Cossiga: un governo in stile-Bicamerale

Cossiga: un governo in stile-Bicamerale Oggi e domani le «consultazioni» con i leader di Ds e Forza Italia Cossiga: un governo in stile-Bicamerale Larghe intese con D'Alema premier e Berlusconi numero due ROMA ENE ragazzi - ha detto ieri Francesco Cossiga ai suoi - da adesso entro in immersione profonda e non rispondo più ai telefoni: devo prepararmi agli incontri». Gli incontri sono due: oggi con Massimo D'Alema, domani con Berlusconi. Intanto l'ex capo dello Stato raffina le sue armi di vendetta contro Prodi, da cui si è sentito ferito a sproposito, e inutilmente umiliato: lo aveva candidato alla presidenza della Commissione europea, che poteva essere una bella via d'uscita per l'ex capo del governo dell'Ulivo, e invece niente. La mancata sistemazione di Prodi al governo europeo è una nuova sconfitta per il professore bolognese, ma è anche un intralcio per D'Alema perché spedire Prodi in Europa avrebbe significato per lui avere il campo libero, e liberato in modo onorevole e conveniente per tutti. Invece, alla commissione europea ci va il socialista portoghese Gutierrez, dopo che anche l'ex cancelliere Helmut Kohl ha rinunciato a porre la propria candidatura, come ha confermato lo stesso Kohl a Cossiga e Buttiglione durante il suo pranzo di sabato da Mario a via della Vite. Bisogna dunque dire che il viaggio a Roma di Kohl ha avuto delle conseguenze, specialmente per l'Udr che è sempre stata e rimane molto sensibile alle posizioni dell'ex cancelliere, per quanto esautorato. Intanto, come abbiamo detto ieri, Kohl ha espresso a Cossiga un cauto «sgradimento» per D'Alema primo ministro, o almeno come primo ministro da sponsorizzare da parte di una formazione liberale e liberista come quella del partito di Cossiga, Buttiglione e Scognamiglio. Si potrà obiettare: ma che cosa vuole, ma di che cosa s'impiccia Kohl, che è stato sconfitto alle elezioni e che non è più in gioco. Questo è il punto: stando alle indiscrezioni che si raccolgono nell'Udr, si direbbe che l'ex cancelliere Kohl è tutt'ora in gioco, anche se ha cambiato tavolo. Ha assunto, è stato lui stesso a spiegarlo ai suoi amici italiani, le funzioni di padre nobile, o di primo servitore del suo antagonista vincitore, il cancelliere Schroeder, e anche per servirlo meglio ha preferito non traslocarsi nel governo europeo. Dunque, il vastissimo ex capo della Cdu tedesca è oggi una eminenza grigia del suo Paese e come tale ha posto, con molto garbo e in maniera del tutto informale, un veto sulla eventuale candidatura di Lamberto Dini alla guida di un governo tecnico italiano. Ha spiegato che non è questione di partito. I tedeschi, la diplomazia tedesca, sostengono di aver avuto esperienze negative con il nostro ministro degli Esteri, e lo vedono malissimo. Naturalmente tanto non basta ad elimininare il suo nome dalla rosa, ma Dini è indebolito e lo sa. Chi lo ha sentito ieri lo ha trovato amareggiato e negativo. Dunque Cossiga si è trovato di nuovo con l'ipotesi di un governo Ciampi da discutere, dopo aver sparato a palle incatenate contro l'ex governatore della Banca d'Italia passato alla politica, con cui ha delle ruggini personali e politiche, ma che, più che altro, temeva come clonazione del governo Prodi. Ciampi era stato infatti indicato non come capo di un governo tecnico con una maggioranza aperta, ma come il cosiddetto «governo Prodi senza Prodi»: stessa maggioranza, stessi ministri. E' probabilmente su quello che Cossiga ha sparato a zero, mentre adesso la situazione cambia e chi lo conosce dice che il leader dell'Udr potrebbe anche ritirare il suo veto. Resta da vedere adesso con quali offerte, quali argomenti e quali