Comit tratta con Bancaroma di Valeria Sacchi

Comit tratta con Bancaroma Lucchini e Geronzi stringono i tempi per studiare una integrazione tra le due banche. Dal vertice assente Paribas Comit tratta con Bancaroma Ma non sbarra le porte all'Imi-San Paolo MILANO. A Milano il presidente della Comit Luigi Lucchini informa il comitato esecutivo che la Banca di Roma ritiene «superabili» le difficoltà che ai primi di giugno l'avevano condotta «a constatare il venir meno delle consizioni per lo studio di un progetto di integrazione con la Banca Commerciale Italiana». Nelle stesse ore, a Roma, il presidente di Bancaroma Cesare Geronzi riferisce al suo esecutivo il colloquio con Lucchini e riceve «ampio mandato» perche approfondisca con gli amministratori e la Comit «un'ipotesi di integrazione capace di secondare, conpari dignità, le sinergie di sviluppo dei due istituti». Entrambi i comunicati pongono l'accento sui «tempi brevi», anche se il comunicato della Comit parla di «approfondimento delle varie ipotesi di sviluppo strategico» per poter presentare «un quadro esaustivo» da sottoporre al consiglio, cui spettano le scelte finali su «soluzioni che assicurino alla Commerciale il ruolo di polo capace di aggregare in pari dignità importanti realtà bancarie». La nota del comitato esecutivo Comit non nomina l'ipotesi San Paolo-lini, preferendo la più generica dizione di «varie ipotesi», ma è chiaro che non potrà non approfondire anche questa offerta di aggregazione, avanzata ufficialmente in una lettera dal presidente di San Paolo-Imi Luigi Arcuti, e messa agli atti nell'ultimo consiglio di amministrazione. Un progetto visto di buon occhio dal gruppo Ifi-Ifil che di Bancaroma è importante azionista con l'8%, ma che probabilmente avrebbe bisogno di una seconda e più marcata avance per fare un passo avanti. L'impressione che si ricava dalla lettura delle due comunicazioni è che la spinta verso Comit Banca di Roma sia più forte che mai, anche se sembra di capire che gli amministratori della Commerciale, in questa difficile navigazione irta di trabocchetti, si atterranno più che mai al linguaggio delle cifre e delle proiezioni. Linguaggio che, nel corso della passata trattativa con Banca Roma, non sembrava favorevole all'istituto romano. Tra le varie ipotesi per spiegare la rottura delle trattative da parte di Geronzi ai primi del giugno scorso, una delle più accreditate sosteneva che il presidente dell'istituto capitolino non se la sentisse di affrontare alla luce del sole (fino a quel momento il rapporto era noto solo a Abelli e Saviotti) le conclusioni dell'esplorazione sullo stato di salute del suo gruppo tratte dall'advisor di Comit: Merrill Lynch. Da allora non molto è cambiato, mentre la crisi di governo allontana nel tempo il varo del decreto legge sulla securisation dei crediti in sofferenza. A sua volta alcune considerazoni del rapporto di Schroders, (advisor di Bancaroma) pubblicate da II Sole 24 Ore stimano, nel caso di nozze tra Comit e Roma, quasi 1000 miliardi di utili in più entro il Duemila e considerevoli effetti positivi soprattutto sul fronte dei costi. Per quanto ri¬ guarda i valori, le stime di Sdirodere partono dal concambio di un titolo Comit contro 3-3,2 Bancaroma. Tornando alla riunione del Comitato esecutivo della Comit, in piazza Scala erano presenti, oltre al presidente e ai due amministratori delegati Alberto Abelli e Pier Francesco Saviotti, il vicepresidente Gianfranco Gutty che rappresenta le Generali e Axel von Ruedorffer che rappresenta Commerzbank. Mancavano l'imprenditore Giancarlo Cerutti, in viaggio d'affari in Cina, e il consigliere di Paribas, Michel Francois Poncet. Un'assenza quest'ultima che potrebbe essere significativa, dal momento che in passato Poncet è sempre stato ufficialmente contrario all'unione tra Comit e Bancaroma. A dire la verità anche Commerzbank aveva dimostrato un certo scetticismo verso il progetto, ma il recente ingresso del concorrente Deutsche Bank nel capitale Comit ha cambiato gli equilibri. E oggi Commerzbank sembrerebbe, almeno apparentemente, schierata con Mediobanca e Generali che, non è un mistero, parteggiano per il matrimonio con il gruppo romano che consentirebbe di riunire nelle mani di un'unica «banca amica» il 16% del capitale di Mediobanca. Valeria Sacchi Luigi Lucchini, presidente della Comit

Luoghi citati: Cina, Milano, Roma