SE MUORE L'IDEA DELL'ULIVO di Gad Lerner

SE MUORE L'IDEA DELL'ULIVO SE MUORE L'IDEA DELL'ULIVO NON farò a Massimo D'Alema il torto di dare peso alle indiscrezioni giornalistiche sul dopo sconfitta parlamentare: l'accusa di dilettantismo a Prodi e Veltroni per l'inefficace campagna di reclutamento alla Camera, così come l'accusa di cocciutaggine per l'indisponibilità mostrata da Palazzo Chigi nei confronti di Cossiga, appartengono al retrobottega della politica. Preferisco pensare si sviluppi su di un piano più alto, oltre la tattica, una riflessione sull'autoaffondamento di cui la sinistra italiana si è resa solitaria protagonista, pur in assenza di un'opposizione davvero insidiosa. E l'inutile viaggio di D'Alema ieri a Bologna, alla ricerca di una tardiva ricucitura col primo leader cattolico che aveva consentito l'ingresso della sinistra nel governo, rende finalmente pubblico, plateale, il problema con cui il suo parti to sta facendo i conti. Fin quasi da poter dire che ieri a Bologna l'esperienza dell'U livo si è spezzata o, come mi nimo, ha subito un colpo de cisivo. Sgombriamo il campo dal le rivalità oggettive, dalle in compatibilità di stile, dalli eventuali gelosie di cui è infarcita l'aneddotica sui rap porti tra Prodi e D'Alema. 11 fatto è che D'Alema, ap passionato sostenitore dell; centralità democratica dei partiti in un sistema politico risanato, fin dal momento della candidatura di Prodi a premier ha concepito come transitorio il ruolo di que st'ultimo: un «indipenden- Gad Lerner CONTINUA A PAG. 11 QUINTA COLONNA

Persone citate: Cossiga, D'alema, Massimo D'alema, Prodi, Veltroni

Luoghi citati: Bologna