«Con me ci hanno provato loro»

«Con me ci hanno provato loro» «Con me ci hanno provato loro» Gnaga: io, corteggiato da Berlinguer ELLA Lega c'è chi rivendica i contatti con il governo, e c'è chi denuncia di essere stato contattato. Simone Gnaga, l'unico fiorentino nella truppa del Carroccio, ha accusato il ministro Berlinguer di avergli chiesto di uscire dall'aula per salvare Prodi. «Me lo ha detto chiaro e tondo - conferma "Noi siamo sotto, ci sarebbe bisogno che tu andassi fuori"...». Il ministro ha smentito. Lei che fa, smentisce la smentita? «La smentisco sì. Ma guardi che io Berlinguer lo capisco, scriva pure che lo stimo: sono stato il suo indegno avversario nel collegio di Firenze 1. Come poteva non smentire?». Berlinguer ha detto che tra voi ci sarebbe stato solo un incontro casuale. Sta dicendo che il ministro ha mentito? «In due anni e mezzo di legislatura, Berlinguer non mi ha mai rivolto la parola e poi si mette a chiacchierare con me a dieci minuti dal voto di fiducia. Suvvia, le pare possibile? No, no: lui mi ha fatto chiamare da un commesso, che mi ha accompagnato nella sala dove si riunisce il Consiglio dei ministri. Io non c'ero mai entrato. E comunque Berlinguer non è stato il primo». Quindi i tentativi sarebbero stati più di uno. E' così? «Tre, sono stati. Nei giorni precedenti mi aveva cercato Lapo Pistelh, il vicecapogruppo dei popolari. Lui i voleva addirittura che votassi a favore. Comunque Bossi sapeva tutto, fin dalla prima volta». Onorevole Gnaga, perché proprio lei? «Perché sono toscano, e fare il leghista a Grosseto non è come farlo a Bergamo. Sanno che su certe cose non sono d'accordo con la linea del segretario, e ci hanno provato. Mi hanno offeso, per questo. Ma la colpa è anche di tutti quelli che hanno lasciato la lega. Lo hanno fatto in modo tanto squallido da farci apparire tutti come delle spugne pronte ad assorbire qualsiasi offerta». Senta, per comprare qualcuno bisogna dargli un prezzo. Che cosa le hanno offerto, per farle cambiare idea? ti «Niente di concreto. Solo strani discorsi su future collaborazioni in Toscana. Si rende conto? Berlinguer non è mai stato un funzionario del Pds. Come può il rettore dell'Università di Siena abbassarsi a tanto. Dov'è finita l'etica della politica?». E che cosa ha risposto, ai suoi corteggiatori? «Beh, io non ero mica convinto che loro fossero sotto. L'ho presa alla larga, gli ho detto: "Guarda che ce la fate lo stesso". Ma loro sapevano già che sarebbero stati sconfitti. Ho dovuto dirgli di no in maniera chiara. Anche se in fondo avevo tutto da perdere». In che senso? «Vede, io sono l'esaltazione del mattarellum. Sono entrato alla Camera con la quota proporzionale: adesso si va verso il maggioritario secco. E la Lega, in Toscana, un seggio uninominale non lo prenderà mai. La smistra vince sempre, chiunque candidi: da Marco Rizzo ad Antoiùo Di Pietro». Quindi le hanno offerto una candidatura? «Le ho detto che non mi hanno offerto nulla. Non gliene ho dato il tempo». Ma se lo avessero fatto, lei l'avrebbe accettata? «Certo che no. Se sono qui, io devo dire grazie a Bossi». Guido Tiberga ti ri «Sono stato eletto a Firenze: il Carroccio in Toscana è ai margini per questo mi hanno lusingato, ma io devo tutto a Umberto»

Luoghi citati: Antoiùo Di Pietro, Bergamo, Firenze, Grosseto, Siena, Toscana