Burri a Gibellina un cretto da finire

Burri a Gibellina un cretto da finire Un convegno sul capolavoro della land-art Burri a Gibellina un cretto da finire mGIBELLINA NA mostra ed un convegno internazionale, sono l'appello con il quale la nuova amministrazione comunale di Gibellina richiama l'attenzione della Regione Siciliana e delle autorità competenti per finanziare (1 miliardo e 800 milioni) il completamento della straordinaria, quanto unica, opera di Alberto Burri, nel luogo della vecchia città di Gibellina, distrutta dal terremoto nel '68. La storia che precede tutto questo è un esempio di calamità naturale, un devastante terremoto, che nel seminare morte e sgomento determina anche una capacità di lottare per non far cadere tutto nel silenzio e nell'oblio nella persona del precedente sindaco Ludovico Corrao, ma anche una gara di solidarietà e di generosità da parte degli artisti, chiamati a raccolta ed intervenuti nel corso degli anni. Alberto Burri, dal 1984 al 1989, ha potuto realizzare solo il 75% dell'opera, ed oggi per volontà del nuovo sindaco, Giovanni Navarra, si vorrebbe portare a termine l'opera. La mostra è preceduta da una serie di bellissime fotografie, 40 per l'esattezza, testimonianza delle varie fasi di realizzazione. I blocchi di cemento bianco, che coprono la vecchia Gibellina, distrutta dal sisma, segnano le vecchie strade e il percorso abbagliante ed estraniato, che viene tracciato, si estende in una lunghezza e un tempo che non hanno più misura, abitati come sono dallo stesso misterioso ed antico silenzio dei templi greci. Le foto si susseguono nella scansione solenne dei blocchi bianclù di cemento che, uno dopo l'altro, coprono le macerie disegnando sulla terra la perduta topografia del sito e, con dignità monumentale, restituiscono allo stesso luogo la pace di cui necessita. La mostra procede con l'esposizione di una serie grafica di otto cretti, sette neri e uno bianco, e due tele di grandi dimensioni: Nero Cretto del 1988 e Grande Bianco cretto del 1974, provenienti dalla Fondazione Albizzini di Città di Castello, nonché di mi plastico del progetto per Gibellina, nel quale, tra l'aspra dolcezza delle colline, si poggia il monumento, che appare bianco e indelebile, quanto indimenticabile e unico per potenza in grado di sostenere e di misurarsi con la natura di questa terra secolare e lontana da ogni dove. Italo Tomassoni, critico d'arte, ha coordinato i lavori del convegno, che hanno ospitato diverse e interessanti relazioni sul tema «L'opera di Burri nel panorama della Land Art Internazionale» tra le quali quella attenta e documentata di Augusta Monferini; la testimonianza partecipata dell'architetto Alberto Zanmatti, che ha seguito il progetto del Cretto sin dalla sua genesi; la riflessione del critico Giuliano Serafini, sull'interessante teoria del simbolo; quella poetica dello scrittore Aurelio Pes; la colta disquisizione del direttore Lenbachhaus di Monaco: Helmut Friedel; la puntuale disamina tra arte (Land-Art) e natura (Geo-Art) del professor Erìch Steingraber dell'Università di Monaco di Baviera. Barbara Tosi Alberto Burri: i Cretti Gibellina, Museo Comunale Orano 10-19 Fino al 10 novembre da Ca' Pesaro a Venezia anticipa Fino al 31 gennaio 1999 Un'immagine del Cretto di Burri, che copre le rovine di Gibellina vecchia