La strategia del Colle convince il Professore

La strategia del Colle convince il Professore hiudere ogni spiraglio: ha già fallito prima di cominciare, diamogli il benservito La strategia del Colle convince il Professore IROMA L cuoco del Quirinale aveva preparato una cenetta leggera. Un menu su misura in vista di una serata impegnativa per il Presidente e per il suo ospite, il professor Romano Prodi. Mentre i camerieri servivano pasta al pesto e pesce guarnito con verdure di giornata della tenuta di Castelporziano, Oscar Luigi Scalfaro ha piano piano iniziato a convincere Prodi: «Ripensaci, ce la puoi fare», «E' vero, all'Italia serve un governo stabile e le condizioni si possono creare». E soprattutto quell'insistenza sull'Udr, su quei «voti che alla fine verranno, vedrai...», «Se fallisci tu, dopo restano pochi margini per evitare lo scioglimento anticipato delle Camere e l'Udr lo sa...... E mentre i camerieri versavano vino rosso nei bicchieri di cristallo, Prodi ascoltava e rimuginava. Il Professore ha ribattuto, certo, ma più che parlare ha ascoltato. Uno Scalfaro che aveva sbollito-la forte irritazione per il comportamento di Prodi, che in questa crisi , quasi mai ha ascoltato i consigli del Presidente. Uno Scalfaro eloquente e avvolgente, come sa esserlo nei momenti topici. E due ore più tardi, quando Romano Prodi ed Enrico Micheli hanno salutato il presidente Scalfaro e sua figlia Marianna, il Professore non ha pronunciato la fatidica frase («Ci sto»), ma la svolta dell'indomani era già impostata. La cena di lunedì notte al Quirinale è stata quasi decisiva per rimettere in moto una crisi incerta, disseminata di trappole e pozzi avvelenati. L'incoraggiamento di Scalfaro, quel suo farsi in qualche modo «garante» del recupero Udr hanno dato una scossa a Prodi, anche se non lo avevano ancora convinto. Il Professore ci ha rimuginato durante la notte e ieri mattina si è svegliato tentennante. Ma alla fine è stato l'efficace affannarsi di diversi personaggi tutti ex democristiani - a ri¬ rio alla presidenza Enrico Micheli, il giovane vice-segretario del Ppi Enrico Letta, un'amicizia vera con Prodi ma anche un rapporto con Cossiga. E dall'altra parte, neanche a farlo apposta, due ex de come il Picconatore e Clemente Mastella. E dire che la giornata del contropiede prodiano si era aperta in salita per il Professore. Lui, incerto e diffidente, i titoli di alcuni giornali «sparati» su Ciampi. E dalle 10 del mattino, una voce insistente: D'Alema dà per scontata la rinuncia di Prodi e in questi minuti sta già lavorando al governo Ciampi. Ma il Professore confida ai suoi collaboratori che resta aperto uno spiraglio: Franco Marini sta lavorando per far sì che l'Ulivo vada al Quirinale ed indichi il nome di Prodi «ma senza subordinate». Eccola la chiave della svolta: il Prodi «secco» vuol dire che dopo di lui le elezioni sono più vicine. Uno spauracchio per l'Udr, un avvertimento per D'Alema. Ma elli lo incontra nelle prime ore del mattino vede un Prodi «che non ci crede ancora», sospettoso e diffidente come sempre. Nello studio del Presidente arriva anche Francesco Rutelli, uno dei possibili alleati di Prodi in quel cartello «ulivista» che inquieta D'Alema e Marini. Ma il segnale vero arriva all'ora di pranzo: Franco Marini annuncia che il candidato unico resta Prodi. Obiettivo, «la Finanziaria, poi si vede...». I democratici di sinistra non possono che adeguarsi e fanno sapere che puro per loro