L'aria di Roma non ci spinge sugli ostacoli

L'aria di Roma non ci spinge sugli ostacoli L'i di R L'aria di Roma non ci spinge sugli ostacoli ROMA. Traffico a parte, Rutelli colleziona un'altra colpa: offrendo lo stadio Flaminio è diventato «complice» dei Mondiali di equitazione, o meglio «World Equestrian Games». Non è bastata l'aria di casa per far muovere «l'encefalogramma piatto» (così il et Bartalucci definiva le condizioni della squadra affidatagli) del salto ostacoli. Giusto per fare un esempio, visto che nulla è arrivato sul piano sportivo e siamo rimasti fuori anche dalla qualificazione olimpica. Eppure si è fatto tutto in grande, non lesinando nelle spese. E biglietti salati, 80.000 lire la curva Sud del Flaminio per la finale ostacoli: prezzi non proposti neanche dai presidenti del calcio. Ed è tutto dire. Ma le smanie della nostra equitazione emergono nel volteggio: qui sono stati chiamati tecnici germanici. Per fare un paragone ò come se docenti universitari insegnassero alle elementari. Insoliti due episodi. Protagonista del primo è Roberto Pignoni, general manager e vicepresidente del comitato organizzatore. Racconta: «Una nobildonna inglese ha voluto un posto in tribuna per il suo cagnolino. Che ha seguito le gare compostamente seduto». Da ospedale l'altro. Quattro spettatori sono caduti all'interno della tribuna per un corrimano in legno che si è arreso al peso. |p. sor.] Rodrigo Pessoa (Bra), primo nell'individuale

Persone citate: Games, Roberto Pignoni, Rodrigo Pessoa, Rutelli

Luoghi citati: Bra, Roma