Napule's Power alla carica di R. Mol.
Napule's Power alla carica Napule's Power alla carica In un volume con doppio ed la rinascita canora degli Anni 70 TORINO ong 'e Napule è una trasmissione di Radiouno che ha avuto quest'estate indici record. Ed è il titolo d'un volume Eri (con doppio Cd) che approda proprio in questi giorni in libreria. Ma è anche e soprattutto una scommessa: far rivivere i mitici Anni 70 della canzone napoletana, quel Napule's power che diede una sferzata all'asfittico mondo della canzonetta italiana, grazie alla forza e all'intelligenza di gente come Roberto De Simone, Alan Sorrenti, James Senese, Eugenio Bennato, Toni Esposito, Pino Daniele. Gli artefici di questa operazione sono due giornalisti che nella loro vita hanno fatto anche mille altri mestieri: Renato Marengo e Michael Pergolani. Entrambi intorno ai cinquanta, l'uno stempiato, l'altro con il codino sono venuti al Salone a presentare il loro libro, ma soprattutto a raccontare con passione 20 anni di musica non solo italiana: «Londra e Napoli, oggi come trent'anni fa, hanno legami strettissimi, - spiega Pergolani, che a Londra ha fatto anche l'inviato per L'altra domenica - e da noi ci sono antenne per raccogliere quello che succede altrove. Quando chiamammo Napule's power quel movimento, ci ispiravamo al Black power americano». E non per caso il loro Cd ha per sottotitolo Negri del Vesuvio. In questi anni le cose sono cambiate, «ma i gruppi di oggi spiega Marengo - per molti versi riannodano mi filo interrotto. Certo negli Anni 70 c'era chi come il gruppo Zezi di Pomigliano d'Arco cantava: "A' fatica c'è sta, ma mm c'ha vonno dà", mentre oggi c'è più rabbia e i ragazzi dei centri sociali cantano "A fatica c'hann dà, o appicciamm sta città"». (Per i non napoletani 'a fatica significa il lavoro, e appicciare significa dar fuoco). Il libro racconta come ci fosse negli Anni 60 a Positano una westcostiera di intellettuali e hippies che si scambiavano informazioni, culture e modi di vita e poi analizza, grazie ai fax di critici e musicisti, i vari percosi che la musica napoletana ha seguito da allora. Un piccolo grande libro. [r. mol.]
Persone citate: Alan Sorrenti, Eugenio Bennato, James Senese, Michael Pergolani, Negri, Pergolani, Pino Daniele, Renato Marengo, Roberto De Simone, Toni Esposito
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