Super-stipendio ai ministri. Una casa minacciata da montagna e burocrazia

Super-stipendio ai ministri. Una casa minacciata da montagna e burocrazia AL GIORNALE Super-stipendio ai ministri. Una casa minacciata da montagna e burocrazia In piazza anche con gli acciacchi Che l'Unione Consumatori si mobiliti per contrastare l'aumento delle tariffe telefoniche urbane mi va benissimo, ma cosa mi indigna è che nessuno si mobiliti contro l'aumento approvato dalla Camera (La Stampa del 1° ottobre) proposto dal popolare Vincenzo Cerulli e dal diessino Antonio Soda che porta lo stipendio dei ministri e dei sottosegretari non parlamentari da 60 milioni a 160 milioni annui netti. E' una cosa vergognosa. Ho 75 anni ma se si facesse una manifestazione in piazza ci andrei malgrado tutti gli acciacchi che mi affliggono. Ne abbiamo abbastanza di tutti questi aumenti che si fanno in continuazione e anche di tutti i miliardi dati a gente di spettacolo e sport. R. Marchetti Per piacere diteci dov'è la Versilia Vi scrivo per farvi notare un semplice ma notevole problema. In questi giorni, molti media hanno speso fiumi di parole sul nubifragio in Versilia, senza mai specificare dove essa si trovi. Capisco che è una zona importante e nota, ma da un mio breve sondaggio risulta che pochi la conoscono (abito nel Ferrarese). Sarebbe stato uguale se si fosse parlato, che ne so, del Cilento o del Golfo degli Aranci. Penso che dire ogni tanto che era in Toscana o Nel Lucchese avrebbe aiutato molte persone a capire meglio la notizia. Non tutti la conoscono e visto che si parla spesso informazione alla portata di tutti credo che questo sia un fatto importante. Chiarelli Davide camisani@camisani.it Importante è non dire che siamo abusivi Scrivo per raccontare la mia storia «disperata» che paradossalmente iniziò nel 1989 dopo aver letto un annuncio economico sulla Stampa. Mio marito e io dopo avere letto l'annuncio di vendita di un'abitazione in una zona a noi cara, abbiamo contattato l'agenzia immobiliare che trattava la vendita e a fine anno coronavamo il nostro sogno: eravamo proprietari della casa. La casetta che abbiamo acquistato (dopo avere stipulato contratto di mutuo ipotecario per quasi il totale del valore deU'immobile) si trova in una zona montana della provincia di Torino, a circa 900 metri di altitudine. Naturalmente prima dell'acquisto mi sono preoccupata di verificare la regolarità edilizia della costruzione recandomi presso gli uffici tecnici del Comune. Nel febbraio 1990 mio marito ed io abbiamo trasferito la nostra residenza in questa abitazione e nel 1992 siamo stati allietati dalla nascita del nostro primo figlio. Sfortunatamente nel settembre 1995 un movimento franoso di massi rocciosi si è abbattuto sul vialetto d'ingresso dell'abitazione e in seguito all'intervento dei vigili del fuoco il sindaco del Comune ha emesso ordinanza di inagibilità dell'edificio. Accertato che tutto il versante a monte dell'abitazione risulta essere di proprietà comunale, abbiamo chiesto allo stesso Comune il ripristino delle condizioni di sicurezza del versante e di indicarci dove avremmo dovuto trasferire la nostra residenza. Infatti per questa abitazione stiamo tutt'oggi pagando delle rate semestrali di circa 8 milioni di lire e le nostre entrate finanziarie non ci consentono di andare incontro al pagamento di un affitto di un'unità immobiliare idonea alle esigenze di un nucleo famibare come il nostro. Il Comune su quest'ultimo argomento non ci ha mai dato risposte risolutive ma dopo le nostre insistenti richieste ci ha proposto di occupare un edificio scolastico non in uso che a nostro parere non presenta i requisiti minimi di igiene previsti per le abitazioni. Così dal settembre 1995 mio marito, mio figlio di 6 anni, io e, da marzo, un altro bambino, abitiamo abusivamente l'abitazione che ancora stiamo pagando e con il rischio che in qualsiasi momento la montagna ci crolli addosso, perché è quanto è emerso dai sopralluoghi eseguiti dal personale della ditta che nel mese di agosto ha effettuato il primo intervento di disgaggio dei massi più pericolosi (provocando tra l'altro la caduta