La Regione non perderà 360 miliardi di M. Tr.
La Regione non perderà 360 miliardi Assegnati dall'Ue La Regione non perderà 360 miliardi E' un disegno di legge di un solo articolo già approvato dalla giunta regionale e dalla commissione urbanistica del Consiglio regionale, ma quel'articolo è in grado, da solo, di evitare che si accumulino ritardi nell'erogazione di almeno 368 miliardi di finanziamenti europei assegnati di recente alla Regione Piemonte per le aree a declino industriale. Fondi che interessano 61 città sopra i 10 mila abitanti, tra le quali anche Torino e altri capoluoghi di provincia, e che saranno impiegati per i poli di sviluppo, per i parchi tecnologici, per il recupero dei siti dismessi, centri servizi ed aree attrezzate per le piccole e medie imprese. Il ddl proroga fino al dicembre del 2000 la sospensione dell'obbligo per questi Comuni di adottare il programma pluriennale di attuazione. Spiega l'assessore regionale all'Urbanistica Franco Maria Botta: «Il complesso intreccio di norme statali e regionali che regolano l'obbligo di dotarsi del Ppa, senza l'intervento correttivo da parte della Regione potrebbe creare difficoltà amministrative e anche determinare, a partire dall'I gennaio 1999, una limitazione nel rilascio delle concessioni edilizie». E' la «terza volta che la Regione interviene con un provvedimento forzatamente non ancora definitivo sulle conseguenze di decisioni assunte dallo Stato con tecniche legislative non ineccepibili. Adesso l'atteso chiarimento nella legislazione statale sulla sorte del Ppa è ulteriormente rinviato». Da qui la necessità di un nuovo intervento della Regione «anche perché spiega l'assessore - molti Comuni, non avendo approvato tempestivamente il Programma pluriennale di attuazione, saranno in difficoltà nell'attuare non solo il Piano regolatore ma anche interventi approvati con procedure d'urgenza». A rischio, dunque, tutte le opere collegate con gli accordi di programma, i programmi integrati, i piani di riqualificazione urbana, i programmi triennali delle Opere pubbliche, e in genere gli interventi da attuare utilizzando in tempi brevi risorse finanziarie comunitarie. Tutte procedure che secondo l'assessore «mal si conciliano con le modalità ed i tempi regolati dalle attuali disposizioni in materia di Ppa». Conclude Botta: «L'ulteriore proroga di un anno della sospensione di redigere il Ppa è fatta per consentire ai Comuni che ancora lo hanno predisposto di rientrare nel regime Ppa senza traumatiche interruzioni dell'attuabilità degli strumenti urbanistici vigenti». [m. tr.]
Persone citate: Maria Botta
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