Un cuore artificiale il fatte di cellule umane di Fabio Galvano

Un cuore artificiale il fatte di cellule umane LA RICERCA SUI TRAPIANTI Un cuore artificiale il fatte di cellule umane LONDRA ■ ' DAL NOSTRO CORFUSPONDENTE Un cuore fatto in laboratorio: non artificiale, di metalli rari e plastiche fantascientifiche, ma di tessuto umano, «coltivato», con un nuovo procedimento extracorporeo, a partire da tessuti prelevati al paziente. Il grande pregio della nuova tecnica, alla quale sta lavorando un gruppo di scienziati americani, inglesi, canadesi e svizzeri ora alla ricerca degli ingenti investimenti necessari per tradurre la teoria in realtà, è dunque l'assenza di fenomeni di rigetto da parte dell'organismo. Già fra dieci anni potrebbe esserci il primo trapianto. Ter costruire questo cuore, il tessuto umano - alimentato con ossigeno ed elementi nutritivi da un letto di capillari - viene strutturato attorno a una forma di schiuma polimerica, destinata a scomparire per un semplice processo di biodegradazione. Ogni tipo di cellula viene sollecitata affinché «apprenda» le sue specifiche funzioni: un procedimento lungo e complesso, ma che alla fine potrebbe diventare un lavoro in serie, relativamente poco costoso e abbastanza rapido. Il pi'ogetto si chiama Life, che significa «vita» ma sta anche per Living Implants From Engineering. Potrebbe coinvolgere centinaia di scienziati in molte parti del mondo e ha un costo immenso, oltre 16 mila miliardi di lire. Ma il beneficio è incalcolabile: per i trapianti non ci sarebbe più la dipendenza da eventuali donatori, il cui numero non è mai sufficiente a soddisfare la domanda. «Non ci saranno più né attese né incertezze, ha dichiarato al «Sunday Ti¬ mes» Michael Sefton, bioingegnere di Toronto. «Quando ci sarà bisogno di un cuore, basterà andarlo a prendere in laboratorio, come un pezzo di ricambio per un'automobile». Sefton, che già pensa alla possibilità di produrre in laboratorio anche il pancreas, lavora con John Davies, uno scienziato britannico che negli Anni Ottanta, all'università di Birmingham, per primo mise a punto una tecnica per coltivare in laboratorio cellule ossee. La settimana scorsa la sua équipe è riuscita per la prima volta a creare una struttura ossea umana in condizioni extracorporee. Nella ricerca è strettamente coinvolto anche David Williams, professore d'ingegneria clinica all'Università di Liver- pool, oggi considerato la massima autorità mondiale in tema di valvole cardiache artificiali. «Cinque anni fa - dice Williams - un tale progetto sarebbe stato impensabile. Ma i progressi sono stati tali che il nostro non è più un sogno irrealizzabile. Non più piccole quantità di epidermide o di cartilagine, ma interi organi sono alla nostra portata». I cuori meccanici non sono, per il momento, che una soluzione provvisoria. L'uso dei cuori di maiale viene scoraggiato per il pericolo di infezioni da animale a uomo. 1 trapianti tradizionali sono l'unica alternativa valida, ma con rischi di rigetto e insufficiente disponibilità. Il cuore d'allevamento potrebbe essere la risposta. Fabio Galvano il «Jarvik 7», uno dei primi cuori artificiali, creato alla fine degli Anni 70 in alluminio e materiali sintetici

Persone citate: David Williams, Jarvik, John Davies, Living, Michael Sefton, Sefton

Luoghi citati: Birmingham, Londra