Napoli sfila contro la camorra Il rione Sanità sta a guardare

Napoli sfila contro la camorra Il rione Sanità sta a guardare L'appello di una bambina: «Fateci vivere un futuro migliore» Napoli sfila contro la camorra Il rione Sanità sta a guardare NAPOLI. Più che la frase («Sta fuori dalla camorra, scegli la vita»), nel manifesto colpisce la foto: il corpo steso sul selciato di uno dei tanti «guaglioni» che si sono giocati l'esistenza sulla canna di una pistola, quella di un sicario chi: aspettava dietro l'angolo. In strada, fra i muri scrostati dei palazzi della Sanità tappezzati di gigantografie di un ragazzo ucciso, sfilano in corteo cinquemila napoletani onesti che hanno il coraggio di dire basta ai clan. Ma la gente che vive nel rione dell'autobomba non partecipa alla manifestazione guidata dal sindaco Bassolino. Ne rimane ai margini, appena lambita dagli slogan urlati a squarciagola dagli studenti venuti da altri quartieri, dagii attivisti del sindacato e dai disoccupati organizzati arrivati crai con i pullman. Tirano avanti a capo chino, i passanti, apparentemente assorti in altre faccende, in realtà intimoriti o rassegnati, mentre Marinella, una ragazzina di undici anni, lancia un appello a chi ha scelto l'illegalità attraverso il microfono sul palco in piazza San Vincenzo: «Basta. Fateci vivere un futuro migliore, pensate ai vostri figli e al dolore che provocate». Tra gli splendidi palazzi settecenteschi ridotti a poco più che ruderi il corteo sembra avvertire il senso di estraneità che lo circonda: troppi negozi sono rimasti con le saracineshe alzate, la vita nel rione continua come se nulla stesse accadendo. «Vergogna, vergogna», gridano gli studenti di un liceo scientifico men¬ tre passano davanti a un banco lotto che propone su un tabellone la «quaterna della marcia»: 36 (Bassolino), 24 (la polizia), 21 (la manifestazione) e 88 (la camorra). A pochi passi dai ragazzi c'è un consigliere circoscrizionale dei ds, Salvatore Barbato, che non si crea molte illusioni: «Certo, è un fatto positivo che l'attenzione della città si sia spostata sul quartiere ma devo ammettere che gli abitanti non hanno partecipato alla manifestazione - dice -. Qui la camorra è molto ramificata, ha finito con il condizionare perfino il modo di pensare della gente. Vuole un esempio? Due giorni fa, in uno di cruesti vicoli, due carabinieri sono passati in moto tra gli insulti di un grappo di bambini. I poliziotti, qui, sono spesso ritenuti dei nemici, e le istituzioni in genere vengono considerate come corpi estranei. Il Comune non ha mai fatto granché: il progetto Urban che dovrebbe riqualificare le attività nella zona è solo un bel vestito: non intacca minimamente la sostanza. Devo dire però che dopo la bomba di una settimana fa qualcosa si è mosso. In pochi giorni è stato fatto quello che chiedevamo da anni: hanno riparato parte del manto stradale, sono stati puliti i cassonetti della nettezza urbana e i vigili urbani sorvegliano il traffico. Ma ci voleva una bomba della camorra per ricevere un po' di attenzione?». Prima della manifestazione, il sindaco Antonio Bassolino ha parlato agli studenti dell'istituto professionale «Caracciolo». Ha spiegato che la guerra ai clan non potrà che essere di lunga durata. «Negli Anni Ottanta la criminalità era considerata come una sorta di ufficio di collocamento, ora rappresenta un gravissimo ostacolo allo sviluppo - ha detto -. Nonostante ciò Napoli ha saputo conquistarsi un prestigio tale da attirare investimenti di grande importanza. Certo, però, quando esplode un'autobomba un imprenditore del Nord può chiedersi legittimamente: chi me lo fa fare di investire lì?». Gli sforzi per il risanamento della città, ha spiegato il sindaco, possono essere resi più difficili dalla fine del governo Prodi: «La crisi può rendere tutto più complicato, ma guai se ci si fermasse ora». Mentre Napoli si mobilita contro i clan, la camorra non se ne sta con le mani in mano. I boss della Sanità, bersaglio dell'attentato compiuto nove giorni fa, avrebbero voluto uccidere proprio nel giorno della manifestazione l'uomo che parcheggiò l'autobomba in via Cristallini. Ma la polizia è arrivata j)er prima: il camorrista - di cui non è stato reso noto il nome - è stato arrestato. E' terrorizzato: sa che a volerlo morto non sono solo i clan della Sanità, ma anche chi gli ha commissionato l'attentato perchè lo ritiene un testimone scomodo. Per questo motivo ha deciso di collaborare con i magistrati. Le sue confessioni hanno consentito ieri il fermo di altre quattro persone. Fulvio Milane I napoletani sfilano per le strade del rione Sanità palcoscenico delle ultime guerre di malavita II corteo era guidato dal sindaco Bassolino

Persone citate: Antonio Bassolino, Bassolino, Caracciolo, Fulvio Milane I, Salvatore Barbato, Urban

Luoghi citati: Napoli