Esce «Nerolio», film scandalo di Fulvia Caprara

Esce «Nerolio», film scandalo Tratto dal libro di Pasolini, sarà nelle sale venerdì: la regia è di Grimaldi Esce «Nerolio», film scandalo Per due anni non aveva trovato distributori ROMA. Arriva nelle sale italiane «Sputerò su mio padre - Nerolio», il film di Aurelio Grimaldi al centro, due anni fa, di vivaci polemiche. La pellicola, tratta dal libro di Pier Paolo Pasolini «Nerolio», uscirà venerdì prossimo dapprima a Roma (in tre sale) e poi nelle altre più importanti città italiane; in totale ne saranno distribuite dieci copie. Il film, interpretato da Piera Degli Esposti, Marco Cavicchioli e Vincenzo Crivello, è stato prodotto nel 1996 da Arancia Film: dopo la presentazione al Festival di Locamo di quell'anno, la pellicola fu travolta da feroci polemiche sia per come aveva trattato la figura di Pasolini sia per alcune scene scabrose riguardanti l'omosessualità. «Nerolio» non ha trovato quindi una distribuzione in Italia, contrariamente a quanto accaduto nel resto del mondo dove il film ha riscosso un buon successo di pubblico sia ai festival ai quali ha partecipato (tra cui Toronto, San Paolo, Valencia, Rotterdam, Parigi, Annecy, Londra, Tokio, Sidney, New York, Los Angeles) sia nei paesi in cui è stato venduto (Francia, Olanda, Germania, Giappone, Corea e Australia). Tra le persone che stroncarono il film anche Laura Betti, attrice preferita da Pier Paolo Pasolini, che definì la pellicola di Grimaldi frutto di «un colpo di sole». In Italia la pellicola, a parte alcuni festival come quello di Torino Giovani e il Festival Gay-Lesbico di Torino del 1997, di cui è stato anche vincitore, il film, riconosciuto di «interesse culturale nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento dello Spettacolo», esce nelle sale soltanto ora grazie alla neonata società Pasquino Distribuzione-Stazione Marittima, [s.n.] dere. Adesso non viviamo quella fase, forse quelli che ancora suscitano un po' d'ilarità sono i nuovi ricchi». Ma è la situazione generale del nostro cinema, così spesso punito al botteghino, che preoccupa i Vanzina: «Pur non votandolo - dice Enrico - penso che Veltroni sia stato il miglior ministro che abbiamo avuto negli ultimi anni. Ma gli rimprovero una cosa: continuare a dire che nel cinema italiano c'è una grande rinascita quando questa rinascita non c'è. Insomma, non si può affermare che tutto va bene quando poi la gente i film italiani non li va a vedere. Sono molto preoccupato, invece, di fare trionfalismi: bisognava che Veltroni lanciasse grida d'allanne perché nel nostro cinema l'allarme c'è, ed è anche rosso». Uno dei problemi più importanti, dice ancora Enrico, riguarda «la commercializzazione all'estero: se non si riesce a riconquistare i mercati stranieri non si può uscire dalla crisi». I due fratelli, intanto, preparano il nuovo film «Il cielo in una stanza»: «Una storia di sentimenti che parla di un padre che, per stabilire un rapporto di amicizia con il figlio, immagina di rivivere con lui i suoi diciott'anni». Fulvia Caprara