pressioni Cossiga si presenterà all'appuntamento con Berlusconi. Intanto, ieri nell'Udr è stato giudicato sintomatico che a giurare sull'unità del Polo sia stato soltanto Fini, che è l'eventuale vittima di una decisione centrista di Silvio Berlusconi, e non da Berlusconi stesso. Cossiga ha annunciato soltanto che a Berlusconi prospetterà i danni di un suo ulteriore isolamento a destra, proprio mentre passa veloce il grande convoglio della grande coalizione. Ma è davvero così realistica la grande coalizione? Anche nell'Udr di Cossiga nessuna illusione e anzi consapevolezza del carattere «di bandiera» di una proposta che si regge soltanto sull'emergenza: emergenza per l'euro, emergenza per il Ko- sovo, emergenza per la finanziaria e la posizione internazionale dell'Italia. Ma un'emergenza non fa una politica: fa, al massimo, un governo di salute pubblica che ri¬ solva problemi roventi e prepari il passaggio a un governo politico. Il governo politico caldeggiato da Cossiga, come l'ex presidente ha detto spessissi- mo in queste settimane, è quello guidato da Massimo D'Alema, il quale attende di essere finalmente scongelato per poter fare quel che fa in ogni Paese il leader del partito di maggioranza relativa: e cioè il primo ministro. Secondo Cossiga il governo D'Alema dovrebbe somigliare alla Bicamerale appena fallita: D'Alema numero uno, Berlusconi numero due, un programma di riforme costituzionali ridotto ma rapido, fra cui l'approvazione dell'elezione del presidente della Repubblica a suffragio universale diretto, cosa che permetterebbe per il momento di confermare Oscar Luigi Scalfaro al Quirinale come garante del trapasso, pronto a fare le valigie appena fosse approvata la legge. Così, nei piani e nei desideri di Cossiga illustrati ieri in una riunione riservatissima, anche la mina della lunga campagna parla menta re-presidenziale sarebbe disinnescata. Ma tutti questi scenari sono, e nessuno se lo nasconde nell'Udr, di pura facciata: il no secco di Cossutta a Cossi¬ ga, unito a quello dei Verdi, di Occhetto e di Veltroni, renderebbe impraticabile un vero asse Cossiga-D'Alema, anche perché quest'ultimo lavora per una ritessitura della vecchia maggioranza, Bertinotti compreso, da riportare in Parlamento sotto la sua guida. Di fatto, il D'Alema che oggi incontrerà Cossiga sarebbe interessato soltanto all'appoggio dell'Udr per approvare la Finanziaria senza troppi drammi, concedendo in cambio uno status di «oppositore di sua maestà» al centro cossighiano, che potrebbe attrarre una parte di Forza Italia e costituire il centro forte, come antagonista della sinistra. Ma anche questa ipotesi si scontra con il fatto che Cossiga non mira soltanto a saccheggiare Forza Italia, ma anche a portarsi via il Rinnovamento di Dini e i popolari di Marini, disossando il centro-sinistra. Ma queste, per ora, sono soltanto ipotesi ed esercitazioni di tattica politica. Paolo Guzzanti Se Ciampi non tentasse di clonare un «Prodi senza Prodi» potrebbe anche cadere il veto del leader Udr Su Dini invece pesa il giudizio negativo che l'ex cancelliere Kohl ha espresso agli «amici italiani» L'esecutivo caldeggiato dall'ex Presidente dovrebbe avere un programma di riforme costituzionali fra cui l'elezione del capo dello Stato a suffragio universale Oggi e domani le «consultazioni» L'esecutivo caldeggiato dall'ex Presidente dovrebbe avere un programma di riforme costituzionali fra cui l'elezione del capo dello Stato a suffragio universale con i leader di Ds e FROMA ha detto Cossiga entro in a e non ni: devo ntri». Gli oggi con domani ello Stai di vena cui si è posito, e : lo aveesidenza LA STAMPA

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