Islam non vuol dire terrorismo. Pro e contro Bertinotti di Igor Man

Islam non vuol dire terrorismo. Pro e contro Bertinotti LETTERE AL GIORNALE Islam non vuol dire terrorismo. Pro e contro Bertinotti Ogni religione ha i suoi fanatismi Mi riferisco all'articolo di Igor Man «1 due volti dell'Islam» pubblicato domenica 4 ottobre. Condivido appieno l'opinione di Man secondo cui occorre fare chiare distinzioni tra terrorismo musulmano e Islam. Purtroppo, molto spesso, il terrorismo mediorientale si richiama al Corano e questo non aiuta di ceno l'Islam a scrollarsi di dosso l'immagine di religione fondamentalista e guerrafondaia che ne abbiamo in Occidente. Tuttavia la persona provvista di senso critico sa di dover rifiutare il collega mento tra Corano e terrorismo. Che autorità ha il terrorista per dichiarare che le sue azioni perverse sono dettate dal Corano? L'Islam è un'altra cosa. Ho lavorato per alcuni anni con un musulmano (molto osservante) di rara onestà, serietà, correttezza e pacatezza. Certo, l'arabo non scende volentieri a compromessi ma sa anche difendere le sue convinzioni senza ricorrere a mitra e granate. Sono dell'opinione che nessuna religione è svincolata da fanatismi anche se mascherati e, forse proprio per questo, non meno insidiosi. Non dobbiamo allontanarci troppo da casa per rendercene conto. Basti pensare alle isterie collettive scatenatesi in occasione delle lacrimazioni di una statua a Civitavecchia o a certi integralismi vandeani. Corrado Noseda Troy, New York (Usa) nosedc(« rpi.edu Inno di Mameli salviamo la musica Ogni tanto riaffiorano le polemiche sui versi troppo antiquati dell'Inno di Mameli. Effettivamente l'«elmo di Scipio», in tempi di doping, Bertinotti, Lewinsky e via dicendo, sembra assai fuori luogo, e io sono d'ac¬ cordo. E' per questo che quando lo ascolto ignoro le parole e mi concentro esclusivamente sulla musica, che trovo adattissima per un inno, coinvolgente, che ti arriva all'anima, e che ogni volta mi procura un dolce groppo in gola. Non toglietemelo. Alberto Frigeri, Torino On. Pivetti com'è possibile? Sono rimasta incredula e stralunata leggendo sulla Stampa di ieri l'intervista alla Pivetti. Ma davvero una persona che ha ricoperto cariche di grande responsabilità può affermare di non aver votato perché le hanno assicurato che il suo voto non era essenziale? Veramente non è stata sfiorata dal pensiero che i doveri assunti nei confronti di chi le aveva dato la fiducia e di tutti noi che sosteniamo l'onere degli alti stipendi dei parlamentari le imponevano l'OBBLIGO di essere presente, qualunque fosse il colore del suo voto? Bianca Pecco, Genova «Hasta la sconfitta... Siempre!» Bel colpo, on. Bertinotti. E' riuscito a disintegrare il suo partito, che stava per diventare un pericoloso covo di filo-governativi, e a far cadere il suo principale nemico, il governo Prodi, oppressore e affamatore delle povere masse popolari a Lei tanto care. Que viva Berlusconi! Hasta la sconfitta... Siempre!!! Silvano Chiaradonna s.chiaradonna@guest. cnuce.cnr.it Ringraziare Fausto non è massimalismo E' veramente patetico vedere Cossuta trasformato in una specie di gruppettaro scissionista ottantenne, una sorta di pdup- pino anacronistico. Non credo che il medico gli avesse ordinato di sostenere a ogni costo un governo amorfo come quello di Prodi: da brava compagna vorrei ricordargli che abbiamo allevatori e contadini picchiati dalla polizia ulivista, giudici onnipotenti e carcerazioni preventive che nemmeno negli anni d'o¬ ro della De si vedevano, scuola abbandonata a se stessa, sanità ormai fuori dalle possibilità di malati e anziani. A Bertinotti un grazie che non è massimalista, ma di