccezionale rapidità, è stata la vera padrona di casa e come tale si è trovata a fronteggiare creditori, poliziotti, magistrati e giornalisti molesti. Sempre con civiltà e dedizione, c'è da dire, e quindi con gli stessi identici modi che avevano contrassegnato la sua presenza e il suo lavoro negli anni di Palazzo Chigi- E' rimasta con Craxi, insomma, quando restarci era così scomodo che se n'erano andati via quasi tutti: «In questi anni - come ha inteso commentare lui in un comunicato molto duro e autobiografico - del mio dramma, della mia condanna e del mio esilio». Ma Serenella non è stata soltanto la segretaria di Craxi. Né, sebbene avesse accumulato com'è ovvio molto potere, si può dire che faceva parte del clan, della corte o del demi-monde del garofano. Era soprattutto una donna non solo orgogliosa, ma anche anticonformista. Queste due qualità, prima ancora che verso la figura di Craxi, l'avevano spinta, ragazza, verso il Partito socialista com'era allora; generoso, onesto, confuso, estremista, diviso, accomodante, povero e libertario. Insieme alla militanza aveva trovato l'amore, sposandosi poi con Onofrio Pirrotta, che l'adorava e che, da valente giornalista, era sempre molto preoccupato che i suoi scoop venissero attribuiti alla sua condizione coniugale. Preoccupazione inutile, c'è da dire, perché mai Serenella avrebbe tradito la fiducia del partito e dei suoi leader. Aveva cominciato a capire uomini e cose, speranze e delusioni, correnti e scissioni di quel mondo, nel palazzone grigiastro di via del Corso, quando ancora sulle pareti campeggiavano i ritratti in bianco e nero dei dirigenti con il cognome prima del nome: «Turati Filippo», «Brodolini Giacomo». Erano gli anni di Nenni, Lombardi, Mancini, De Martino. Lì Craxi trovò Serenella, e in qualche modo si può dire che fu lei a scegliere lui, e non viceversa. Più che craxiana, dopo tutto, era ed è rimasta fino alla fine il tramite fra Craxi e il mondo socialista nel suo complesso. Fedele e coraggiosa come un personaggio d'altri tempi. Aveva solo 53 anni. Filippo Ceccarelli Nonostante avesse accumulato molto potere, non fece mai parte della corte del garofano Serenella Carloni con il marito, il giornalista Onofrio Pirrotta A sinistra: Bettino Craxi

Luoghi citati: Roma