Violante: più sicurezza ai cittadini
Violante: più sicurezza ai cittadini Duro monito del presidente della Camera: la gente ha diritto di vivere in tranquillità Violante: più sicurezza ai cittadini «Non basta arrestare i grandi criminali Va fermato anche il pusher sotto casa» «E' necessario dare avvio a politiche serie, in grado di garantire sicurezza; in modo che le persone possano uscire di casa serene, nelle grandi come nelle piccole città. Ovunque». Lo afferma Luciano Violante, presidente della Camera dei deputati. A fianco ha il sindaco Valentino Castellani, l'assessore alla Cultura del Comune, Ugo Perone. E, anche se il monito dell'ex magistrato è rivolto a chi governa e fa le leggi, l'impressione è che il diretto interlocutore della «raccomandazione» sia proprio il sindaco, talvolta contestato per «eccessiva tolleranza» nei quartieri a rischio: da San Salvario a Porta Palazzo. Una «tolleranza» che Violante definisce «un errore, perché prevede tolleranti e tollerati, mentre deve valere il concetto di convivenza». Affermazioni che il presidente pronuncia al Teatro Nuovo, concludendo il convegno sui «diritti umani a 50 anni dalla dichiarazione universale». Bocca cucita, invece, sulla crisi di governo: «Di questo non parlo». Spiega, invece, il senso delle suo intervento dal palco. «I cittadini - dice hanno il diritto di sapere che lo Stato si occupa della loro tranquillità in casa e fuori. Non basta, anche se è importante, confiscare grandi quantità di cocaina, arrestare grandi criminali, se poi la gente si chiede "chi arresta il pusher davanti a casa mia?"». Il problema della sicurezza, a giudizio del deputato, riguarda, non solo ma soprattutto, i ceti più deboli. Ed è anche per questo che «le forze che si richiamano ai principi fondamentali della democrazia devono occuparsene a fondo». Altrimenti «si rompe la coesione sociale». Un impegno per assicurare la convivenza, non la tolleranza contro la quale Violante propone la creazione di un movimento che si opponga «a questo residuo di paternalismo che presuppone un soggetto tollerante e uno tollerato». Per Violante, insomma, bisogna rivedere il concetto di convivenza. «Dobbiamo e dovremo convivere - sostiene - con diversità di ogni tipo, e rispettarci vivendo insieme con abitudini, usi e religioni diverse. In futuro, l'organizzazione delle città dovrà sempre più rispettare i principi della convivenza: il- sabato, la domenica, l'ora di preghiera, il Ramadan. Tenendo però presente quanto appartiene al rispetto e quanto invece non può essere rispettato perché fa parte della sofferenza, dell'umiliazione, di scale gerarchiche che noi non condividiamo, ad esempio nel rapporto uomo-donna». Dopo aver ricordato che rieducazione ai diritti va accompagnata all'educazione alla responsabilità», il presidente della Camera ha invitato amministratori e politici a migliorare la comunicazione ai cittadini, affinché «sappiano quali sono i loro diritti, che cosa la città, gli ospedali, la scuola possono dare». Definendo, in conclusione, «importante informare su quanto le istituzioni fanno per tutelare i diritti della persona: ciò aumenterebbe il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti del potere, a favore della convivenza». Tra gli altri, Giorgio Benvenuto e Rinaldo Bontempi hanno parlato prima delle conclusioni dell'assessore comunale alla Cultura, Perone, del sindaco Castellani e di Violante. In platea anche l'ex sindaco Novelli e l'on. Ds, Chiamparino. All'esterno 4 manifestanti a favore del Tibet libero dalla Cina. Giuseppe Sangiorgio Il presidente della Camera Luciano Violante con Valentino Castellani. In alto l'assessore alla Cultura Ugo Perone
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