Burlando: non è stata una resa
Burlando: non è stata una resa IL MINISTRO CONTRATfACCA Burlando: non è stata una resa «Si parte con 12 milioni di passeggeri» GENOVA ON è stata una resa, la crisi di governo non c'entra». Il ministro dei Trasporti, Claudio Burlando, dal Salone nautico di Genova lancia la sua controffensiva contro chi lo accusa di avere ceduto su Malpensa al diktat del commissario europeo Neil Kinnock. Ministro, ma cosa è accaduto? Hanno davvero vinto le compagnie straniere? «Le clausole valgono per tutti. Venerdì si è parlato del criterio di applicazione della flessibilità. Questo in seguito a lettera arrivata giovedì sera, e quindi non ha nulla a che fare con il voto alla Camera. La Comunità, per non essere discriminatori, ci chiedeva di calcolare le quote rotta per rotta. Noi pensavamo che si potesse fare sul complesso. Semplicemente ci è sembrato più utile per il Paese non limitare la tratta Milano-Roma». Ma con quanti passeggeri partirà Malpensa? «Malpensa si avvia con un volume di 12 milioni di passeggeri e raggiungerà i 15-16 milioni nel secondo anno di attività quando peraltro le infrastrutture saranno completate. Sarà quindi più facile da gestire». L'Alitalia però critica questa decisione? «E' una soluzione francamente non drammatica. L'Alitalia era già delusa quando ha concluso l'accordo ricapitalizzazione con Kinnock. Da quell'accordo in poi l'Alitalia invece è riuscita ad andare benissimo. Penso quindi che andrà così anche questa volta». La flessibilità allindi riguarda solo le compagnie comunitarie che non si trasferiscono a Malpensa? «La flessibilità riguarda chi opera a Linate. C'è poi c'è un'ulteriore questione che affronteremo nei prossimi giorni. Bruxelles pensava che noi lasciassimo anche il passaggio alle compagnie non comunitarie. Ora invece noi pensiamo che per bilanciare e cominciare a lanciare Malpensa sarebbe utile trasferire completamente le compagnie non comunitarie, ed ovviamente anche i voli fatti da compagnie italiane verso le stesse rotte extracomunitarie» Bruxelles però contesta questa scelta... «In effetti la commissione ci aveva detto che non aveva nessuna competenza in materia di vettori non comunitari ma ora eccepisce che il fatto di trasferire i vettori non comunitari cambierebbe i calcoli complessivi su cui si è fatto l'accordo. Ora i nostri calcoli sono diversi». Quali? «Secondo noi i circa 6 milioni di passeggeri si raggiungono con l'ipotesi che abbiamo fatto. Tuttavia poiché nei prossimi giorni verranno fatte le richieste rotta per rotta sulla base della percentuale della flessibilità c sarà facile, nel giro di poche ore, stabilire se erano giusti i nostri calcoli oppure se ha ragione la Comunità. A noi francamente sembra di aver fatto un provvedimento che lascia i 6 milioni di passeggeri». Allora solo le compagnie comunitarie rimangono a Linate? «La nostra impostazione, ripeto, era quella di cominciare a fare mia separazione del traffico, pur trasferendo a Malpensa, si badi bene, non le compagnie extracomunitarie, ma tutte le rotte extracomunitarie, in¬ dipendentemente dal soggetto che le attuava. Cioè su Milano-Mosca Alitalia ovviamente deve l'are partire i suoi vettori da Malpensa. Secondo i nostri calcoli, alla base delle opzioni che probabilmente le compagnie faranno, si otterranno circa 6 milioni a Linate e 8,5 a Malpensa, cui si aggiungono i 4 che ci sono già. Mi sembra un aspetto importante ma non decisivo». Perché? «Il grosso delle compagnie che operano a Linate sono compagnie comunitarie: su 14,5 milioni, 8 milioni di utenti li là volare Alitalia da sola. Se a questi si aggiungono le altre compagnie si arriva ad un valore minimo. Quindi non è questione eli legalità, ma una contestazione sul¬
Persone citate: Claudio Burlando, Kinnock, Neil Kinnock
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