Trillini, la macchina che sforna medaglie
Trillini, la macchina che sforna medaglie I Mondiali di scherma conclusi con l'oro a squadre delle fìorettiste Trillini, la macchina che sforna medaglie LA CHAUX-DE-FONDS. Le ragazze del fioretto italiano salgono nuovamente sul gradino più alto del podio, insignite per la quarta volta consecutiva della medaglia d'oro, conquistata ininterrottamente dal 1995 a oggi. Ed è anche il nono successo delle azzurre dal 1982 che si dimostrano le più forti del mondo. Bianchedi, Trillini e Vezzali (con Annamaria Giacometti in panchina) superano le avversarie di sempre, le romene capeggiate dalla campionessa olimpica Badea, con un netto 45-35 che infiamma il pubblico del Pavillon des Sports della cittadina capitale degli orologi e ridona il sorriso alla squadra italiana demoralizzata dopo l'incidente che sabato la privò di una medaglia già conquistata nella sciabola maschile. Un'affermazione che permette anche di conquistare, ancora, la Coppa delle Nazioni, il trofeo che viene assegnato al Paese che realizza i migliori piazzamenti complessivi nelle sette armi ai campionati Mondiali. Due terzi della squadra campione del mondo sono di casa jesina, atlete prodotte a suo tempo dall'entusiasmo insostituibile di Ezio Triccoli, che ora ha i suoi eredi in Giulio Tomassini e in Stefano Cenoni, che pur sempre validissimo in pedana come atleta, si avvia ormai a una camera magistrale. Sono l'agente della polizia di strada Valentina Vezzali e della guardia forestale Giovanna Trillini. Nadia Bianchedi è invece milanese di nascita e di scuola. Con questo ulteriore successo la Trillini, che fra due settimane si sposerà, ha totalizzato in carriera ben 18 medaglie conquistate fra campionati mondiali e Olimpiadi. E' pertanto al momento la schermitrice che, nell'intera storia di questo sport, ha scalato più volte di tutte il podio e ha vinto anche il maggior numero di ori ( 10 in totale, fra individuali e a squadre). Giovanna Trillini, nata a Jesi il 17 maggio 1970, si mise in luce nel 1986 quando ai Mondiali Giovani di Stoccarda si piazzò seconda. L'anno successivo, diciassettenne, il suo primo podio assoluto, con il bronzo a squadre ài mondiali di Losanna. Il suo vero capolavoro fu comunque quello olimpico ai Giochi di Barcellona, quando vinse l'oro individuale e quello a squadre nonostante fosse costretta a gareggiare con un tutore alla gamba sinistra, che le teneva insieme un ginocchio i cui legamenti erano completamente partiti. Coraggio in pedana, continuità di risultati, capacità di ottenere il massimo nel momento degli impegni più stressanti fanno di Giovanna una delle donne più importanti dello sport italiano. Il suo comportamento anche nella finale di ieri è stato ineccepibile e ha presentato an¬ cora in pedana un'atleta veramente positiva. Il confronto con la Romania s'era avviato non senza difficoltà, e proprio la Trillini accusava una fase negativa contro la Szabo con un parziale di 3-8 che portava le avversarie in vantaggio per 14-13. Immediata la reazione delle azzurre, con la Bianchedi determinata e determinante, decisa a rifarsi della delusione nella prova individuale. La Trillini cedeva ancora per 2-4 con la Badea, ma quando il gioco diventava veramente duro, ecco tornare la sua classe e la sua volontà: con 6-3 alla Scarlat spalancava il portone per la Vezzali che concludeva contro la Badea per 7-4. La Trillini ha commentato con la solita concretezza: «Si è trattato di uno dei miei successi più difficili. Dopo due assalti negativi ho trovato la forza per infilare la serie giusta e in definitiva vincente. Forse per questo è stata anche la vittoria più bella». Vanni Loriga
Luoghi citati: Barcellona, Jesi, Romania, Stoccarda
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