Cascioli

Cascioli Cascioli «Quel mio gioco ora è un lavoro» 0! Gian Luca Cascioli, astro nascente del pianismo internazionale (MILANO RA ha diciannove anni e interpreta 30 concerti l'anno da Tokyo a Salisburgo; era _ un ragazzino quando, nel 1994, vinse alla Scala il Concorso Micheli, premiato da una giuria nella quale c'era anche Maurizio Pollini. «Ho partecipato per gioco, comunque senza drammi: questa era la condizione, lo stato d'animo, richiesto da Franco Scala, il mio maestro», ricorda Gian Luca Cascioli. «Ci sono andato pensando soltanto a suonare, cercando di mantenere quella stessa naturalezza con la quale, a otto anni, ho cominciato a sedermi davanti al pianoforte». Ora suonare è il suo mestiere. «Ma continua ad essere la mia passione! Un passatempo che occupava gran parte delle mie giornate si è trasformato in un lavoro. La professione migliore è quella che si ama, riuscire a farla è la miglior fortuna». Il mondo è pieno di giovani pianisti di talento. Come si riesce a distmguersi? «Non illudendosi mai, sapendo che ogni concerto bisogna conquistarselo, cercando ogni volta un senso. La ripetitività è il primo pencolo, ma l'originalità si conquista solo con motivazioni autentiche». Lei pensa di averle? «Prima cosa: studiare sempre sulla partitura il più possibile fedele all'originale. Cercare le fonti, il manoscritto, la copia a stampa più vicina alla data della composizione. Basarsi su quello che l'autore ha scritto, non sulla tradizione». Diceva Giuseppe Verdi: «Stupida mania barocca per l'originalità di ogni interpretazione. E' l'autore che bisogna lasciar parlare». «Pensi a Beethoven, o a Bach, a tutte le manipolazioni che le loro opere hanno subito in età romantica e ancora dopo. Voglio il nero su bianco dello spartito: quella è la verità prima, poi entra in gioco l'interprete. L'originalità dell'esecuzione emerge solo attraverso il rispetto delle intenzioni dell'autore». Continua a studiare o ha già «ucciso» i maestri? «Per carità! Ne ho ancora bisogno e tanto più perché ho trovato, all'Accademia di Imola e in Franco Scala, un maestro vero, un pianista che sa essere didatta, trasmettere all'allievo le idee e la pratica, la sensibilità e; l'amore». [s. cap.i Gian Luca Cascioli, astro nascente del pianismo internazionale

Luoghi citati: Imola, Milano, Salisburgo, Tokyo