Prodi è il candidato unico. E finalmente un sorriso si apre sul viso largo del Professore. In pochi minuti la situazione si ribalta: alla porta di Prodi bussa Luigi Manconi, uno che ancora pochi giorni fa aveva proclamato: «Noi con Cossiga? Mai!». E invece il portavoce dei Verdi dice chiaro e tondo a Trodi che se l'Udr è pronta a dare i suoi voti, per i Verdi non esistono problemi. E' uri altro tassello che va al suo posto, anche perché Prodi sa che Marini si è «lavorato» Cossutta e anche i comunisti scissionisti non grideranno allo scandalo. Alle 13,30, prima di andare a tavola, la svolta è fatta. Prima di sedersi a mangiare, Prodi disinnesca una delle tante mine che lui stesso aveva innescato: «Sconvocate il coordinamento nazionale dell'Ulivo previsto per oggi...», una specie di pistola puntata sui partiti e sui «trasformismi». A tavola lo aspettano Walter Veltroni, Enrico Letta, i due sottosegretari Arturo Parisi ed Enrico Micheli. «A quel punto racconterà più tardi Letta non sono servite molte parole: Prodi aveva conseguito gli obiettivi che si era riproposto ed è apparso a tutti determinato». Il pomeriggio va in discesa, poi alle 8 della sera Prodi sale al Quirinale. Le asperità ci sono ancora e lo conferma Prodi stesso: in serata, è intercettato dai cronisti che gli chiedono: «Quanto durerà l'incarico esplorativo?». E lui, quasi mai acido con i giornalisti, sfodera una risposta alla D'Alema: «Durerà sette mesi... sette anni, tanto voi scrivete quel che vi pare...». Fabio Martini «Ringrazio Scalfaro per la fiducia. Verificherò l'esistenza delle condizioni per il nuovo governo. Il successo dipenderà dalla possibilità di mantenere la coerenza con gli indirizzi presentati agli elettori e anche dall'esistenza di appoggio parlamentare» «Ho ricevuto indicazioni inumimi dall'Ulivo, dall'Udr e da Cossutta, la scelta di Prodi è quindi obbligatoria. Voglio essere ottimista, un capo di Stato pessimista e menagramo gli italiani non lo meritano. Per cui ho dato una sorta di preincarico» 15,03 fi segretario Udr Mastella annuncia che on c'è «alcuna pregiudiziale; su Prodi» 4 f 15*11 Il presidente dei senatori dei Ds Salvi sostiene che il «Prodi bis può avere la maggioranza» 15*35 Prodi si dichiara disponìbile «ma a due condizioni ben precise: là possibilità di operare in coerenza con i prO- Rri programmi, esistenza di un reale appoggio del Parlamentò» : 15,39 O'Alema si dice «mólto lieto che ; Prodi abbia : sciolto la sua riservai e si sia dichiaratodisponibile» i 15,43 | Cossutta giudica «molto : positiva» la decisione di ' Prodi e pensa iche si possa : «ricostituire la maggioranza del 21 aprile» lé,08 Cossiga detta le sue condizioni: «Prodi deve chiedere i voti alllldr e dichiarare morta lamaggioranza del 21 aprile; nella scelta dei ministri l'Udr d«ve; essere consultata» i*,io Termjna|.„v, l'incontro tra Cossiga e Berlusconi ì li-i? Scalfaro riceve la delegazione dell^livo 17,36 Berlusconi dice: «Questa è una ;- farsa» ■ 18,3© Scalfaro riceve ! Cossiga 19.30 Cossiga esce dal Quirinale e commenta: «Il presidente ha frecce che gli permettono ai affrontare: in tempi rapidi la crisi» .. 19*40 Per Bertinotti «se si tiene ferma la I finanziaria, tutti i discorsi sulla difesa di questa maggioranza ' sono inutili, senza il Prc noiv esiste. Aprire all'Udr diventa indispensabile» 19.48 (I Presidente Scalfaro convoca Prodi al Quirinale 20*30 Incarico a Prodi

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