Se il segretario fa smettere di piovere di Filippo Ceccarelli
Se il segretario fa smettere di piovere F IL PALAZZO =1 Se il segretario fa smettere di piovere fon- re ha i suoi guai - si manifesta come il Re Sole, o almeno come re del sole: nel senso che avrebbe l'autorità di far smettere di piovere e di far tornare i raggi del sole, appunto, a splendere sui raduni dei suoi fedeli. La rivelazione di questo specifico potere meteorologico - che Max Weber menziona insieme con quello taumaturgico nei suoi damentali studi sul carisma - è certificata da due lettere pubblicate negli ultimi giorni sulla Padania. Nella prima Rosa Maria Vaccari, da Varese, rammenta il «tempo da lupi» nei giorni immediatamente precedenti la manifestazione leghista di Venezia. Domenica 13 settembre invece: «Tempo splendido! Dove arriva Bossi - ne deduce - c'è il sole (...). Eravamo in tanti, tutti insieme, tutti felici. A sera, via noi, via il bel tempo. Avevo ragione io - conclude - dove c'è Bossi c'è il sole!». Non passa nemmeno una settimana, e sempre sulla pagina «La parola ai lettori» della Padania - autentica miniera di spunti per la rico• «truzione. di. ogni possibile antropologia leghista - compare una specie di epistola in versi sciolti, a firma Alberto Savio, da Crespano (Tv). Anche qui è dominante, sia pure con una più netta accentuazione metaforica, il motivo della pioggia: «Piove sulla Lega. Tanta pioggia (...)/ Vicino a me una donna verde/ urla e piange con la pioggia/ Davanti a me, il Capo/ urla e tuona contro il Cielo...». Dove anche questo Bossi, che titanico e tonante pretende di governare le forze della natura, ha l'aria di chi ristabilirà il sereno, prima o poi. Ora: potrebbe anche darsi che si tratti di lettere non del tutto «spontanee». Ma pure nel caso di componimenti confezionati «in casa», i termini della questione non cambiano poi molto. Se da un lato, questi esercizi di culto della personalità paiono confermare il carisma di Bossi, dall'altro ne segnano forse il culmine, magari anticipandone in qualche moi anche il tramonto. 1 ticipi I do ar Sta di fatto che proprio in coincidenza con l'epifania meteorologica bossiana, su quelle stesse pagine si sono potute leggere le prime, timide critiche al leader. Con lo pseudonimo di Camisa verda, e il sintomatico atteggiamento di chi si fa più bossiano di Bossi, c'è chi l'accusa di non aver vigilato sui veneti fedifraghi. Mentre un lettore di Alassio addirittura sprona il ministro dell'identità padana ad affrontare Bossi chiedendogli ragione di certe sue indicazioni: «Non si ritragga - insiste sopporti che egli si adiri». Naturalmente c'è anche Carmen, da Varese, che coglie l'occasione del compleanno del Capo per evocaire la categoria della predestinazione: «Il 19 settembre del 1941 lui nasceva, e 'noi, ignari, non sapevamo chi per noi padani era nato». Così come restano esemplari del grado di coinvolgimento emotivo dei militanti la testimonianze di Giulio Roveda su un comizio di Bossi: «E' riuscito a trasmettere a tutti noi, accaldati a migliaia sotto il tendone, un senso, di pace e di tranquillità». O quella di Adele Ferrari (che cura la pagina dei lettori): «Ero seduta nella prima fila (...). Il mio cuore ha preso a battere all'impazzata e non ho potuto trattenere le lacrime». Tutto questo a prescindere dalle oggettive difficoltà politiche: scissione della Liga, referendum falliti, chiusura del «parlamento» padano, oscuramento della prospettiva separatista. Dal che un dubbio per il futuro. Se Bossi, carismatico Re Sole, riesce a far smettere la pioggia, non è affatto detto che ci riesca quando grandina. Filippo Ceccarelli sili |
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