Bossi: a Roma per governare

Bossi: a Roma per governare LA STRATEGIA DEL CARROCCIO Bossi: a Roma per governare Premier, la Lega punta sul leader Ds SASSANO DEL GRAPPA DAL NÒSTRO INVIATO Il cameraman di «Telenovo» sbanda. Scusi, possiamo ripetere? Ma prego, Obelix Boso sembra qui proprio per questo, certe cose mica si possono dire in un congresso. Allora vai con un Boso da marciapiede. Pronti? Eccolo: «In questo Paese, a parte Umberto Bossi, l'unico leader che può cambiare le cose si chiama Massimo D'Alema». Chiaro adesso? Chiarissimo. Bossi, che sta lasciando il Veneto, in cento minuti di parole non aveva nominato mai nessuno, tranne Berlusconi «Il Mafioso di Arcore» e uno strapazzato Veltroni [«.Vadavialcu»). Ma ha detto che la Lega e pronta, che in un governo tecnico ci può stare, per carità è ancora presto, a fine mese sarà il congresso di tutta la Lega a decidere. «Però se ne può parlare: o accettiamo il governissmio degli altri, oppure andiamo a Roma a ribaltare la frit! tata di 360°». Ribaltare di 360° vuol dire che la frittata ricade così com'è, ma c'è qualche buona ragione per ritenere che Bossi volesse dire 180", sennò non si rigira. I leghisti veneti lo aspettavano per sapere come sarà la Liga dopo lo strappo di Comencini. «Quattro gatti, scalzacani, nulla che finirà nel nulla, poveracci, imbecilli, bugiardi, marionette nelle mani del Mafioso» e basta cosi. Invece di conoscere il futuro della Liga hanno ascoltato il futuribile percorso della Lega. Dalla Padania a Roma. «Negli ultimi due anni la Lega è rimasta com'era - dice Bossi - ma la situazione politica è cambiata. La strategia nuova è che la Lega può essere sempre al governo. Non possiamo stare con le mani I in mano ad aspettare che gli altri facciano una legge elettorale che ci vuole cancellare. Se si è forti si può anche giocare una partita spregiudicata». Ad ascoltarlo, in un Palazzetto dello Sport pieno di leghisti che tentano di capire, sembra che la spregiudicata partita dello spregiudicato Bossi sia già cominciata. Fa il misterioso, oggi non andrà da Scalfaro, glissa sulle telefonate con Cossiga o D'Alema, evita i nomi di possibili premier del governo tecnico. Quando arriva a Bassano sono appena passate le 13. A sorpresa, lui che non sa mai niente, non legge là politica sui giornali 0 sulle agenzie di stampa, sa già dell'attacco di Prodi e Veltroni da Bologna, l'accusa di trattativa sottobanco avanzata dal parlamentare leghista Daniele Roscia. Per Bossi, a parte la dialettale risposta a Veltroni, la lettura di questo attacco è politica. Sarebbe una mossa per impedire 1 giochi di riavvicinamento tra la Lega e chi potrebbe sostenere un governo tecnico, in particolare D'Alema, vecchio compagno di ribaltone, cena con sardine e promesse mancate. «Quando c'era il governo Dini eravamo vicini ad un accordo sull'Assemblea Costituente - ricorda -. Poi lui preferì salire sul pullman dei pretoni ed è finita che l'hanno messo in un angolo». Inutile chiedere conferme su questo riavvicinamento tra Bossi e D'Alema, con l'aggiunta di Cossiga, e magari per metter fuori gioco Berlusconi. «D'Alema? Ma va a fa un gir», risponde e ride. Ai suoi veneti si è presentato in camicia verde e vestito scuro, quelle delle grandi occasioni, la pratica Comencini l'ha liquidata in fretta, anche perché ha già tutt'altro per la testa. Da qui a fine mese, congresso della Lega Nord a Brescia, spiegare la nuova e «spregiudicata» strategia. «Da due anni Berlusconi e D'Ale¬ ma governano assieme, il nostro problema è come rompere quel gioco lì. A Roma c'è stato un cambiamento e la Lega, che resta Lega Nord per l'Indipendenza della Padania, può sfruttare la situazione. Si può aprire una strada nuova...». Che parte da un governo tecnico che approva la finanziaria e chissà, può approdare a un governo politico che mette mano alla riforma elettorale. Il sogno di Bossi sarebbe un ritorno al proporzionale («Il maggioritario è saltato!») con sbarramento al 5 per cento. «Come sempre si parte chiedendo 100 e poi si vede...». Insomma, se la «spregiudicata» partita andrà a cominciare Bossi e la Lega hanno già le loro carte in mano. E Boso? Obelix, uno che sa interpretare anche i sospiri di Bossi («A D'Alema l'ha già detto, se fai qualcosa di buono ci posso stare») è ancora lì a stupire "Telenovo". «D'Alema è rimasto imprigionato dai democristiani, e noi gli possiamo dare una mano». Frase secca che Bossi non si è potuto concedere, meglio limitarsi ad un prudente «patti chiari e amicizia lunga». Appunto, quel che Bossi non può sapere è se alla fine questi patti ci saranno davvero, se e quanto gli costeranno. «Ci siamo spinti molto in avanti e non sarà facile rientrare nei giochi», ragiona Enrico Cavaliere, deputato di Jesolo. Ma non aveva ancora sentito il «Discorso della frittata». Non aveva sentito Bossi ripetere fino alla noia che «destra e sinistra non ci sono più». E se dove c'era la destra c'è «il Mafioso» e la sinistra non c'è più, al posto delle sardine ci può stare questa frittata. Fino a sabato pomeriggio Bossi si definiva «spettatore distratto». Da ieri si è messo l'abito scena. «Non possiamo restare con le mani in tasca...». Giovanni Cerruti «Basta restare con le mani in mano Oggi possiamo giocare una partita spregiudicata» Insulti in dialetto al vicepremier sulle trattative segrete per salvare in aula il governo Prodi Il Senatùr pronto alla trattativa «In partenza si chiede 100 Poi si vede» Il segretario della Lega Nord Umberto Bossi durante l'intervento di chiusura al congresso della Liga Veneta-Lega

Luoghi citati: Arcore, Bologna, Brescia, Roma, Veneto