L'ira del Polo: una farsa «L'Udr? Ulivo Di Riserva»

L'ira del Polo: una farsa «L'Udr? Ulivo Di Riserva» L'ira del Polo: una farsa «L'Udr? Ulivo Di Riserva» ROMA. Sceneggiata, pochade, grand guignol, telenovela, comica finale, farsa, truffa stalinista. Dal primo pomeriggio, quando l'ipotesi di un reincarico a Prodi ha cominciato a farsi largo, sino alla convocazione del Professore al Quirinale, l'ira del Polo si è misurata a parole: sempre arrabbiate e feroci. Nel mirino, Romano Prodi e Francesco Cossiga: il primo bollato come «ridicolo saltimbanco, il secondo leader di un Udr che Berlusconi ribattezza con disprezzo «Ulivo di riserva». Per quanto riguarda Oscar Luigi Scalfaro, Fini sceglie la via soft: «Il Presidente era nelle condizioni obbligate per decidere il reincarico», dice. Mentre Maurizio Gasparo non risparmia il veleno: «Di fronte alla truffa stalinista e trasformista al tempo stesso - attacca il colonnello di An - non c'è che da scegliere la via della chiarezza. E chiarezza vuole che la gente libera e onesta di questo Paese raccolga le firme per chiedere che si faccia finalmente luce e chiarezza sullo scandalo dei fondi Sisde che vide protagonista Scalfaro...». In mattinata, Berlusconi aveva ripetuto al Presidente gli obiettivi del Polo: elezioni subito o, in subordinata, un «governo elettorale di garanzia». Ogni altra soluzione, tuonava il Cavaliere, anticipando i toni duri della giornata, «sarebbe una ulteriore offesa alla sovranità popolare ed un grave rischio di logoramento delle istituzioni». Qualche ora più tardi, dopo l'apertura dell'Udr, il leader di Forza Italia si dichiara «senza parole». Ma poi non si tira indietro: ((Altro che tea¬ trino - attacca - siamo alla farsa, alla pochade. Come nelle commedie dove nel corridoio dell'albergo si incontrano coloro che escono e entrano dalle camere da letto e ne dicono di cotte e di crude anche di quelli che sono rimasti nelle camere. Con una aggiunta di grand guignol - aggiunge il Cavaliere perché qualcuno ficca anche dei coltelli nella schiena dell'altro...». Le condizioni di Cossiga per sostenere Prodi sono «fragili e di facciata - insiste -. Ma non credo che gli eletti dell'Udr possano prestarsi a tradire il mandato ricevuto e a sostenere un Prodi bis...». Infine, una stoccata a Prodi: ((A governare il Paese sono persone che nel termine di un'ora dicono il contrario di quello che avevano affermato un'ora prima. Speriamo nello stel- Ione...», conclude. Più duro, da subito, Gianfranco Fini: «Siamo davvero al ridicolo dice il presidente di An -. Hanno il terrore delle elezioni, pur di evitarle sono pronti a tutto, compresa questa sceneggiata. Almeno qualcuno perderà la faccia in modo definitivo. Se Prodi accetterà di guidare un nuovo governo, dopo quello che ha detto domenica, dimostrerà di essere un saltimbanco e Cossiga, se si rimangerà le tre condizioni poste a Prodi, dimostrerà di non avere alcun tipo di serietà e moralità politica ed il suo movimento si mostrerà composto da buffoni della politica». Sulla stessa linea Pierferdinando Casini: «Il film è quello dell'Ulivo dice il segretario del Ccd - ma il regista è D'Alema. E sarebbe addirittura paradossale che a decidere di mettere un cerotto sulle ferite della sinistra fossero Cossiga e l'Udr. Siamo in presenza del più indecente e gigantesco spettacolo di trasformismo mai allestito». [r. i.J a ~m Silvio Berlusconi e Pierferdinando Casini ieri al Quirinale

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