L'Italia concederà le basi per i raid
L'Italia concederà le basi per i raid Per la partecipazione di uomini e mezzi militari ci vorrà invece un voto del Parlamento L'Italia concederà le basi per i raid Oggi arriva il sì ufficiale del Consiglio dei ministri ROMA. Nella riunione straordinaria del Consiglio dei ministri annunciata per oggi, il governo dimissionario è intenzionato ad autorizzare la Nato ad usare le basi militari in Italia in caso di intervento in Kosovo. Il governo - ovvero Prodi assieme ai ministri Dini, Andreatta e Napolitano - è arrivato a questa decisione nell'intento - spiegano alla Farnesina - di non far mancare il sostegno agli alleati per «rafforzare la pressione sul presidente serbo Slobodan Milosevic affinché accetti di rispettare la risoluzione 1199 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite». L'autorizzazione all'uso delle basi verrà data in forza dei trattati internazionali già sottoscritti, ed in particolare di un ordine del giorno del Polo, approvato, dalla Camera lo scorso 23 giugno durante il dibattito sull'allargamento dell'Alleanza, che esclude limiti alla concessione delle installazioni militari Nato. Fonti diplomatiche assicurano che anche Bonn oggi farà lo stesso annuncio. La Germania è, come l'Italia, priva al momento di un regolare governo in carica (il neocancelliere Schròder non ha ancora formato il nuovo esecutivo) ed il si- multaneo annuncio permetterà ai due Paesi di non trovarsi nello scomodo ruolo di «fanalino di coda» dell'Alleanza, nel dare luce verde al Consiglio Atlantico per trasmettere alle strutture militari il cruciale «act order» che le rende operative a tutti gli effetti. Per entrambi i Paesi il passo non era più rinviabile. Negli ultimi tre giorni il nostro ambasciatore a Bruxelles presso la Nato, Amedeo De Franchis, è stato messo sotto pressione dagli alleati proprio per i ritardi causati dalla crisi del governo. Con la decisione di oggi il Consiglio dei ministri dimissionario non affronterà invece la questione della possibile partecipazione di uomini e mezzi italiani (soprattutto i cacciabombardieri Tornado) all'interven- to in Kosovo. Tale decisione spetta al Parlamento, come già avvenuto in numerose passate occasioni, dall'Albania alla Somalia, alla Bosnia. Negli ambienti diplomatici si ritiene tuttavia che l'evoluzione della maratona negoziale a Belgrado fra l'inviato Usa, Richard Holbrooke, e il presidente serbo Slobodan Milosevic stia «aprendo degli spiragli». E che quindi i tempi a disposizione dell'eventuale voto del Parlamento - in aula o in una riunione congiunta delle commissioni Esteri e Difesa - siano meno stretti, al punto da poter slittare alla prossima settimana. A giocare in favore di un rallentamento del conto alla rovescia per i raid ci sarebbe anche il rifiuto opposto nelle ultime ore dagli indipendentisti kosovari dell'Uck alle proposte di negoziato con i serbi avanzate da Holbrooke, a cominciare da quella di un'autonomia ad interim per tre anni. «Un rifiuto che, di fatto, pone anche le scelte della leadership dell'Uck in contrasto con la risoluzione 1199 del Consiglio di Sicurezza» si fa notare da Bruxelles. La convocazione straordinaria del Consiglio dei ministri mira inoltre a togliere la minaKosovo dal sentiero della crisi. Se infatti fosse stato chiamato il Parlamento a decidere sulla concessione delle basi, il rischio sarebbe stato di veder nascere, di fatto, una nuova maggioranza con i voti del Polo e di gran parte dell'Ulivo, mentre le consultazioni politiche al Quirinale devono ancora cominciare. Ciò non toglie che la decisione del «via libera» all'uso delle basi è destinata a sollevare le proteste non solo degli ex alleati bertinottiani ma anche del neonato partito dei comunisti italiani. Armando Cossutta tuttavia, dopo essersi nei giorni scorsi detto ferinamente contrario alla concessione delle basi Nato, ieri ha preferito mettere l'accento su un altro tema: la necessità di una nuova decisione dell'Onu prima dei raid sul Kosovo. Maurizio Molinai i Fonti diplomatiche assicurano che la Germania, anch'essa in una fase di transizione farà lo stesso annuncio
Persone citate: Amedeo De Franchis, Andreatta, Armando Cossutta, Dini, Holbrooke, Napolitano, Richard Holbrooke, Slobodan Milosevic
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