La commissione Giustizia interrogherà anche Starr di Andrea Di Robilant
La commissione Giustizia interrogherà anche Starr La Tripp voleva ricattare Clinton La commissione Giustizia interrogherà anche Starr Negli ultimi sondaggi ilprocuratore è l'uomo più impopolare d'America WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Kenneth Starr, il grande inquisitore che ha lavorato nell'ombra per incastrare il Presidente, sarà quasi certamente chiamato a difendere il suo operato sotto i riflettori, davanti alla commissione Giustizia della Camera dei rappresentanti. Il presidente della commissione Henry Hyde, dopo aver detto di essere contrario alla convocazione di Starr, ha infatti improvvisamente cambiato idea per non essere accusato di condurre l'inchiesta in maniera partigiana. «La verità è che i repubblicani verrebbero bastonati (alle elezioni del 3 novembre, ndr) se si rifiutassero di convocare Starr», esulta Barney Frank, il vice capogruppo democratico nella commissione. E Paul Begala, consigliere politico di Clinton: «Finalmente faremo luce sulle manovre politiche attorno all'inchiesta parziale di Starr contro il Presidente». Starr è già sotto inchiesta per le fughe di notizie illegali avvenute nel suo ufficio. Si cerca anche di determinare se il procuratore autorizzò la registrazione segreta di una cruciale conversazione tra Linda Tripp e Monica Lewinsky prim'ancora di aver ricevuto l'autorizzazione ad indagare sul rapporto tra il Presidente e l'ex stagista. Ma è soprattutto 1'«inquinamento» dell'inchiesta Starr che interessa i democratici: vogliono mettere in risalto l'intreccio con il caso Paula Jones, un caso politico, montato ad arte da un gruppo di avvocati di destra attorno alle accuse della donna. Alcuni repubblicani ritengono tuttavia che la deposizione di Starr sarà tutta a suo vantaggio. Il procuratore è oggi l'uomo più L'ex amica di Mo nica, Linda Tripp impopolare d'America. In tutti i più recenti sondaggi il suo indice di gradimento non supera il 20 per cento. I suoi difensori dicono che è stato demonizzato dalla Casa Bianca e che la sua immagine non potrebbe che migliorare se apparisse alla luce del sole «come l'uomo mite e moderato che è». Ma aldilà delle strumentalizzazioni politiche, rimane da chiarire come Starr s'impossessò della storia di Monica, su cui lavoravano gli avvocati della Jones. La persona-chiave rimane Linda Tripp. A questo proposito la miniera d'informazione che è il Rapporto Starr rivela un interessante retroscena, rilanciato ieri dal «Washington Post». All'inizio dello scorso dicembre, un mese prima che scoppiasse il putiferio, Linda Tripp venne a sapere che sarebbe stata chiamata a testimoniare nel caso Jones (sul legame tra Clinton e Kathleen Willey). Aveva deciso di rivelare ciò che sapeva anche del rapporto Clinton-Lewinsky e disse al suo avvocato di avere i nastri delle sue conversazioni con l'ex stagista. L'avvocato le rispose che i nastri erano illegali, e che non le conveniva rivelarne l'esistenza. Sarebbe stato meglio, le disse, far sapere all'avvocato di Clinton l'esistenza dei nastri per avere un motivo in più per patteggiare sul caso Jones. In questo modo infatti la Tripp non sarebbe stata chiamata a deporre. Ma la Tripp propose un altro modo per dimostrare il legame Clintoh-Léwinsky: far analizzare la macchia di liquido seminale sull'ormai celebre vestito della Lewinsky. «Ti prenderanno per una matta», le rispose l'avvocato. «Sì, ma una matta vendicata», scrisse la Tripp nel suo diario. Andrea di Robilant L'ex amica di Monica, Linda Tripp
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