SGARBI E IL PRODE ANSELMO di Giorgio Calcagno

SGARBI E IL PRODE ANSELMO SGARBI E IL PRODE ANSELMO AHI ahi, Sgarbi, cu quoque? Eravamo abituati agli sfondoni letterari dei nostri politici, ma da un intellettuale sofisticato come lui speravamo di meglio. Secondo quanto lui dichiarato l'onorevole forzista alla Camera dopo il 312-313 del governo - vedi l'articolo di Paolo Guzzanti apparso ieri -, - Prodi è caduto perche, cosi come il prode Anselmo mori per non aver voluto mettere l'elmo, lui non lia voluto indossare la corazza della maggioranza pre-registrata». Il prode Anselmo? Senza l'elmo in testa? E chi lo aveva mai sentito in cento anni? 11 prode Anselmo nasce con l'elmo, anzi si chiama così per necessità di rima. Se avesse indossato un cimiero, l'autore lo avrebbe chiamato Ruggero, o Giampiero, o Oliviero. Dire che l'Anselmo della filastrocca è morto per mancanza di elmo è come scrivere che la Vispa Teresa aveva preso fra le dita un calabrone o che le tre civette sul comò tacevano l'amore con le figlie del farmacista. Il prode Anselmo «andò in guerra e mise l'elmo», come suonano i primi versi di Giovanni Visconti Venosta, personaggio che Vittorio Sgarbi dovrebbe conoscere, sia come letterato sia come politico (era un mazziniano, fratello del ministro degli Esteri). Se morì fu perché nell'elmo non avrebbe guardato bene: «c'era in fondo un forellin», che non gli consentiva di raccogliere l'acqua per bere: «e in tre dì morì di sete / senza accorgersi il tapin». L'analogia fra i due prodi con la iniziale minuscola e con la maiuscola - c'è, sicuramente, ma è assai più sottile. E' proprio in quel «forellin», che nessuno dei due aveva calcolato. Dall'uno fuggiva via l'acqua, dall'altro un piccolo, ir controllabile, mortale voto. Giorgio Calcagno

Persone citate: Giovanni Visconti, Paolo Guzzanti, Sgarbi, Vittorio Sgarbi