Rock, il catalogo è questo Qrmranfanni schedati da Strong

Rock, il catalogo è questo Qrmranfanni schedati da Strong F ! DISCHI =1 Rock, il catalogo è questo Qrmranfanni schedati da Strong CERTO una bella dose di incoscienza la deve avere avuta Martin C. Strong quando ha deciso, quindici anni fa, di intraprendere l'impresa di catalogare tutti i dischi del rock. Termine da considerare ormai arcaico per un genere che dopo quasi 40 anni di vita possiede un albero genealogico complesso e fantasioso negli apparentamenti. Alla fine Strong, forte del suo nome, ci è riuscito nel '94 e finalmente giunge anche in Italia, ai confini dall'impero rock, con la quarta edizione riaggiornata. Così grazie alla Giunti ecco nelle nostre librerie al prezzo di due Cd (78 mila lire) questo volumaccio, di grande formato e mille pagine, dal titolo The great rock discography. Una montagna di dischi dicevamo, non un K2 ma certo un Monte Bianco. Sono oltre mille le schede - dagli Abba agli ZZ Top, da Bill Haley fino alle ultime generazioni Anni 90 come i Prodigy composte con minuziosa ed efficace formula: scheda biografica e cenni stilistici, i dischi raccomandati (con voto), quindi la discografia completa di ogni artista o gruppo (con le diverse evoluzioni di I formazione) comprensiva di 33. e I 45 giri, Cd e riedizioni in Cd, cas¬ sette, e anche EP e Picture Disc. Sempre con data di emissione, lista dei brani, case discografiche, posizione massima raggiunta nelle classifiche inglesi e americane. Da apprezzare l'efficace gioco dei rimandi nelle diverse trasmutazioni degli artisti. Purtroppo, a parte le istruzioni per l'uso, per tutto il volume domina la lingua inglese. Un'opera titanica. Comunque va detto che non è l'universo rock, bensì una scelta, ovviamente con un'influenza di giudizio (minima ma c'è) dell'autore. Va ricosciuto comunque che il criterio è quello della prospettiva storica per entrare in questa galleria degli eroi rock. E sono possibili letture curiose. Ad esempio, si scopre che Nirvana è il nome datosi da due gruppi: il noto trio capitanato da Kurt Cobain era stato anticipato, nel '67, da un sestetto del Trinity College di Dublino. E chi ha il record delle pagine? E questo di per sé non è un giudizio, ma certifica l'artista più prolifico o più sfruttato. Si tratta comunque di Elvis Presley, con 6 pagine, di cui quasi la metà sono di dischi postumi. Seguono con 4 Beatles (senza contare le camere solistiche) e Rolling Sto- nes (invece comprensive), Michael Jackson, B.B. King. A 3 pagine si fermano in molti, e con Dylan, Hendrix, Neil Young, Led Zeppelin, Queen, Grateful Dead, Van Morrison ci sono anche i misconosciuti Fall, band inglese nata nel '76 e praticante un «inusuale punk». Questo dato fa emergere una sorta di marchio per il «volumone»: nella sua sostanziale e corretta fotografia del rock come prodotto fortemente angolsassone, Strong ha un occhio più attento per l'Inghilterra, sicuramente a svantaggio degli Stati Uniti. Questo leggero strabismo condanna l'Italia, nessuna scheda tranne un solo accenno a Giorgio Moroder. Sono presenti australiani, tedeschi, svedesi, francesi (Jarre), greci (Vangelis), e forse a Strong saranno giunti echi di successi discografici intemazionali di gente come Zucchero o Nannini? Pare di no. E passi. Ma poi si arriva alla O e, voilà, una scheda tutta per la giapponese Yoko Ono. Ed ecco trovato l'unico vero neo, magari venato di nazionalismo, per un'opera monumentale, ma soprattutto utile, preziosa. Alessandro Rosa isa^Jj ALLA RADIO

Luoghi citati: Dublino, Inghilterra, Italia, Stati Uniti