sinistra. Caro Fausto, il problema è quello che mentre tu pensi ancora a una sinistra vincente in Italia, la sinistra si sta accomodando gattopardescamente al centro pensando che ai nostri cittadini manchi il coraggio di fare una scelta di campo radicale. Ad Ar mando invece ricordo una frase di Brecht che fu proprio lui a ci tarmi: «E' meglio sbagliare con il partito che avere ragione con tro il partito». Abituare i tuoi poveri adepti alla scissione con¬ tinua (che bello slogan) è proprio ridicolo. Ma anche crudele. Dacia V aleni dacia@rdn.it Le «cartelle pazze» delle tasse Vorrei sottoporvi questo esempio di efficienza del nostro ministero delle Finanze; nel giro di 15 giorni mi è stato recapitato un vaglia per un rimborso e una cartella di pagamento riguardanti la stessa dichiarazione dei redditi. Anche senza entrare nel merito dell'esattezza delle due notificazioni, forse sarebbe costato meno all'erario se mi veniva comunicata una sola notifica (in questo caso di rimborso) per la differenza. Se, invece, entriamo nel merito, dal vaglia non sono in grado di capire dove ho sbagliato nella compilazione della dichiarazione dei redditi; mentre, per la cartella di pagamento, è specificato che riguarda i redditi soggetti a tassazione separata, che, in quella dichiarazione, era facoltativo portare a cumulo del reddito dell'anno. Cosa che io non ho richiesto ma mi è stata applicata d'ufficio. Ho deciso, visto la trafila da compiere, di non ricorrere (probabilmente mi costerebbe di più) e quindi faccio finta di aver ricevuto un rimborso più basso. Penso, però, a quanti (magari pensionati) si sono visti recapitare solo la cartella esattoriale e devono pagare una tassa ulteriore senza capire il perché. Avevo sentito per mesi parlare di cartelle pazze più o meno si stemate. Ora vedo che si continua allo stesso modo. Armando Grossi Strada in Chianti (Fi) Anche i laici sono Chiesa Provo a rispondere alla lettera della signora Audisio comparsa il 6 ottobre che, partendo dalla contraddizione di una Chiesa ricca che afferma che «Dio sta con i poveri», entra in crisi come credente. E' ovvio che debba esistere una struttura centrale, è pure ovvio che questa debba essere decisamente ridimensionata e riportata a parametri evangelici. E' anche ovvio che nella Chiesa non tutti vivono lussuosamente come dice la signora: basti pensare ai missionari (un nome per tutti, Alex Zanotelli) e anche a tanti vescovi (Oscar Romero e Gioachino Ruhuna, morti ammazzati dal potere perché in comunione con i poveri del loro popolo-chiesa). E poi esiste «una moltitudine immensa che nessuno può contare» (Ap. 7, 9) che sono Chiesa e danno testimonianza quotidianamente stando dalla parte della giustizia, quindi anche dei poveri. Quanto poi al detto «Fa come il prete dice e non come fa», che anch'io ho sentito nella mia infanzia, se era comprensibile allora, dopo il Concilio non lo è più. I laici hanno preso coscienza che anche loro sono Chiesa e non solo i preti, per cui qualcuno potrebbe ribaltare il detto e dire di noi «Fa come i cristiani dicono e non come fanno». Piuttosto esiste, grazie a Dio, un nuovo movimento di rinnovamento, ultimo di tanti altri che si sono susseguiti nella storia, il movimento internazionale «Noi siamo Chiesa» che si prefigge, appunto, una coscientizzazione e un cambiamento in senso evangelico della Chiesa. Questo può essere un motivo di speranza anche per la signora. Giorgio Saglietti varsag@atlink.it /LA STAMPA /"Via Marenco 32,10126 TORINO fax Oli -656B924 e-mail lertere@lastampa. lt 1 ;vX->:V:::x::-:::o:v:-:v::::::::vv:::v:,v:^ ••v.:: x:.:■: ::.vXv::,\:;v::v:,;:;,.:,.::.:;::

Luoghi citati: Civitavecchia, Italia, Man, New York, Torino, Usa