Un governo per la Finanziari di Alberto Rapisarda

Un governo per la Finanziari Via alle consultazioni al Quirinale. Cade l'ipotesi delle «larghe intese»: Un governo per la Finanziari Dopo il no di Prodi un esecutivo che duri fino alle Europee ROMA. La partita per formare un nuovo governo è cominciata con un rapido palleggio, tanto per scaldarsi i muscoli e studiare la forza dell'avversario. Così, Massimo D'Alema è andato a Bologna, a nome del centro-sinistra, per cercar di convincere Prodi ad accettare un reincarico. Ricevendo un fermo e prevedibile no. Francesco Cossiga ha rilanciato l'idea di un megagoverno Ulivo-Polo, ricevendo un altrettanto prevedibile no da D'Alema («ma figuriamoci». Cossiga ha ricambiato con un «niet» (alla maniera sovietica) per un Prodi bis. Sbarazzato il campo dalle du^ ipotesi estreme (a meno che Prodi non ci ripensi) si sta andando con encomiabile rapidità al sodo. Per Scalfaro, che ha aperto ieri le consultazioni incontrando i presidenti delle Camere, Mancino e Violante, potrebbe essere un buon inizio. Anche al Quirinale si ragiona già su un governo tecnico, dopo un ulteriore accertamento sulle reali intenzioni di Prodi (che, però, è ostacolato dal no dell'Udr e dal suo rifiuto di ricevere quei voti). O, meglio, si ragiona su un più duraturo «governo a termine», che non solo faccia approvare la Finanziaria, ma possa anche «gestire» l'elezione del nuovo capo dello Stato, che ci sarà a maggio. Insomma, bisognerebbe arrivare almeno sino al mese di giugno del 1999, quando si terranno le elezioni europee. Al centro della scena, così, sembra esserci già un qualche «governo tecnico» o «istituzionale» o tutte e due le cose insieme, che prenda i voti da Cossiga a Cossutta passando per tutto il centro-sinistra e che arrivi, quanto meno, all'inizio di gennaio, ma possibilmente vada a giugno. La situazione sta divenendo più chiara dopo che, a sera, Francesco Cossiga ha fatto capire (intervista al Tgl) che potrebbe appoggiare un governo anche con Cossutta, visto che «noi dobbiamo assicurare rapidamente un esecutivo al Paese. E l'Ulivo non c'è più, è morto, ucciso da quel piccolo voto di ieri...». Clemente Mastella, che dell'Udr è il segretario, è più sbrigativo ed esplicito e assicura che loro sono pronti ad appoggiare un governo tecnico che approvi la Finanziaria e che duri fino a giugno. In questo modo l'Udr ha abbandonato, nel giro di 24 ore, l'offerta del «governo di larghe intese» fatta a beneficio di Berlusconi. Offerta evidentemente tattica, fatta per dimostrare all'ala «filo-polista» dell'Udr che da quella parte la porta viene sbattuta in faccia. Cossiga, infatti, aveva chiesto un incontro sia a D'Alema che a Berlusconi. Col primo si vedrà oggi. Dal secondo non ha ancora ricevuto una risposta precisa. «Preferisce passare il weekend in famiglia» ha detto Cossiga. Il problema è che Cossiga vorrebbe parlare con Berlusconi da solo, in quanto capo del Polo, con l'evidente intenzione di agganciare Forza Italia ma non Fini. E il Polo è unito nel respingere questa mossa cossighiana, anche se pare incuriosito dall'idea delle «larghe intese». Le elezioni sono la strada maestra, spiega Giuseppe Pisanu, presidente dei deputati forzisti, ma chi non le vuole deve indicare «una via alternativa». Ma è scontato che «Prodi è out, si è giocato tutto con il voto di venerdì» aggiunge La Loggia. Alla fine di questa prima giornata di consultazioni ufficiali e ufficiose, al Quirinale si cominciava a sperare di concludere già martedì sera (quando, ultimo, sarà consultato Cossiga) con l'annuncio del personaggio al quale sarà affidato l'incarico di formare il nuovo governo. C'è, infatti, anche l'interesse della Lega per un governo tecnico. «Con Dini o con Ciampi la Lega non si tirerebbe indietro» ha detto Roberto Maroni all'Unità. Ma no a Prodi e no a Cossiga. Insomma, da più parti si inviano al Quirinale messaggi favorevoli alla nascita di un governo che eviti le elezioni anticipate subito. Non si capisce, però, se debba essere un governo che duri fino a gennaio (tesi di Franco Marini) e poi si cambia, o se debba essere tanto forte da durare fino a giugno. In questa incertezza c'è chi parla di una creatura nuova, ma all'italiana: un governo a scadenza rinnovabile: fino a gennaio come primo mandato e poi fino a maggio. Per quanto riguarda i nomi dei candidati presidenti del consiglio, la lista è lunga e il Quirinale invita ad attendere con pazienza. Alberto Rapisarda Solo Forza Italia parla ancora di voto anticipato ma senza puntarci troppo Il presidente Oscar Luigi Scalfaro

Luoghi citati: Bologna, Roma