di nuovi massi nella nostra proprietà). Ci hanno anche riferito che l'unico modo per mettere in sicurezza la nostra abitazione è l'installazione di una rete paramassi. Il sindaco dice che la Regione non si è nemmeno ancora espressa sul progetto redatto per il ripristino delle condizioni di sicurezza, e che a tale proposito la stessa Regione potrebbe decidere di indennizzare il valore dell'immobile in quanto tale progetto evidenzia dei costi molto elevati. Pertanto la revoca dell'ordinanza di inagibilità della mia abitazione risulta impossibile e a me e alla mia famigba non resta che continuare a vivere in un edificio che in qualsiasi momento può essere raso al suolo da un masso! Ma l'importante, come ci è stato detto, è dire che noi non abitiamo lì, in modo che se disgraziatamente dovesse succedere qualche cosa, l'amministrazione comunale sarà penalmente sollevata da eventuali ritorsioni. Cristina Margaira Torino Come salvare i peccatori In riferimento alla lettera «Come il prete dice e non come fa» parsa sul quotidiano La Stampa dello scorso 6 ottobre e firmata da Giuseppina Audisio, mi preme dire alla cara lettrice che se io dovessi constatare che la Chiesa è fatta di uomini bravi, buoni, quasi perfetti, concluderei: sì è una gran bella cosa, ma non fa per me, non è «per me», che sono cattivo, pieno di sbagli, enormemente incoerente. Per mia grande fortuna, invece, constato che la Chiesa è composta di uomini imperfetti, fragili, pieni di debolezze; ma allora sì che posso dire: questa Chiesa è anche 'per me; allora sì che dico con grande gioia: Dio, attraverso «questa Chiesa» così imperfetta, così compromessa con «l'umano», chiama me, lei, tutti... e Dio esiste veramente perché non è rimasto un principio astratto o un essere lontano che ci guarda con distacco dall'alto dei cieli, ma si è fatto Carne per salvare tutti noi peccatori. Occorre soltanto essere semplici per saperlo vedere nei volti di coloro che ci guardano con uno sguardo d'amore che, seppur pieno di limiti, è lo stesso sguardo con cui Gesù guardava gli Apostoli. Cara lettrice, prego vivamente lei e tutti coloro che leggeranno questa lettera di non vederla come un giudizio supponente da parte di uno che si ritiene migliore di altri, perché anzi, più misero peccatore di me non c'è nessuno: questa lettera nasce invece dal mio profondo desiderio che anche lei e tutti coloro che, come lei, soI no in cerca di Dio, possano incon¬ trare, nei volti di persone care e amici, quel Qualcuno che io, non per mio merito, ma semplicemente per dono ricevuto in piena gratuità, ho avuto In fortuna di incontrare. Marino Zanzi, Varese Marino.Zanzi(<i omnitel.it Una lezione dal Terzo Mondo Davvero emozionante l'improvvisato spettacolo a cui ho avuto la fortuna di assistere la sera del 3 ottobre in piazza Carignano. Un variopinto gruppo venuto dal Messico ha rappresentato, attraverso la danza, un frammento della cultura atzeca. Il suono del tamburo accompagnava i loro movimenti «sacri» dedicati alla natura ed ai suoi principali elementi: acqua, terra, fuoco, vento. Commovente è stato il dialogo che ho intrapreso con uno di loro: «I nostri avi ci hanno insegnato ad essere guerrieri. Attraverso le cerimonie che noi rappresentiamo, combattiamo una guerra latta di suoni e danze, amiamo chiamarla la guerra fiorita. La combattiamo ogni giorno, a nostre spese, incontrando a volte intolleranza e indifferenza. L'Occidente crede che la nostra cultura sia definitivamente scomparsa con l'arrivo degli europei. L'uomo bianco ha solo tagliato i nostri alberi, ma non ha estirpato le radici. Gli Stati Uniti e l'Europa sono soliti classificarci come gente del terzo mondo. La nostra danza è anche un'occasione per dire a voi che per noi il mondo è solamente uno... uno solo». Renato Puglisi, Torino IX Le lettere ,,>:?** | svanno inviate ' LA STAMPA Via Marenco 32, 10126 TORINO S. | fax 011 - 6568924 e-mail lettere@lastampa.it 1

Persone citate: Antonio Soda, Chiarelli Davide, Cristina Margaira, Ferrarese, Gesù, Giuseppina Audisio, Renato Puglisi, Vincenzo Cerulli, Zanzi

Luoghi citati: Europa, Messico, Stati Uniti, Torino, Toscana, Varese